giovedì 27 febbraio 2014

La parola.. fonte che attinge dal pensiero



Un qualsiasi termine espresso può fare davvero la differenza all'interno di un discorso.. vi è un impeto che induce a riferire un determinato pensiero piuttosto che un altro esternandolo, un'idea, una riflessione, un qualsiasi nostro agire che implica il dire o non dire quel qualcosa, c'è, ma a volte noi con la nostra impulsività stacchiamo come in una gara di staffetta e.. via, verso le parole meno opportune!

Ebbene, a volte sarebbe solo necessario non parlare, ascoltare, prendere atto di quanto ci stanno dicendo, discernere con consapevolezza e coscienza quanto viene messo sul tavolo e quanto dev'essere tolto immediatamente dal piatto di portata o si starà male.. E' così,  a volte, non riusciamo a farne a meno, pensiamo di salvare una situazione parlando, esternando un pensiero giunto a salvaguardia di quel che.. ..che si sta trattando e in men che non si dica si è finiti dritti dritti dalla pentola alla brace.
Un giurista vi direbbe di non preoccuparvi, in fondo in fondo " verba volant ", negate ogni cosa quindi, ma personalmente posso dirvi che non in tutti voi questo motto porterà a un reale e significativo risultato.

Nel momento in cui si compie una qualsiasi azione, non fatta di certo eccezione di quella legata alla parola.. alcuni meccanismi si mettono in moto più di altri,  a seconda di chi si è, a seconda di quanto si è detto. Le conclusioni reali si possono tranquillamente salvaguardare, basta scrivere una bella disdetta di quanto si è detto se è rilevante a livello burocratico-amministrativo.. e qui si va dritti al discorso del giurista, ma a livello interiore cosa accade.. se si sa di avere un torto e lo si "sistema" alla bene meglio per non creare ulteriori problematiche su un piano strettamente materiale, a livello cerebrale, interiore.. cosa avviene. Vi è un senso di colpa, quella colpa di ammissione nell'aver sbagliato, ci si arrabbia con sé stessi perché ancora una volta non si è stati saggi, come si poteva invece dimostrare di essere, e anzi, dilaniati nell'essere caduti nella bassezza magari di chi ci stava di fronte.
L'importante è accorgersene, A tale proposito, immaginate in seguito a una vostra affermazione durante una conversazione di aver riferito quanto pensavate di aver sentito da un terzo, la persona che avrete di fronte potrebbe come pensate voi tenerselo per sé, senza riferire nulla ad alcun altro, o essere peggio di un gazzettino ufficiale, decidendo di usufruire di quanto da voi dichiarato per trarne un qualsiasi beneficio. E' partita la catena, l'interessato ne viene a conoscenza e qui la pappa è fatta. Si crea un litigio unico, l'ideale è negare, o non parlare più, forse optare per scrivere, nero su bianco, ci si pensa un attimo prima, o almeno si rilegge quanto scritto.... no.. la verità è che è necessario pensare.

Pensate.. ad ogni parola, come se foste i migliori strateghi del mondo.. perché tanto la Vita è un gioco e su questa tavola non esiste una via di mezzo.. o si vince o si perde e chi perde finisce di esistere schiacciato dal proprio ego di saccenza e vanto di sapienza.. non è nulla di tutto questo.. è solo un errore, a volte si usa dire " mi è sfuggito e l'ho detto " ..ma a quali conseguenze ha portato. Basta poco per rammentarvelo, basta davvero poco, basta una discussione accesa, anche con un semplice conoscente..basta davvero poco e già la prossima volta ciò non sarà più arma possibile per chi vi tende questa piccola grande trappola. La parola è un dono meraviglioso ma dev'essere portatrice di bellezza, sapienza, saggezza... e di non altre beffe che nulla hanno da donare se non tanti massi da portare per liberare la vostra meravigliosa via lungo il vostro luminoso cammino. L.C. 777



Il Tempo scandisce il pensiero, che lo trasforma in parola...
L.C. 777

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