martedì 7 gennaio 2014

Le Stanze di Dzyan

Il seguente testo è tratto da proemio della Dottrina Segreta di H.P. Blavatsky, dalla prefazione della Voce del Silenzio e dagli articoli su questa seconda opera scritti da C.W. Leadbeater e pubblicati su Theosophist (agosto 1909).



Il Libro di Dzyan, non è in possesso di alcuna biblioteca europea  e i dotti d'occidente in un luogo non ne hanno  mai sentito parlare; pure esso esiste ed è custodito  in un luogo inaccessibile anche alla curiosità del più ardito esploratore. 
L'originale del Libro di Dzyan, scrive il Leadbeater, è a Shamballa, nelle mani dell'augusto Capo della Gerarchia Occulta, e nessuno lo ha mai veduto. Nessuno sa quanto sia antico, ma si dice che la prima parte abbia un'origine addirittura anteriore al nostro mondo, e si dice che non sia una storia, ma una serie di indicazioni - una formula per creare piuttosto che un racconto della creazione. Una copia è custodita  nel museo della Gerarchia Occulta ed è questa la copia che Madame Blavatsky e diversi dei suoi discepoli hanno visto  e che essa descrive così graficamente nella Dottrina Segreta: "Un manoscritto arcaico, una raccolta di foglie di palma, rese impermeabili all'acqua, al fuoco e all'aria, mediante qualche processo speciale ignoto, sta davanti agli occhi della scrittrice. Nella prima pagina, su di un fondo nero opaco, è un disco bianco immacolato. Nella pagina seguente, lo stesso disco, ma con un punto centrale. Il libro ha tuttavia diversi particolari di cui essa non fa menzione. Sembra essere, per esempio, intensamente magnetizzato, poiché se un individuo ne prende una pagina in mano, si vede subito passare davanti agli occhi una visione degli eventi che il libro è inteso a descrivere, mentre allo stesso tempo gli sembra di udire una specie di descrizione ritmica di questi eventi, nella propria lingua, per quanto tale lingua è capace di esprimere le idee implicate. 
Sembra tuttavia che Madame Blavatsky abbia veduto un'altra copia durante il suo soggiorno in Tibet.
In antico sembra che a questo monastero venisse anche Aryasanga, durante uno dei suoi viaggi di predicazione e vi prendesse dimora per qualche tempo. "tra le altre reliquie di lui", dice il  Leadbeater, "si conserva in questo monastero un libro che è tenuto nella massima venerazione; questa è la scrittura che Madame Blavatsky chiama Il Libro dei Precetti Aurei. Sembra che Aryasanga lo cominciasse come una raccolta di estratti, una  specie di libro in cui scriveva in cui scriveva tutto quello che riteneva potesse essere utile ai propri discepoli; e cominciò con le Stanze di Dzyan.

Sinopsi delle prime sette stanze

La storia dell'evoluzione Cosmica, come delineata nelle Stanze, è, per così dire, la formula algebrica astratta di tale evoluzione.Quindi lo studioso non si aspetti di trovarci il resoconto di tutti li stadi e di tutte le trasformazioni  che occorrono tra il primo inizio dell'evoluzione universale ed il nostro stato presente. Le Stanze danno una formula astratta applicabile, mutatis mutandis, a qualsiasi evoluzione: a quella della nostra piccola Terra, a quella della Catena di cui la Terra fa parte, all'Universo Solare a cui questa catena appartiene, e così via, in una scala ascendente.
Le sette Stanze riportate nel primo volume rappresentano i sette termini di questa formula astratta. Descrivono i sette grandi stadi del processo evolutivo, i quali nel Purana son chiamati le "Sette Creazioni" e nella Bibbia i "Giorni" della Creazione.

La Stanza I: descrive lo stato dell'Uno-Tutto durante il Pralaya, anteriormente al primo fremito di risveglio della Manifestazione.
La Stanza II: descrive lo stadio che per la mente occidentale è così identico a quello menzionato nella Stanza I, che per esprimere l'idea della loro differenza occorrerebbe un apposito trattato.
La Stanza III: descrive il risveglio dell'Universo alla vita dopo il Pralaya. Descrive l'emergere delle Monadi dal loro stato di assorbimento entro l'Uno, primo e più alto stadio nella formazione dei mondi - essendo il termine Monade applicabile al più vasto dei Sistemi Solari ed al più minuto degli atomi.
La Stanza IV: mostra il differenziarsi del "Germe" dell'Universo nella Gerarchia Settenaria dei Divini Poteri coscienti, che sono la manifestazione attiva della Suprema Energia Una. Essi sono i modellatori, i plasmatori, ed infine i creatori di tutto l'Universo manifestato, nell'unico senso in cui il termine "creatore" è intellegibile; essi informano e guidano l'universo; sono gli Esseri intelligenti che regolano ed aggiustano l'evoluzione, sono le manifestazioni incarnate della Legge Una da noi conosciute come "Leggi della natura".
La Stanza V: descrive il processo della formazione dei mondi. Prima la materia cosmica diffusa, poi l'"igneo turbine", primo stadio della formazione di una nebulosa. Questa nebulosa si condensa, e. dopo essere passata per varie trasformazioni, forma un Universo solare, una Catena planetaria, od un singolo pianeta secondo il caso.
La Stanza VI: indica gli stadi susseguenti della formazione di un "mondo", e giunge al quarto grande periodo dell'evoluzione che corrisponde a quello in cui viviamo adesso.
La Stanza VII: continua la storia, racconta la discesa della vita fino all'apparire dell'uomo, e così termina il primo libro della Dottrina Segreta.



Estratto dalle Stanze di Dzyan per informazione conoscitiva da R.D.M.7*

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