lunedì 18 gennaio 2021

Una vita dimenticata

 

Meyrink Gustav

19 Gennaio 1868

“Noi viviamo solo per raggiungere l'integrazione con la nostra anima”


Meyrink è stato per me un grande stimolatore nella ricerca in un periodo di grandi fermenti personali. Le tante frecce di una conoscenza elevata, di cui sono cosparsi i suoi scritti, sono capaci di colpire nel segno, e di invogliare chi legge ad una maggiore osservazione del proprio mondo interiore. Meyrink diceva:” Essere svegli è tutto. Sii sveglio in tutto quello che fai!”

La sua opera letteraria e magica è incentrata non tanto su una ricerca estetica quanto su una ricerca profetica, spirituale, occulta.

I suoi romanzi principali: il Golem al centro di questa opera c'è proprio la Cabala, rappresentata insieme allo spirito del popolo ebraico da questa creatura misteriosa e sfuggevole, eppure onnipresente che in un certo senso sembra rappresentare l'anima collettiva del ghetto; nella Faccia Verde spiccano le concezioni dello Yoga insieme alla cabala e ai principi rosacrociani; L'Angelo della finestra d'occidente ci conduce addentro alla ricerca della fusione del principio femminile con quello maschile con richiami al tantrismo... dice Meyrink:”L'unione di una forza maschile e di una forza femminile ecco il segreto del matrimonio, che l'umanità ha perduto da millenni”; il Domenicano Bianco (il mio preferito) è capace di farti penetrare nell'antica tradizione alchemica del Tao, quella della realizzazione iniziatica chiamata -dissoluzione del cadavere-; La notte di Valpurga ti trasporta nella forza del Sogno per ritrovare il cammino che conduce alla conoscenza del puro “Sé”; La casa dell’alchimista,  un’opera frammentaria, pubblicata postuma, decenni dopo la morte dell’autore, doveva essere la sintesi della ricerca letteraria e spirituale di Gustav Meyrink: doveva essere un libro iniziatico .Concludo citando Raymond Abellio che dice:”La morte di Meyrink fornì d'altro canto la prova simbolica che tutto ci chiama alla comunicazione e al risveglio, anche la morte, giacché egli volle morire ad occhi aperti, seduto in poltrona di fronte ad una finestra collocata ad oriente, ove stava ascendendo il sole d'inverno”.


 

Il Vicolo d'oro, noto a Praga come la via degli Alchimisti



 Postato da E.d.R.7



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