Nelle terre castigliane vi è, nel punto preciso dove si incontrano le provincie di Burgos, Soria e La Roja un massiccio montuoso che si chiama precisamente la Sierra de la Demanda (demanda in spagnolo significa ricerca). La sua vetta principale, il San Lorenzo, è la più alta della catena, e guarda caso, è dedicata al santo che, seconda la tradizione cristiana iberica, fu incaricato di far giungere il Sacro Graal in Spagna. Questo senza contare il fatto che la presenza del santo come toponimo ci mette in contatto con gli spazi ancestralmente sacri dedicati al Dio senza nome: LUG.
La Sierra Demanda è circondata ancor oggi da quattro monasteri che ebbero grande notorietà nel Medioevo: Santo Domingo di Silos e San Pedro de Arlanza a Sud; Valvanera e San Millàn de la Cogolla a Nord. Questi monasteri poterono contare su importanti proprietà nella regione ed ebbero così la possibilità di tenerla sotto stretta vigilanza. Perché?
Santo Domingo di Silos |
San Pedro de Arlanza |
Valvanera |
San Millàn de la Cogolla |
Se rivediamo il contenuto delle prime cronache medioevali, notiamo che questa piccola regione fu un luogo scrupolosamente rispettato nel corso di tutti i conflitti che insanguinarono la penisola nel Medioevo. Persino dalla spettacolare avanzata mussulmana che attraversò questa regione montuosa, nella quale si crearono piccoli gruppi eremitici che decisero di stabilire le loro comunità in spazi che erano già considerati sacri molto prima dell'espansione del cristianesimo. Oggi stesso, le cosidette caverne dei mori nelle vicinanze di Salas de lo Infantes e i resti archeologici trovati intorno a Neila e a Palacios de la Sierra, ci testimoniano l'uso di quegli antichi abitacoli sacri celtici da parte di comunità cristiane primitive che li riadattarono alle loro necessità vitali e culturali e che, pur trovandosi di fatto in un territorio dominato dall'Islam, non furono attaccate dalle spedizioni annuali dei mussulmani. In segno di sacro rispetto, i libri di caccia scritti nel pieno della cosidetta Riconquista, si fermarono rispettosamente alle porte della Demanda descrivendo i luoghi più adatti a praticare la caccia, come se la solitudine sacra di quelle località dovesse essere rispettata a tutti i costi, al di sopra dei capricci dei monarchi castigliani.
A partire da quell'epoca, e talvolta da molto tempo prima, si conservarono toponimi
di villaggi e paesini che ci forniscono nome di personaggi che la tradizione identificò come Iniziati, come ad esempio i fabbri che forgiavano, nel segreto della loro solitudine, il metallo che fu sempre considerato per superstizione di origine sacra (per le sue qualità) e maledetto nello stesso tempo (per l'uso indiscriminato che ne è sempre stato fatto negli atti di violenza e nelle guerre). Leggende impregnate di simbolismo tradizionale, dalla civiltà greca al Rinascimento, presentano i fabbri come i maghi e i maestri di eroi e condottieri, che probabilmente iniziarono alla saggezza ancestrale e all'arte del buon governo.
Nella Sierra de la Demanda è ambientata la leggenda storica dei "Sette infanti di Lara", che non solo costituisce nel suo sviluppo un esempio di letteratura simbolica narrata in chiave realistica, ma possiede tratti concreti di iniziazione grialica e di affratellamento religioso degni di una tradizione esoterica che, disgraziatamente, la critica letteraria non è stata ancora in grado di percepire. Se la leggenda non bastasse, la personalità dei sette infanti si trasforma qui in paradigma della sacralità della regione, dato che la tradizione popolare assicura che i loro corpi, insieme a quello del maestro Salido, riposano nell'atrio della chiesa di Salas, all'estremità della stessa collina sacra.
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