domenica 30 novembre 2014

Canzone

"Viene la pioggia e gli uccelli,
sagome leggere contro un cielo
madraperlaceo,
rispondono con un canto gioioso.
Si apprestano a ricevere
il nettare celeste,
e cantano all'unisono con le gocce.


La natura è un'unica grande canzone. A  volte viene intonata in scala minore, con accenti intensi che toccano l'anima e fanno sgorgare dal cuore emozioni sopite. A volte è un canto gioioso, ricco di spumeggianti melodie e vividi accordi che procurano sublimi emozioni.  Altre ancora discende in toni bizzarri, gutturali e dissonanti.
Sta a noi cantare nel modo che l'universale canzone della vita ci ispira. Ci sentiamo in armonia? Stiamo cambiando un contrappunto? Stiamo deliberatamente producendo note dissonanti?
Sforziamoci di essere come gli uccelli che sanno come comportarsi  quando arriva l'inverno; che intrecciano nel cielo gli armoniosi fili dei loro percorsi; che gorgheggiano in contrappunto quando ne hanno bisogno; che intonano un canto dissonante o una melodia armoniosa a seconda di ciò che sentono.

Tratto da: Il Tao per un anno e postato da E.d.R.7

domenica 16 novembre 2014

Il Grande MIlarepa


Milarepa  (tibetano: རྗེ་ བཙུན་ མི་ ལ་ རས་ པ;   Wylie :   Rje-btsun Mi-la-ras-pa ; cinese:蜜勒日波;   1051  -   1135 ) has been ONU   religioso  e poeta  tibetano , Uno dei Principali maestri della scuola   Kagyu  del   Buddhismo tibetano .


Ascolta, ascolta, Anche se il tuono rimbomba spaventosamente Non E Che ONU Suono vuoto. Anche se l'arcobaleno E Ricco di colori presto se ne andra. I piaceri of this world Sono Venuto Visioni di Sogno Anche se Uno li ama Sono Fonti di peccato.
Anche se Tutto Quello che ci sembra eterno Vediamo presto Cadra in pezzi e sparirà. Ieri, Uno Forse ha avuto Quello che Voleva o Forse Di Più. Oggi se ne Tutto è andato È non è RIMASTO Più nulla. L'anno scorso era Quello vivo, quest'anno è morto. Il buon cibo Diventa Veleno. E Gli Amici amati diventano Nemici. Parole dure e lamentele richiedono buona Volontà e gratitudine. I Tuoi peccati non offendono Altri che te Stesso. Tra cento teste tu valuti Di Più La tua. In Tutte Le Dieci dita, se Una E tagliata, tu senti dolore. Fra Tutte Le cose che stimi, Te Stesso E Quello che stimi di Più.
E 'Giunto Il Momento per te di aiutare te Stesso.  

Bellissima poesia di Milarepa, Il Più ​​Famoso poeta tibetano, raffigurato Sempre con la mano Destra Che Copre l'Orecchio Destro, per INDICARE Che bisogna ascoltarsi.  Nella Sinistra Tiene piatto delle Nazioni Unite di ortiche, l'unico Cibo Che Si e concesso in Tutta la SUA vita.
M.G.T.777              

venerdì 14 novembre 2014

La Natura Olografica Della Realtà.


Dedicato a Tutti Coloro che camminano in sentieri liberi e che sono  coscienti di vivere nel Sogno che crea mondi "immaginari/immaginati".
RDM.7* - M.G.T..777

lunedì 10 novembre 2014

La sacra Sierra de la Demanda


Nelle terre castigliane vi è, nel punto preciso dove si incontrano le provincie di Burgos, Soria e La Roja un massiccio montuoso che si chiama precisamente la Sierra de la Demanda (demanda in spagnolo significa ricerca). La sua vetta principale, il San Lorenzo, è la più alta della catena, e guarda caso, è dedicata al santo che, seconda la tradizione cristiana iberica, fu incaricato di far giungere il Sacro Graal in Spagna. Questo senza contare il fatto che la presenza del santo come toponimo ci mette in contatto con gli spazi ancestralmente sacri dedicati al Dio senza nome: LUG.
La Sierra Demanda è circondata ancor oggi da quattro monasteri che ebbero grande notorietà nel Medioevo: Santo Domingo di Silos e San Pedro de Arlanza a Sud; Valvanera e San Millàn de la Cogolla a Nord. Questi monasteri poterono contare su importanti proprietà nella regione ed ebbero così la possibilità di tenerla sotto stretta vigilanza. Perché?

Santo Domingo di Silos

San Pedro de Arlanza

Valvanera

San Millàn de la Cogolla

Se rivediamo il contenuto delle prime cronache medioevali, notiamo che questa piccola regione fu un luogo scrupolosamente rispettato nel corso di tutti i conflitti che insanguinarono la penisola nel Medioevo. Persino dalla spettacolare avanzata mussulmana che attraversò questa regione montuosa, nella quale si crearono piccoli gruppi eremitici che decisero di stabilire le loro comunità in spazi che erano già considerati sacri molto prima dell'espansione del cristianesimo. Oggi stesso, le cosidette caverne dei mori nelle vicinanze di Salas  de lo Infantes e i resti archeologici trovati intorno a Neila e a Palacios de la Sierra, ci testimoniano l'uso di quegli antichi abitacoli  sacri celtici da parte di comunità cristiane primitive che li riadattarono alle loro necessità vitali e culturali e che, pur trovandosi di fatto in un territorio dominato dall'Islam, non furono attaccate dalle spedizioni annuali dei mussulmani. In segno di sacro rispetto, i libri di  caccia scritti nel pieno della cosidetta Riconquista, si fermarono rispettosamente alle porte della Demanda descrivendo i luoghi più adatti a praticare la caccia, come se la solitudine sacra di quelle località dovesse essere rispettata a tutti i costi, al di sopra dei capricci dei monarchi castigliani.
A partire da quell'epoca, e talvolta da molto tempo prima, si conservarono toponimi
di villaggi e paesini che ci forniscono nome di personaggi che la tradizione identificò come Iniziati, come ad esempio i fabbri che forgiavano, nel segreto della loro solitudine, il metallo che fu sempre considerato per superstizione di origine sacra (per le  sue qualità) e maledetto nello stesso tempo (per l'uso indiscriminato che ne è sempre stato fatto negli atti di violenza e nelle guerre).  Leggende impregnate di simbolismo tradizionale, dalla civiltà greca al Rinascimento, presentano i fabbri come i maghi e i maestri di eroi e condottieri, che probabilmente iniziarono alla saggezza ancestrale e all'arte del buon governo.
Nella Sierra de la Demanda è ambientata la leggenda storica dei "Sette infanti di Lara", che non solo costituisce nel suo sviluppo un esempio di letteratura simbolica narrata in chiave realistica, ma possiede tratti concreti di iniziazione grialica e di affratellamento religioso degni di una tradizione esoterica che, disgraziatamente, la critica letteraria non è stata ancora in grado di percepire. Se la leggenda non bastasse, la personalità dei sette infanti si trasforma qui in paradigma della sacralità della regione, dato che la tradizione popolare assicura che i loro corpi, insieme a quello del maestro Salido, riposano nell'atrio della chiesa di Salas, all'estremità della stessa collina sacra.

Alla destra le tombe delle tre regine di Navarra (Toda, Jimena ed Elvira) e alla sinistra quelle dei Sette infanti di Lara.

Tutte queste circostanze, diciamo magiche, sono chiari indizi di un grialismo arcaico che consolidò la "personalità" sacra del territorio e che, neanche attualmente si trovi perduto e rappresentato solo dalla memoria archeologica (ad esempio, nello splendido stile romanico di molti paesi, con una rarissima perfezione nelle strutture e nelle manifestazioni iconografiche dei capitelli e nelle navate), può custodire ancor oggi il messaggio trascendente di altri tempi, forse scoperto inavvertitamente quando i fratelli Hernàndez Pacheco dichiararono che la collina in questione ebbe origini nel Quaternario, e che mise in contatto massi di rocce cariche di potenziali in grado di emettere energie  e di agire sugli esseri umani a livelli che potrebbero modificare la percezione della realtà circostante e, quindi, di generare fenomeni psichici e spirituali di apertura della coscienza, base di molte trasformazioni animiche  che si producono in luoghi tradizionalmente considerati sacri dalla storia delle religioni.



Documento di Conoscenza postato da R.D.M.7*









sabato 8 novembre 2014

Templari - Cavalieri del Silenzio

La storia dei Cavalieri Templari è strettamente intrecciata con le crociate e lo spirito di fede che le pervase. La loro origine è formalmente fissata per il novembre 1119. L'Ordine del Tempio risultò fin dall'inizio un valido strumento per tentare di conservare i luoghi santi. Contribuì a questo scopo , senza risparmio di mezzi e risorse umane, distinguendosi sempre per coraggio e sacrificio. La loro crescita fu costante per quasi due secoli, assegnando ai Templari un ruolo determinante, sia in Oriente che in Occidente. La disciplina e la vita monastica forgiarono negli anni una potente Milizia Christi. Condivisero con gli altri Ordini, gli Ospitalieri e i Teutonici, i compiti più gravosi e difficili, sia in tempo di pace che di guerra. on la perdita di Gerusalemme e il progressivo ripiegamento in Occidente, cessò la loro funzione primaria,  che era quella di combattere.
La ricchezza e la potenza  dell'Ordine risultarono  ingombranti per una parte del clero e sopratutto per la Corona di Francia. La giustizia umana intese ripagarli con insinuazioni infamanti, accuse, torture e processi. Per poi concludere la palese persecuzione con la condanna a morte del Gran Maestro  e degli alti dignitari dell'Ordine. a sentenza eseguita pubblicamente il 18 marzo del 1314, vide i vertici del Tempio bruciare a fuoco lento. Tennero per sé solo la verità. Al mondo di allora e alla storia hanno lasciato solo il loro silenzio e la memoria del loro glorioso passato... per chi in essa ancora crede!  Ancora oggi quelle fiamme gettano inquietanti bagliori di luce.


Commento: Ricordiamo i Cavalieri del Silenzio sottolineando che nulla hanno a che vedere con loro e la loro grandezza i vari ordini templari che si sono costituiti in questi anni, sono farse che umiliano il loro ricordo, in particolar modo ve ne uno che vede a capo un uomo disonesto e bieco che fa tutto per il vile denaro, non rispettando ma mettendo in ridicolo il nobile operato di questi coraggiosi Uomini.

giovedì 6 novembre 2014

La Legge del cuore



La Legge del Cuore.. quel forte sentire, quell'impulso che ti spinge a donare un aiuto, ad avvolgere colui che hai di fronte in un caldo abbraccio. Sempre e comunque ti dona grandi possibilità di ottenere perché tu sei propenso a dare, pare retorica come affermazione, ricevi perché dai e il dare quindi ti ricompensa con un gran ricevere.

Ogni volta che ci alimenta il  proprio ego, ci si pavoneggia nell'incredibile intento di accumulare, di avere, di possedere, si può raggiungere questo basso obiettivo, siamo in terra, chi è legatissimo alla pura materia è nel posto giusto, vi sono moltissimi individui che riescono a perseguire e ottenere tale obiettivo, ma ciò che forse non sanno è che vi è una contropartita.
Il materiale, ciò che qui in questo mondo terreno conta più di ogni altra cosa, conta, è vero, per tutti, per poter vivere è necessario avere un guadagno, non si vive di sola aria, ma nemmeno si vive di solo denaro, di soli beni fatti materia.. lo spirituale e il materiale sono in pari misura importanti. Ecco l'errore di molti, il farsi soprassedere, coinvolgere completamente, da ciò che riguarda l'apparire, l'essere, ma non essere per ciò che si è, essere per ciò che si ha. E qui non si sente più nulla, si vive rincorrendo il denaro.. una corsa spasmodica. E' il rischio che ognuno di noi corre, cadere in questo burrone che è appena al di là del nostro essere, è lì di fronte a noi, imbellettato, buone parole, un unico e meraviglioso belvedere.. che appena vi ha di fronte vi avvolge annegando ciò che più avete nel vostro profondo, vi svuota del solo tesoro che possedete lasciandovi con l'illusione di avere tutto.

Non siamo qui per caso, vedo tutti come un albero.. un albero che vive per portare frutti, li lascia a coloro che vorranno goderne.. e tutti coloro che li saggeranno ne potranno udire le parole, i pensieri.. camminando verso una sempre più alta conoscenza, un forte sapere.
Se gli alberi non donano frutti ma traggono continua acqua.. cosa può esservi, i frutti non cresceranno mai, le foglie marciranno e nulla rimarrà per coloro che seguiranno.

La forza di credersi ciò che non si è.. farà sì che quell'albero venga spogliato di ogni essenza e di lui ne rimarrà un solo soffio.. un soffio che si perderà appena al di là del proprio esistere, in quello strapiombo oscuro che avvolge l'essere che non ha saputo ascoltarsi e rispettarsi, ma che soprattutto si è venduto. L.C.777



sabato 1 novembre 2014

Un libro per aumentare la connettività


E' come fare le flessioni. Gli effetti della lettura di una storia avvincente possono scatenare veri cambiamenti misurabili nel cervello, cambiamenti che si protraggono per almeno cinque giorni. Questo è quanto ha scoperto una nuova ricerca condotta alla Emory University negli USA.
Un buon libro, essere inghiottiti dal potente mondo immaginario di una storia, può aumentare la connettività cerebrale e provocare cambiamenti a livello neurologico che persistono nel tempo allo stesso modo della memoria muscolare.
I cambiamenti possono essere rilevati nella corteccia temporale, un'area del cervello associata non solo al linguaggio ma anche alla zona motoria sensoriale. Quest'ultima può ingannare la mente e indurla a pensare di star facendo qualcosa nella realtà, anche se non è vero. Ad esempio se si immagina di stare correndo, il cervello attiva i neuroni realmente associati alla corsa. Leggere un romanzo con concentrazione è come mettersi nei panni di qualcun altro, letteralmente. E gli effetti sono duraturi. 

Contributo inviatoci da Mauro amico nel Tempo