mercoledì 21 ottobre 2020

Gli alchimisti e la via di Santiago

La via di Santiago è uno dei miti che gli alchimisti utilizzano per spiegare l’indole e la difficoltà dei loro lavori.  Insieme all’immagine del labirinto percorso dal magico filo di Arianna alle fatiche di Ercole è stata una delle parabole più utilizzate dai filosofi ermetici per illustrarci i numerosi pericoli che questi cammini riservano a coloro che osano inoltrarsi nei loro sentieri.


La Via Lattea è il percorso abituale che gli dei intraprendevano per avviarsi verso il palazzo di Zeus, un cammino molto trafficato perché vi transitavano i numerosi eroi che aspiravano ad entrare nell’Olimpo. La Via di Santiago è la rotta stellata riservata, come del resto l’Alchimia, esclusivamente agli eletti e ai saggi, a quei mortali più perseveranti e valorosi. La sua meta è costituita nientemeno che dall’Olimpo, un tesoro comparabile solo alla misteriosa pietra che concede a chi la possiede la virtù dell’immortalità, della conoscenza suprema e della ricchezza.
Nelle “Dimore Filosofali”, Fulcanelli (1) ricorda come ogni alchimista sia obbligato ad intraprendere questo pellegrinaggio almeno una volta nella vita, sia pure in forma simbolica. La bisaccia, il bordone (che è un lungo bastone dalla punta metallica, attributo di San Giacomo patrono degli alchimisti e guaritori) e la conchiglia (2) sono gli attrezzi necessari affinché l’adepto percorra con successo questo sentiero.


La somiglianza tra il cammino reale e quello simbolico sono molte. Non solo le numerose figure gli edifici che troviamo lungo il cammino delle stelle che parlano della pietra filosofale, ma inomi e la geografia sono segnati da questa meta della filosofia ermetica.
 

Nella fase che precede di poco l’arrivo a Compostela il pellegrino incontra il monte del Gozo, dalla cui cima può contemplare la città di Santiago. Gli Alchimisti chiamano così anche il passaggio immediatamente precedente la comparsa della pietra rossa: monte del Gozo; lì nel vaso, sulla materia appare qualcosa di simile ad una stella, segnale inequivocabile che il preparato è sul punto di raggiungere la meta.

Molti sono gli adepti che hanno realizzato questo viaggio; la tradizione ci parla di Lullo, Flamel e tanti altri anonimi artisti che trovarono sicuramente in detto sentiero la risposta a un interrogativo che ha attraversato “indenne” l’intera storia e che ancor oggi costituisce un affascinante enigma.

 

1 - Fulcanelli è senz'altro il più famoso alchimista del XX secolo; la sua fama leggendaria lo ritrae come il più grande Iniziato del '900, autore di due opere.

2 – La conchiglia serve, nella simbolica segreta, a disegnare il principio Mercurio (il Mercurio è l’acqua benedetta dei filosofi) chiamato anche viaggiatore o pellegrino. Essa è portata misticamente da tutti coloro che intraprendono il lavoro e cercano di ottenere la stella (compos stella)

 

Postato da: E.d.R.7 e R.L.D.M.7*



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