Perché l'Ambasciata d'Agarthi? Il nostro passato e l'iter delle nostre ricerche ha portato a una conclusione: Siamo convinti che in quest'epoca di grandi mutamenti politici, climatici ed ecologici, c'è la necessità di creare un punto di riferimento preciso dove uomini e donne possano trovare un rifugio mentale e di pensiero dove creare il nuovo.
lunedì 30 novembre 2020
Messaggi
sabato 21 novembre 2020
21 Novembre Festa degli Alberi - L'amore per gli alberi
L'amore per gli alberi è, o dovrebbe essere, parte della nostra natura, come respirare. Gli alberi fanno parte della terra come noi, pieni di bellezza, con quel loro strano distacco. Così immobili, pieni di foglie, ricchi e luminosi, proiettano le loro lunghe ombre e la loro gioia selvaggia quando soffia la bufera. Tutte le foglie, anche quelle sul ramo più alto, danzano al minimo soffio di brezza, e l'ombra è accogliente, quando il sole batte forte. Seduti con la schiena contro il tronco, se rimanete in silenzio, stabilite un rapporto durevole con la natura. I più hanno perso questo rapporto; quando passano in automobile o risalgono queste colline chiacchierando, vedono tutte queste montagne, queste valli, i corsi d'acqua e le migliaia di alberi, ma sono troppo assorbiti nei loro problemi per guardarsi intorno e rimanere in silenzio. Un pennacchio di fumo si alza lungo la valle, e sotto passa un autocarro, carico di tronchi appena recisi, non ancora scortecciati. Un gruppo di ragazzi e di ragazze passa chiacchierando, facendo fremere l'immobilità del bosco.
La morte di un
albero, nel momento finale, a differenza di quella dell'uomo, è bella. Un
albero morto nel deserto, senza più corteccia, ripulito dal sole e dal vento,
con tutti i rami nudi spalancati al cielo, è una visione meravigliosa. Una
grande sequoia, vecchia di molte centinaia di anni, viene abbattuta in pochi
minuti per fare recinzioni e sedili, per costruire case o per arricchire la
terra in un giardino. Quel meraviglioso gigante è morto. L'uomo avanza nel
cuore delle foreste, distruggendole per creare pascoli e costruire case. Le
regioni vergini stanno scomparendo. C'è una valle, circondata da colline che forse
sono le più antiche della terra, dove i ghepardi, gli orsi e il daino, che un
tempo era possibile vedere, ora sono completamente scomparsi, perché l'uomo è
arrivato dappertutto. La bellezza della terra viene lentamente distrutta e
inquinata. Macchine e costruzioni a più piani stanno facendo la loro comparsa
nei luoghi più inaspettati. Quando perdete il rapporto con la natura e con i
cieli immensi, perdete ogni rapporto con l'uomo.
Jiddu Krishnamurti - Dal Bulletin 56, 1989 - Saanen,
Svizzera, agosto 1981
Postato da M.G.T.777
martedì 17 novembre 2020
Abbazia di Muckross, Irlanda L'albero del Tasso
Il tasso dell’abbazia di Muckross.
La caratteristica di essere sempreverde e la velenosità ha reso la specie simbolo di morte, ma anche di passaggio ad una nuova vita e di rinascita. Per questo i tassi venivano spesso piantati in cimiteri e antichi luoghi di culto celtici. Successivamente, con la cristianizzazione dell’isola d’Irlanda, i luoghi in cui sorgeva un tasso sono stati ritenuti i più adatti per la costruzione di chiese o abbazie.
Uno tra i più antichi tassi sorge infatti nel chiostro dell’abbazia di Muckross a Killarney, nella contea di Kerry vicino a Kenmare nel Sud dell’Irlanda. L’aura di mistero che circonda l’albero e l’intera abbazia ha fatto pensare che lo scrittore Bram Stocker si sia ispirato proprio a quel luogo, che spesso visitava, per il suo romanzo horror Dracula. Leggende narrano che l’anima di Stocker vaghi ancora di notte per i portici del chiostro.
TRA MITI E LEGGENDE.
Secondo un’antica leggenda, i tre fratelli Mac Conn, Cian e Eogan furono stregati da un albero di tasso a tal punto da desiderare ardentemente di possederlo. Così un giorno si recarono alla corte del Re Aillil per scoprire a chi avrebbe donato l’ambito albero. Il re scelse Eogan, scatenando le ire del fratello Mac Conn, che decise di dichiarare guerra al re. Ci furono due sanguinolente battaglie, in cui persero la vita i sette figli del re Aillil e Mac Conn stesso. Ciò che accadde agli altri due fratelli non è narrato nelle cronache, ma ciò che sconcerta è la potenza magica dell’albero che, legato al nome di Eogan (letteralmente “nato dal tasso”), non permise a nessuno di frapporsi tra lui e il fratello più adatto ad esserne il proprietario.
Post inviatoci da Nonna Paola
giovedì 12 novembre 2020
Sacro abbraccio
Ciò che sta avvenendo
è una dura prova per molti
La natura e' l'unico luogo sacro ove potersi rifugiare.
Il suo abbraccio ti porta lontano
Nulla e nessuno è più puro..
Con lei puoi ritrovare te stesso.
L.C.V777
mercoledì 4 novembre 2020
ISSOPO (HYSSOPUS OFFICINALIS) 2
“L’issopo è la vibrazione dell’ottimismo, l’energia positiva e
trasformatrice che segna il cammino della felicità”
Questa pianta concretizza l’ignorato ma straordinario
potere trasformatore che è insito nel sorriso; per questo gli antichi iniziati
la convertirono in uno dei loro simboli alchemici più segreti e segnarono
attraverso di esso alcune delle loro costruzioni magiche destinate a
catalizzare e sintonizzarsi con le energie di potere e di trasformazione. Il
sorriso è il segno che distingue ed eleva l’autentico iniziato, che ha compreso
come l’energia dell’ottimismo sia la corretta via per sintonizzarsi con le
vibrazioni più positive ed elevate.
Un’antichissima leggenda iniziatica narra che dopo la
cacciata dell’uomo dall’Eden, Dio, nel suo infinito amore, inviò angeli sulla
Terra per seminare alcune piante sacre del Paradiso, affinché il loro
straordinario potere e la loro luce aiutassero l’uomo a recuperare l’Eden
perduto e lo sconosciuto, ma non meno meraviglioso, paradiso che ogni uomo
porta dentro di sé.
Una di queste piante sacre è l’issopo; per questo fu l’erba
santa del cristianesimo, con la quale si ungevano, tra gli ebrei, i sommi
sacerdoti.
La tristezza apre le porte ai virus e alle energie negative
“Chi supera dell’isoppo le virtù, conoscerà la verità”,
dice un proverbio popolare. Tra le sue numerose proprietà di questa pianta, ci
soffermeremo sulla curiosa azione che essa esercita sullo stato d’animo,
favorendo il buonumore, e sulla sua influenza positiva sulla mente, che ne risulta
risvegliata e potenziata.
La scienza ha riconosciuto nella tristezza un aspetto
di vulnerabilità che attrae i virus, è possibile cominciare a considerare
seriamente il potere che la mente e le emozioni esercitano sul corpo, e la
stretta correlazione che li unisce.
Spiritualmente, l’issopo aiuta a ritrovare il dio
interiore e il potere creatore che indica la strada per la felicità. Si ricordi
che l’uomo è ciò che pensa, per cui deve sempre pensare in termini positivi.
L’issopo rafforza il campo magnetico creando una specie di scudo di luce. Tutto è energia materializzata, pertanto anche il più piccolo degli oggetti possiede un suo proprio campo magnetico. Negli esseri umani è come uno scudo protettivo che impedisce l’accesso alla malattia, alla sfortuna e alle altre forme di energie negative.
L’issopo rafforza il campo energetico e gli conferisce
grandi poteri; le sue suffumicazioni purificano e trasformano le energie
negative e rendono l’ambiente spiritualmente tranquillo. La suffumicazione può
anche essere preparata con essenza di issopo, aggiungendo alcune gocce all’acqua
del vaporizzatore.
domenica 1 novembre 2020
Samahin - 1 Novembre
L’Irlanda è ricca di
tradizioni mitologiche concernenti il Sidh (1). Il sidh era propriamente l’Altro
Mondo, ma in certe occasioni, come nella notte di Samain (primo Novembre grande
festa celtica) , si diceva che il sidh fosse aperto agli umani abbastanza
audaci da entrarvi. Questo Altro Mondo era un universo meraviglioso simile al
mondo terreno, ma dove non esistevano dolore, malattia o morte, e la giornata
era “un giorno di eterno bel tempo”.
Grazie al calendario
gallico di Coligny e ai numerosi racconti irlandesi, che l’anno celtico era
incentrato su due poli: il primo novembre e il primo maggio, con due date
intermedie: il primo febbraio e il primo agosto.
Ma la festa più
importante era decisamente quella del primo novembre, di Samain, il cui nome
significa “fine dell’estate”, integralmente recuperata nel cristianesimo con la
festa di Ognissanti, in cui si celebrala “comunità dei viventi e dei morti”.
Samain era il
momento ideale in cui il tempo normale diventava eternità. A Samain i tumoli
funerari venivano aperti consentendo la mescolanza dei due mondi, quello dei
vivi e quello dei morti. In quell’occasione si collocavano anche le azioni
drammatiche riportate nelle antiche epopee mitologiche. Samain era la svolta
decisiva dell’anno celtico, e non mancano i documenti per illustrare questa
evidenza. Un assemblea tenuta ogni anno dagli Ulati, tre giorni prima e tre
giorni dopo Samain, e anche il giorno stesso di Samain si svolgevano giochi, riunioni
e banchetti. Durante la festa di Samain venivano decise le leggi dagli uomini d’Irlanda
e nessuno osava trasgredirle fino a che non fossero di nuovo riuniti l’anno
dopo. E chiunque la trasgredisse veniva bandito dall’Irlanda.
Vi era una grande
affluenza di maghi, incantatori, indovini e guaritori, tutti appartenenti alla
categoria dei druidi per celebrare incantesimi e invocazioni magiche. La parte
sacra veniva presieduta dai sacerdoti, Gutuater Martis, coloro che vengono
incaricati della predicazione ma hanno anche la funzione di pronunciare
incantesimi, lodi o satire, tutto di natura magica. Alti dignitari e sapienti, rivestivano la
massima carica sociale e pubblica e detenevano un potere illimitato, lontano
dalla semplicistica figura stregonica che qualcuno ha voluto tramandare,
rimandando di essi un’immagine impropria, lontana dalla verità. I Druidi
possedevano una conoscenza ancestrale, e l’etimologia che emerge dal loro nome
scaturisce dalla lingua greca dalla quale deriva l’appellativo di Druidae. Un anonimo scrittore del 200 a. C. definiva
questi sacerdoti Magicus, attribuendo loro poteri straordinari e
nozioni magiche di livello elevato.
Le
cerimonie si svolgeva all’aria aperta, su alture sacre o in mezzo ai boschi.
(1) Il Sidh ( o Sidhe ),
nella mitologia celtica, rappresenta una sorta di porta di passaggio tra il
“prima” ed il “dopo”. Molti ritengono sia il nome attribuito all'oltretomba
celtico, come pure alle terre abitate dal popolo fatato.
Tratto da: Il Mistero dei Druidi di Jean Markale (Jean Markale, pseudonimo di Jean Bertrand, è stato uno scrittore, conduttore radiofonico, conferenziere e insegnante francese. Ha pubblicato numerosi libri sulla civiltà celtica, in particolare il ruolo delle donne nella cultura celtica, e la letteratura arturiana.)