Gli
sciamani ricorrevano all'immagine dell'albero per dare la comprensione dei
diversi stati della mente e delle molteplici dimensioni dell'esistenza.
Prima
di andare avanti voglio ricordarvi che essere sciamani, oggi come ieri, vuol
dire saper ascoltare il mondo che ci circonda comprenderne i messaggi e
soprattutto aver coscienza che la propria anima non ha individualità di per sé
al di fuori dell'anima universale di cui fa parte, l'uomo di conoscenza,
vedendo al di là delle apparenze, è uno sciamano!
Ma
torniamo agli alberi... che nell'antichità venivano considerati i “Guardiani”
gli indigeni d'America li chiamavano “le Persone in piedi”. Il tronco
dell'albero rappresenta l'individuo in relazione all'esistenza fisica, radicato
alla Terra, dotato dell'accesso ai più profondi livelli dell'Inconscio, dimora
delle sue potenzialità latenti, ignote alla superficie. Gli aspetti più nobili
dell'individuo, simboleggiati dai rami più alti, si protendono verso il cielo,
la coscienza Cosmica e il “luogo della Creatività”. Il tronco è stato spesso
definito il “Mondo Centrale”, a metà tra il Cielo e la Terra. La superficie
terrena corrispondente al punto in cui il tronco si dirama in radici ed indica
il bisogno dell'uomo di essere radicato a terra, perché lo sviluppo personale e
la coltivazione dello spirito possano avvenire in modo naturale ed organico.
Questo è il regno dell'attività subcosciente descritto come il “Luogo della
Fortificazione” o “Mondo Sotterraneo”, ove le radici più profonde penetrano
fino agli strati sotterranei ove si celano le nostre potenzialità. I rami
rappresentano l'aspirazione spirituale a raggiungere i “Cieli”, con le foglie tremanti
in attesa del tocco divino. Questo è il regno dell'Anima, detto anche “Mondo
Superiore”.
Gli
alberi traggono il proprio nutrimento dal Sole, dalla Terra e dall'atmosfera
che li circonda; essi vibrano in armonia con le pulsazioni vitali della Terra stessa.
Dagli alberi dobbiamo imparare a stare immobili, cioè ad immobilizzare i nostri
pensieri per poter focalizzare la consapevolezza sulla crescita e sullo
sviluppo interiore. Dobbiamo imparare, altresì, ad opporci al costante flusso
di pensieri “imposti” che ci pervade la mente e si infiltra nella
consapevolezza; riuscendo così, con delicatezza, ad impedire all'Ego imperante
di avere il controllo; solo così potremo collegarci con il nostro Spirito,
semplicemente permettendoci di “essere”.
In,
conclusione, vi voglio far notare, che possiamo entrare in contatto con lo
spirito degli alberi attraverso il nostro spirito per accedere a conoscenze non
omologabili con le parole. E non solo con gli alberi... ogni cosa creata
possiede lo “spirito” e noi umani presuntuosi non diamo importanza a ciò che un
sasso, un fiore, un torrente, ed altro, possono donarci se riuscissimo ad
entrare con loro in comunicazione. Vogliamo espanderci nell'intero CREATO,
bene, incominciamo a ritrovarci e riconoscerci, conoscendo, attraverso le
creature della natura terrestre sia visibili che non!
"Le querce e i pini, e i
loro fratelli della foresta, hanno visto sorgere e tramontare così tanti soli,
e visto andare e venire così tante stagioni, e svanire nel silenzio così tante
generazioni, che possiamo ben chiederci cosa sarebbe per noi “la storia degli
alberi”, se questi avessero la lingua per narrarcela, oppure se le nostre
orecchie fossero abbastanza sensibili da comprenderla"
(Maud
Van Buren)
Postato da E.d.R.7
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