sabato 30 agosto 2014

L'Empire des Lumières di Magritte

René Magritte: L'Impero delle Luci
"Voglio sentire il silenzio del mondo..."

Abbiamo ritrovato tra le nostre carte la presentazione della mostra di René Magritte che si è tenuta, anni fa, a Como nella splendida Villa Olmo. Visitando questa mostra su Magritte si è potuti entrare in diretto contatto con le suggestioni poetiche dei suoi dipinti atti a svelare i lati misteriosi dell'universo.
Il quadro:"L'impero delle luci" è quello che maggiormente emoziona. Il nipote di una nostra amica (di soli 6 anni!) ha descritto cosa aveva provato guardandolo ed abbiamo scoperto che erano le stesse sensazioni risvegliatesi in noi. Marco dice" Fuori c'è il buio... un bosco dove ci possono essere i pericoli delle cose che non conosci, ma poi c'è la casa in cui puoi rifugiarti e se voi nasconderti "dentro", lì c'è la luce perché tu possa vederci bene... e poi c'è la LUCE importante che è quella sopra la casa, sopra il bosco, ed è quella che è sopra e intorno al mondo, è forse la luce di Dio?".
Questo quadro, in particolar modo, dà la sensazione della ricerca, ma dentro se stessi, perchè fuori è una realtà oscura e tenebrosa, dove non sai quel che ti può capitare ma c'è la casa che è il tuo mondo interiore ove trovi la luce della conoscenza e attraverso questa conoscenza acquistare quella forza e potenza che ti permette di Vivere cosciente ed Unico nel bosco della vita terrena. E poi attraverso questa conoscenza raggiungere quel cielo limpido e terso dell'Universo Spirituale che ti congiunge al Tutto.
Citando direttamente Magritte: «Nell' "Impero delle luci" ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un cielo notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia».
Noi Due: E.d.R.7 - R.D.M.7*


venerdì 29 agosto 2014

Noi siamo Dei





Anni ed anni di prigionia ove le chiese ci hanno insegnato a credere ciecamente senza fare domande, abituati ad una pigrizia spirituale demandando ad altri ciò che solo noi possiamo fare: cercare e trovare il Maestro dentro di noi, e quella scintilla divina che ci rende Unici congiungendoci alla Fonte da cui ci siamo separati per seguire una strada di esperienze, un atto d'amore ove l'Essere che Crea si fraziona per Conoscersi e Amarsi attraverso noi che siamo una sua piccola ma integra parte. Nessuno sulla terra è più o meno perché ognuno è Grande ed Importante in quanto deità che partecipa a questo immenso Piano Divino. Ormai i tempi sono maturi affinché prendiamo la responsabilità di ciò che siamo realmente, smettiamola di stare in un stagno a sguazzare e ritorniamo a tuffarci nell'Infinito a cui apparteniamo.
E.d.R.7

giovedì 28 agosto 2014

L'incontro con una bimba che... è me.. te..

Si è al rientro verso casa quando per strada vedo aperta la pizzeria d'asporto che sino a giorni fa era chiusa per ferie. Dico a mamma che è aperta e con l'auto svolto alla rotonda tornando indietro, non avevo programmato di prendere la pizza e nemmeno quando ho visto l'esercizio aperto ho pensato di entrarvi, ma è chi è con me che mostra di aver voglia di mangiarla e così io non mi tiro certo indietro, io amo la pizza!

..e così da quella decisione avviene l'incontro con Carlotta. Appena entrata lei è una bimba di al massimo cinque anni, è rivolta di schiena, con la mamma parla.. parla.. parla tantissimo, incuriosita dai pesciolini nell'acquario pone continuamente domande ai pizzaioli che ben conosce, il suo abitino mi ricorda un abitino mio identico al suo proprio azzurro, bianco e blu, ma non è nulla questo, tutto sta nel suo voltarsi e svelarsi. Carlotta è una bimba reale, che è con la mamma ma di certo per me non è un fatto casuale incontrarla, dopo qualche istante si volta verso me ed ecco i capelli dall'identico taglio mio, i suoi capelli sono di color castano scuro i miei erano bruni, le ciglia lunghe e piccole, gli occhi azzurri, ma di un azzurro ghiaccio, è l'incontro con la bambina che ero io, identica, nella statura, in quel suo essere paffutellina, nel parlare tanto, nell'essere molto vivace e anche timida nel momento in cui le si mostra particolare attenzione, il timbro della voce, la cadenza di ogni parola..

Ero stupita, travolta da quella personcina, con la sua personalità, sensazioni forti tra l'essere sorpresa e felice ma anche profondamente in discussione, ad un tratto è uscita, pensavo andassero via, invece lei rientrò, gioia mista a un malessere. Carlotta è una bambina stupenda, ricorda me in tutto, è identica fisicamente, nel parlare, nel mostrarsi.. è il mio clone.. porta la mente a fare passi indietro..
So di aver vissuto una situazione con mio padre nel periodo dell'infanzia, ormai da un pò di tempo a questa parte, ne sono certa, ne conosco bene i sintomi.. e teoricamente la probabile causa, ma non i fatti. Da brava bambina ho rimosso ogni cosa ed ora che sono giunta ad aver superato di gran lunga i trent'anni ecco che è lì, in carne ed ossa di fronte a me.. attraverso una bellissima e vivace bambina.. Carlotta, nel farmi sentire, nel mettermi di fronte ad uno specchio che riporta la mia figura.


Commento: Nel momento in cui accade un simil avvenimento, vi è qualcosa da scoprire o che già in parte si conosce ma che non si ha il coraggio o la forza di superare e che ci limita, non ci permette di vivere come dovremmo la nostra vera realtà. Il fatto è che quando giunge il momento il nostro Sè più superiore spinge e ci accompagna inevitabilmente verso quella verità che non conosciamo ma che non vogliamo ricordare superandola perché dolorosa o scomoda. Se il tempo giunge.. limitarlo o rinviarlo non risulta essere più un opzione possibile.

Grazie Carlotta. Lara
L.C. 777


..a te che torni nel parlarmi..


mercoledì 27 agosto 2014

Ascoltare un'anima - A Cesare Pavese


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”
(27 agosto 1950)

Chiuso nell'incubo di una vita
senza amore e verità
e prigioniero
di un appuntamento
dato al destino
hai scelto la via della tua libertà
celebrando il rito dell'estremo sacrificio.

Questa breve poesia nasce da un esperienza di molti anni fa che ora vi racconto. Il 27 agosto all'incirca di 27 anni fa, mi trovavo in vacanza in Alto Adige e già all'alba mi ero svegliata con un tormento nell'anima, mi ero alzata non capendone la ragione, ad un certo punto sentii che c'era qualcuno vicino a me e provavo un infinita tristezza poi spinta da una forza misteriosa scrissi questi brevi versi. Dopo mi misi a piangere e guardando le montagne svettanti pensai con amore a questa energia che aveva voluto comunicarmi la sua tristezza. E tutto finì così ma...
Premetto che io non avevo mai letto Cesare Pavese e che sicuramente ne avevo sentito parlare a scuola ma era tutto scivolato via. Il giorno 9 di settembre andai dalla mia madrina che chiudeva la sua casa a Como ed andava ad abitare in Liguria, e tra le cose che mi diede c'erano dei libri, e tra questi "Il mestiere di vivere, prendendolo tra le mani cascò e si aprì dalle pagine cadde un foglietto su cui c'era la poesia “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” vergato in una scrittura minuta, la poesia che lui scrisse pensando all'attrice Constance Dowling. Rimasi attonita e chiesi alla mia madrina se quel foglio era suo, lei lo guardò e mi disse di no ma mi spiegò che quel libro era di Walter un suo amico di Torino e vedendomi come stordita mi chiese il perché, le raccontai della poesia e dell'esperienza accadutami il 27 agosto, e lei con uno sguardo stupito mi disse ma sai che oggi è l'anniversario della nascita di Pavese, chissà forse in questo modo ti sta ringraziando di avergli dato spazio e di essergli stata vicina. Comunque sia di tutto ciò mi rimane una dolcezza nel cuore come se per brevi istanti io abbia potuto vivere tutta la solitudine e la disperazione di Cesare e che sempre per un breve istante io gli abbia accarezzato l'anima ricordandolo con questa piccolissima poesia. Questo mi fa capire che non esistono barriere tra noi e la dimensione di chi ha lasciato il corpo terreno... Ci tengo a dire che questa esperienza non ha nulla a che vedere con incontri medianici con i trapassati, questo non mi appartiene, ma solo un anima errante mi ha scelta per un attimo di comprensione nulla di più! 
E.d.R.7






martedì 26 agosto 2014

Elisa O.


Dedicato a Elisa, nobile fanciulla di una casata romana, Roma una città avara per lei che fu venduta dal padre per il diletto di un Papa.... l'amore per il suo cavaliere che invano tentò di salvarla e che lei lo vide da quella torre prigione in terra toscana morire!
E quella torre prigione divenne la tomba di lei, nascosta al mondo e che poi fu raccontato che era morta bambina, ma così non fu. Ancora le pietre parlano di questo amore ma ancora più forte le pietre urlano di questo barbaro omicidio di un bel cavaliere e di questa giovane donna dai capelli rossi murata dentro quella cella.
Un padre pentito lo racconta al vento non dandosi pace.
A.Z.

domenica 24 agosto 2014

Sull'isola di Pasqua

Sull'Isola di Pasqua
(meditazione d'un mago-esorcista)

Non appena il tramonto sopra le onde
si spegne in un fuoco tardivo,
io erro solitario in mezzo a voi,
fra le rocce spaccate mi aggiro.

E voi, in disparte dalla strada,
raggelate su un mucchio di pietre,
vi ergete immobili e severe,
mute figure gigantesche.
Non vedo il vostro volto nella nebbia,
ma so che è spaventevole ed austero.
Mormoro parole di esorcismi,
supplico un dio sconosciuto.

E molte domande mi tengono in ansia:
chi creò la famiglia dei giganti?
Chi scolpì nella roccia questi uomini,
chi li pose a guardia delle nebbie?

E noi chi siamo? Misera tribù senza nome!
Piccoli pesci sono la nostra preda!
Noi non sapremmo trasformare in statue
blocchi di pietre dal petto duro!

Un'altra stirpe, una stirpe possente
qui regnò una volta minacciosa,
ma il tempo fugace ha nascosto
tutto quello che avvenne in antico.

Nessuno ci canterà del passato.
Ma voi, torve, su un mucchio di pietre
vi ergete in un silenzio sonnolento,
vetuste figure terribili!

Custodendo l'oceano e gli scogli,
siete muti per sempre, ciclopi!
Oh, se alle nostre domande
voi déste almeno un responso!

E non appena sopra le onde
la lontananza si spegne in un fuoco tardivo,
io erro solitario in mezzo a voi,
fra le vetuste rocce spaccate.

Valerij Jakovlevič Brjusov


(poeta e scrittore russo (Mosca 1873-1924). Esordì con la raccolta di poesie Simbolisti russi (3 vol., 1894-95), composta prevalentemente da suoi versi, che costituì la prima affermazione ufficiale del decadentismo-simbolismo russo di cui fu il teorico. Nel 1904 diede inizio alla pubblicazione della rivista simbolistaVesy (La bilancia) che visse cinque anni. Coltivò diversi generi letterari. Tradusse Verlaine, Verhaeren, Maeterlinck, D'Annunzio, Dante, Goethe, Virgilio, ecc. Tra le numerose raccolte di poesie, spiccano: Il serto (1906), Tutte le melodie (1909), Lo specchio delle ombre (1912), I sette colori dell'arcobaleno (1916), Ultimi desideri (1920), Lontananze (1922). Come narratore ha lasciato la raccolta di racconti L'asse terrestre (1906), ispirata al modello di letteratura fantastico-gotica di E. A. Poe e due importanti romanzi storici: L'angelo di fuoco (1908) e L'altare della vittoria (1912), simili ai cicli di poesie storiche e mitiche. Tema ricorrente nelle opere di Brjusov è la rappresentazione dei lati oscuri, inconsci della personalità umana, spesso tendenti alla perversione e a ogni tipo di eccesso, attraverso un'indagine introspettiva che utilizza anche i metodi della psicoanalisi. Il suo stile, ricercato, spesso caratterizzato da espressioni retoriche e da arcaismi, risente profondamente della convivenza di elementi decadenti nella prosa simbolista. Brjusov è anche autore di drammi (Terra, 1907; Viandante, 1911) e di saggi sulla forma poetica (Esperimenti, 1918; Scienza del verso, 1919). da Sapere.it(poeta e scrittore russo (Mosca 1873-1924). Esordì con la raccolta di poesie Simbolisti russi (3 vol., 1894-95), composta prevalentemente da suoi versi, che costituì la prima affermazione ufficiale del decadentismo-simbolismo russo di cui fu il teorico. Nel 1904 diede inizio alla pubblicazione della rivista simbolistaVesy (La bilancia) che visse cinque anni. Coltivò diversi generi letterari. Tradusse Verlaine, Verhaeren, Maeterlinck, D'Annunzio, Dante, Goethe, Virgilio, ecc. Tra le numerose raccolte di poesie, spiccano: Il serto (1906), Tutte le melodie (1909), Lo specchio delle ombre (1912), I sette colori dell'arcobaleno (1916), Ultimi desideri (1920), Lontananze (1922). Come narratore ha lasciato la raccolta di racconti L'asse terrestre (1906), ispirata al modello di letteratura fantastico-gotica di E. A. Poe e due importanti romanzi storici: L'angelo di fuoco (1908) e L'altare della vittoria (1912), simili ai cicli di poesie storiche e mitiche. Tema ricorrente nelle opere di Brjusov è la rappresentazione dei lati oscuri, inconsci della personalità umana, spesso tendenti alla perversione e a ogni tipo di eccesso, attraverso un'indagine introspettiva che utilizza anche i metodi della psicoanalisi. Il suo stile, ricercato, spesso caratterizzato da espressioni retoriche e da arcaismi, risente profondamente della convivenza di elementi decadenti nella prosa simbolista. Brjusov è anche autore di drammi (Terra, 1907; Viandante, 1911) e di saggi sulla forma poetica (Esperimenti, 1918; Scienza del verso, 1919). da Sapere.it


venerdì 22 agosto 2014

Ricercatore di bellezza


Claude Debussy
22 agosto 1862
"Là dove si arresta il potere delle parole comincia la musica..." Wagner

Lasciatevi pervadere dalla magica alchimia che dalla musica di Debussy si sprigiona, vi prenderà per mano e vi porterà nella bellezza e nei segreti della natura, mettendovi in contatto con il mondo elementale che vive nei boschi, nelle acque e nella profondità della terra.
Lui cercava la bellezza e la perfezione ed è riuscito con i suoi brani a dare la chiave per raggiungerla e comprenderla.
Debussy aveva una intensa vita interiore e aveva stretti contatti con gli Iniziati della Parigi occulta ed esoterica.

E’ dall’infanzia (grazie a mio nonno) che conosco la sua musica, questo vuol dire avere aperto la percezione e vedere oltre… Un piccolo consiglio provate ad ascoltare le sue composizioni quando siete nei boschi, mentre passeggiate sulle rive del mare o di un lago, soprattutto all’alba e vi si dischiuderà un mondo che solitamente i vostri occhi e il vostro cuore non vede e non ode!
E.d.R.7



mercoledì 20 agosto 2014

Fine di Atlantide



E gli dei tirarono a sorte.
Si divisero il mondo:
Zeus la Terra,
Ade gli Inferi,
Poseidon il continente sommerso.
Apparve Atlantide.
Immenso, isole e montagne,
canali simili ad orbite celesti.

Il suo re Atlante
conosceva la dottrina della sfera
gli astri la geometria,
la cabala e l'alchimia.

In alto il tempio.
Sei cavalli alati,
le statue d'oro, d'avorio e oricalco.
Per generazioni la legge dimorò
nei principi divini,
i re mai ebbri delle immense ricchezze
e il carattere umano s'insinuò
e non sopportarono la felicità,
neppure le felicità,
neppure la felicità.

In un giorno e una notte
la distruzione avvenne.
Tornò nell'acqua.
Sparì Atlantide.

E da allora gli dei ancora sono tornati un altra Atlantide hanno creato, ma sembrano aver scordato antiche formule ed ora anche questo progetto è franato, sgretolato dalle mani degli umani che non sanno e che non vogliono sapere. E che il potere sulla materia ha portato a divorare tutto quello che hanno trovato sul loro cammino, uccidendo in loro il Principio Spirituale che è la loro unica vera identità. Ora sta per finire anche questa Atlantide insieme alla razza che ha tradito se stessa.
I SETTE DEI TEMPI

martedì 19 agosto 2014

La PACE non si incita la si vive!


Chi incita alla pace, ripetendo: pace, pace, pace... in realtà promuove la guerra. La pace è una condizione che risiede nell'anima e nella mente, per cui deve divenire azione reale, e l'azione non è “parola” ma fatto compiuto.
Bisogna diffidare di chi incita alla pace in continuazione con sole parole perché in realtà promuove la guerra.
La pace è un modo di ESSERE (e non apparire) che non ha bisogno di venire nominata in continuazione.
Così è anche per AMORE, continuando a dire che bisogna amare, amare, amare anche il tuo nemico non si risveglierà l'Amore, perché è un moto del cuore spirituale (e non umano) che non si può risvegliare con le parole (che escono dalla bocca ma non dal cuore).
Ci sono troppe parole, bla e bla, che stordiscono e ubriacano e che rimangono vuote parole perché non vissute interiormente.
Pace, amore, fratellanza, ecc. sono parole vuote e pericolose, e spesso chi incita a tutto ciò lo fa per uno scopo personale, per farsi vedere buono e giusto, per fare proselitismo eh sì non bisogna dimenticare che siamo in piena epoca dei falsi profeti!
SONO SOLO PAROLE E SOLTANTO VUOTE PAROLE...
Ognuno di noi nel suo percorso può scoprire questi stati vivendoli e non cercandoli. Risiedono già nel nostro “essere” addormentati...ed è solo imparando a conoscerci nel profondo, che risvegliamo questi stati d'essere e non sentimenti (questi sono un umano stare precario) e non hanno parole per essere descritti.
Per cui non seguite i “pifferai magici” che ne parlano troppo perché in realtà vogliono soggiogarvi, se veramente conoscessero questi stati dell'anima non ve li citerebbero più.
Bisogna crescere nella CONOSCENZA di noi stessi, perché il Maestro è solo dentro di noi. Mai seguire gli altri e vederli come maestri, possono divenire solo inganno, e poi una strada che loro percorrono può non essere la nostra, in questo modo tradiamo noi stessi , la nostra verità, la conoscenza di chi siamo realmente continuando a stare nel gregge che va rifuggito!”


R.D.M.7* - M.G.T. 777 


lunedì 18 agosto 2014

Essere se stessi!


I doveri, gli obblighi e le leggi umane sono la morte dell'anima, sono il mezzo di chi impera il Mondo per tenere in prigionia gli esseri. Nulla vi deve essere in cui convenga essere costanti e rispettosi se non nell'ESSERE SE' STESSI.
Vivere secondo la propria indole è l'unica disciplina che conviene apprendere, e come spesso apprenderlo significhi dimenticare ogni altra conoscenza, dato che ciò che hai appreso con lo sforzo e l'applicazione il più delle volte allontana dal vivere chi sei.
M.G.T.777


venerdì 15 agosto 2014

L'arte della musica CREANTE


Che cos'è l'arte della musica se non i ricordi fetali
del Creante nel grembo della Grande Dormiente.
La musica che all'origine forma non ha
ma è pensieri che attendono di essere espressi.
Questa è la musica cosmica
presente ovunque nell'Universo,
che scendendo nel mondo materico
diviene la musica che il feto umano
ode nel grembo della madre.
Ed il ventre è la cassa risonante 
di un tamburo
ponte tra cielo e terra affinché
il feto da essere spirituale  possa indossare
il veicolo del corpo umano.

R.D.M.7*

martedì 12 agosto 2014

Sette fili di canapa


Troppo spesso, ora come in passato, delle persone scrivono cose di cui non riescono a penetrarne i significati e i concetti ed, dall'alto della loro ignoranza, giustificano il testo commentando che era solo una favola.
Il punto massimo della sua ignoranza Mario Castelnuovo lo ha raggiunto con il commento, da lui fatto, al testo della sua canzone Sette fili di canapa. Vediamo in dettaglio il suo testo e commentiamolo in una lettura spoglia delle sue paure, delle sue indecisioni e del suo rifiutare il compito scelto.
Castelnuovo è convitno che anteporre c'erano, come coloro che antepongono C'era una volta, trasformi automaticamente il proprio testo o il proprio scritto in una favola autorizzandoli ad affermare qualsiasi cosa.

C'erano sette medici a tavola
e un amore già anemico
dissanguato, per strada

unirò sette fili ed avrò perduto,
unirò sette fili e sarò perduto

C'erano sette Cristi a Follonica
ed un ateo, sul Sinai,
bivaccava e aspettava

C'erano, poi, sette topi sull'edera
e più giù un cavaliere giovane
preso da una tagliola

unirò sette fili ed avrò perduto,
unirò sette fili e sarò perduto.

SETTE: è il numero del nobile sacrificio di sé e con la frase “fili di canapa” aggiunge ulteriori particolari di cui riportiamo il famoso indovinello legata alla canapa: Sono verde e sono nato, porto in testa belli fiori, ma poi vengo incatenato, e nell'acqua imprigionato, e poi tra chiodi e tra gli spini, mi spezzano le reni.
E poi chiaramente c'è un ottavo, che canta fuori dl coro, è l'Abele d uccidere.
Quindi i sette destinati sacrificarsi con il difficile compito, in tutti i modi impedito, di uccidere l'ottavo, e tutto ciò deve avvenire sotto il cielo di rame, tra il 21 Aprile e il 21 Maggio, o in alternativa, tra il 23 settembre e il 23 Ottobre, questi sono i periodi in cui l'Abele può essere ucciso.
Medici a tavola, sette persone con il potere della medicina che è la forza essenziale che presiede all'acquisizione della conoscenza ed esiste ancora l'ottavo fuori dal coro ma è ormai esangue perché i sette medici si sono riuniti al tavolo per decidere della sua fine che è ormai imminente.
Poi si afferma che se l'Abele unirà i sette fili avrà perso in quanto la loro unione porterà alla sua morte confermandolo con unirò i sette fili e sarò perduto; l'Abele non può non tentare di unire i sette fili in quanto sa che è il suo compito.
Sette cristi a Follonica, questo è il luogo dell'appuntamento per i sette fili, mentre l'ateo (Abele) bivacca e aspetta che i sette finalmente giungano al punto di riunione.
Da questa riunione essi diventano sette topi (il topo rappresenta l'aspetto sotterraneo della comunicazione col sacro) sull'edera che rappresenta il ciclo eterno delle morte e delle rinascite, dedicata ad Attis della terra e delle messi, dunque del raccolto... e più giù il cavaliere giovane preso dalla tagliola, ormai preda di questa immane caccia, immolato nel sacrificio sacro.
R.D.M.7*


Chimera

Chimera
Pagata a duro prezzo
anche la speranza
altro non resta
che chiudere questo libro
che raccontava
di un sogno d'amore
ormai svanito...
Rimane soltanto
un fiore appassito
tra pagina 11 e 12
per ricordarne i voli!

Roma (adesso è troppo avara...), 12 agosto 1984, notte di Luna Piena, Guerra e Tradimento. Protagonisti il romano dei sette, la donna del lago, il templare e la fanciulla del Vesuvio e tante comparse...
Lirica di E.d.R.7

lunedì 11 agosto 2014

Lo sguardo lontano


Sono immensamente turbato dai tuoi occhi,
Sono colpito dalla piuma della tua debole replica,
il rumore del vetro esprime facile sdegno e nasconde
ciò che i tuoi occhi vorrebbero spiegare

Jim M.


Nel momento in cui si leggono queste parole si viene immediatamente colti da un'emozione fortissima, profonda, a tal punto da sentirla, come se la si stesse vivendo. La turbe che accoglie lo sguardo di colui che guarda colpito, gli occhi che di fronte lo colgono quasi alla sprovvista, una turbe di fronte quel mondo interiore meraviglioso, cristallino, trasparente, che si mostra senza velo alcuno.
.. non è un solo istante, è un continuo accogliere e nulla può spezzare questo incanto, salvo la parte più fisica, più terrena di noi, che tenta  e ritenta di apporre una barriera di fronte cotanta verità, ma quel vetro, agli occhi dell'Io interiore, che tenta di offuscare quanto realmente deve emergere, conscio della propria meraviglia, continua nel proprio splendore.
A  nulla è valso questo irrompere e nemmeno il suo fragore può spaventare.. solo indurre allo sdegno per aver interrotto un simil capolavoro. L.C. 777

Dedicato a M.G.T. 777 che durante il proprio cammino terreno fu conscio del proprio esistere passato e in questa sua sin troppo chiara percezione dovette " subire " l'ingiusto riconoscere un proprio sé che fu presente sin dagli albori della propria vita.  ... una forte lucida verità mette alla prova sin da subito l'essere fisico presente che non accoglie una memoria.. bensì ne fa parte sin da subito. Lascio immaginare a voi cosa può significare..





sabato 9 agosto 2014

Un uomo alla ricerca, tra tormento e contemplazione


Hermann Hesse
02/07/1877 – 09/08/1962
"La vita di ogni uomo è una via verso se stesso"

Un uomo alla ricerca di se stesso che sin dall'infanzia l’interesse per la religione e la fede ne tracciò il cammino e sviluppò in lui l’idea che tra le religioni ci dovesse essere una sintesi per divenire –Mistica Universale-.
Animo tormentato in cerca di serenità scrisse opere di una prosa di ampio respiro lirico (Nobel per la letteratura nel 1946) che ti avvince e ti trascina tra scenari di insinuante sensualità e di spiritualità intensa, tra ragione e una emozionalità sentimentale che ti portano a scavare nel profondo del tuo essere.
Avevo solo 12 anni quando lessi "Siddharta" che fu capace di scuotermi come un uragano per poi farmi assaporare le dolcezze di nuovi approdi per la mia anima già così curiosa di comprendere la Vita….
"E tutto insieme, tutte le voci,
tutte le mete, tutti i desideri,
tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male,
tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire,
era la musica della vita."
Hermann Hesse – Siddharta
E.d.R.7
Pr conoscerlo di più:
www.hermann-hesse.de/it

giovedì 7 agosto 2014

Vita, la vera battaglia.

" Siamo giunti qui con un compito, per realizzare quanto da sempre ci si era promessi, non vi è umiliazione, non vi è dolore o malvagità capaci di fermare quanto si ha nel cuore. Gli abbandoni sono all'ordine del giorno, tradimenti inaspettati e capaci di sconvolgere ma anche di rendere liberi e più forti, vi sono i malevoli incontri e le allodole che giungono per giocarci..

..è una battaglia molto dura, non siamo giunti per fermarla, impedirla significherebbe non lottare, non imporre il proprio volere e desiderio recondito. Non siamo qui per fermare una battaglia perché da che mondo e mondo, tempi e tempi, il nemico è sempre esistito, il male, che si nasconde dietro false spoglie, vuole dare falsa conoscenza e imporre il proprio potere.. ecco perché non fermarla. 

Noi non siamo qui per fermare questa battaglia, per bloccarla, noi siamo qui per vincerla "

L.C. 777



domenica 3 agosto 2014

LA NUOVA ECONOMIA - nel pensiero di O. Mikhaël Aïvanhov



Al giorno d’oggi, gli esseri umani hanno sempre più la tendenza a dare il primo posto all'aspetto economico, e in apparenza hanno ragione. Se non avete il denaro necessario per procurarvi il cibo o una casa, sicuramente tutto si complica!... Ma, in realtà, l’economia non è tutto, perché essa stessa dipende da fattori situati su un piano più elevato. L’aspetto economico, se volete, è la parte morta; non può spostarsi né agire né esprimersi. Sono altri gli elementi che decidono di spostarlo qui oppure là, e a seconda che sia la saggezza o la follia a spostarlo, i risultati sono assolutamente diversi. Quando la “testa” che deve decidere è malata, alla fine è l’economia stessa che va in rovina. Ecco allora il malcontento, gli scioperi, le rivoluzioni… E’ un peccato che gli esseri umani si siano lasciati fagocitare dalla materia a tal punto da dimenticare che la cosa più importante non è la materia stessa, ma i fattori che agiscono su di essa.”
I fattori spirituali che sono all’origine di ogni situazione economica, nella società e nel singolo, possono essere compresi ricorrendo all’interpretazione di alcuni simboli.
La sapienza degli Iniziati esprime con il simbolo della lettera ebraica Aleph la circolazione delle energie e il legame con la fonte spirituale che unisce tutte le creature:
Studiando la lettera ebraica Aleph, si vede che schematicamente essa rappresenta l’essere umano con un braccio teso verso l’alto per ricevere le benedizioni del Cielo, e l’altro braccio teso verso la terra, per distribuire ciò che ha ricevuto. Ebbene, ecco ancora un simbolo che prova che si deve essere al contempo capitalisti e comunisti , essere capitalisti per poi essere comunisti; prendere per poter dare. Finché si pensa al capitalismo e al comunismo separatamente, opponendo l’uno all’altro, si è in errore… E’ del tutto normale voler possedere, ma voler soltanto possedere senza dare nulla è un istinto primitivo che va educato… La saggezza consiste quindi nel lasciare che si sviluppino le due tendenze, quella capitalista e quella comunista.”
Questo concetto lo si ritrova, oltre che nell'economia, anche nella vita sociale, e nella struttura stessa del corpo fisico, dove il sangue arterioso apporta nutrimento a tutto l’organismo, mentre il sangue venoso raccoglie le scorie da purificare nel fegato, nei polmoni e nel cuore, prima di rimetterlo in circolo. Il Maestro Aïvanhov dimostra, ancora una volta, come la struttura dell’essere umano sia un perfetto esempio della corrispondenza fra il microcosmo e il macrocosmo:
La circolazione del sangue è in realtà il riflesso di un processo cosmico. L’energia viene da Dio, dal centro, e discende attraverso tutti i regni della natura (gli esseri umani, gli animali, i vegetali… ) per vivificarli, caricandoli così di impurità; poi, per vie che non si conoscono, ritorna fino ai polmoni e al cuore dell’Universo per purificarsi e poter essere nuovamente inviata alle creature.”
Corrispondenza che riporta al fattore spirituale e originario dell’economia, e che ci chiede una consapevolezza diversa e un senso di responsabilità adeguato alla nuova conoscenza, individualmente e collettivamente, poiché ciò che parte dal singolo arriva al collettivo:
La vera economia non si trova dunque là dove la si cerca; e vi dirò anche che essa consiste nel non sciupare le forze, le qualità e le energie che il Cielo ci ha dato. Essa ha inizio quindi dalla saggezza, dalla misura, dall’attenzione. Attualmente, non si vedono altro che economisti: il mondo pullula di economisti! Ma l’umanità deve avere inizio in alto, nell’intelligenza: nei pensieri, nelle parole, negli sguardi, nel modo di agire, nel modo di vivere… Perché non basta evitare di cadere, di ferirsi o di rompersi qualcosa, ma bisogna anche evitare di trasgredire le leggi del mondo invisibile. Nel piano psichico ci sono dei meccanismi che vengono messi in moto senza saperlo, ci sono delle entità che vengono disturbate, delle leggi che vengono trasgredite, e in seguito se ne subiscono le conseguenze… Per la scienza iniziatica la vera economia consiste nel modo di vivere.
Perciò, ecco, io insisto sull’attenzione interiore, l’attenzione in ogni istante, in ogni minuto del giorno e della notte, per sapere cosa sta avvenendo dentro di voi, quali sono le correnti e le influenze che vi attraversano… Si può creare il proprio avvenire tramite il pensiero, ma non quando si è talmente disattenti e incoscienti.”
Il perfezionamento dell’uomo è uno dei temi predominanti nell'Insegnamento del Maestro; e qualsiasi elemento, anche sociale, diventa uno strumento per raggiungere tale obiettivo.
Un sano concetto di economia prevede che di essa si riconoscano gli aspetti spirituali e materiali e che questi, unitamente, trovino espressione e si realizzino sia nell’interiorità del singolo individuo che in una collettività fraterna, poiché tutto è interconnesso, organizzato e gerarchizzato.
Non c’è questione più importante dell’economia, su questo concordo. Tuttavia c’è una cosa che gli esseri umani non hanno capito, ed è che per risolvere un problema non è in basso che occorre studiarlo, ma in alto, perché ciò che è in basso non è altro che il riflesso di ciò che è in alto. La natura stessa è la sola che conosca l’economia e sappia come riuscire a non perdere nemmeno un atomo. Un piccolo granello di polvere, del sudiciume… tutto viene utilizzato.
Osservate: la terra assorbe tutti gli scarti e le immondizie che gli esseri umani espellono, trasformandoli nei suoi laboratori in basso, ed ecco che questi diventano un nutrimento per tutta la vegetazione. Niente va perduto, niente viene rifiutato. Gli esseri umani invece, che sono lontani dall’intelligenza della terra, dall’intelligenza della Natura, sono costantemente assillati dalla questione dei rifiuti. Guardate i problemi causati dai rifiuti radioattivi e da altri rifiuti che risulta impossibile distruggere. Si è costretti ad ammassarli in gallerie sotterranee, ma questo fa correre terribili rischi all’umanità.
Un essere che spreca, consuma e disperde tutto, interiormente, psichicamente, a causa delle sue passioni, dei suoi desideri, dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti disordinati, quale comprensione può avere dell’economia? Direte che non vedete il nesso… Eh sì, i due settori non sono separati. Ecco perché coloro che sono a capo di un paese e si pronunciano sulla questione dell’economia, prima di farlo sul piano fisico devono anzitutto imparare l’essenziale, che non si trova nei libri di economia: sapere come l’uomo è costruito, come è legato a tutto l’Universo, come questo Universo è gerarchizzato, e sapere che tutte le imprese umane devono aderire a un modello, a un’idea celeste. Solo allora tutto ciò che faranno, tutto ciò che ordineranno sarà perfetto.”

* Brani tratti dal volume L’Acquario e l’arrivo dell’Età d’Oro” di Omraam Mikhaël Aïvanhov  Edizioni Prosveta

Gran parte dei pensieri di quest'uomo che ha camminato sul pianeta Terra sono veramente ispirati dallo spazio Spirituale, come questo LA NUOVA ECONOMIA - I fattori spirituali all'origine dell’economia. per questo ritengo sia interessante condividerlo sul nostro blog.
R.D.M.7*

sabato 2 agosto 2014

La parte di te.. L' Io Superiore

Sono fonte di conoscenza e sapere, ti odo, ma spesso tu non odi me,
ti seguo, ma tu non pari sempre voler seguire le mie orme,
ti cammino al fianco ma tu tendi più volte a tenermi a distanza, 
ti parlo in continuazione ma dallla coltre terrena quanto ti fai immergere.

Sono fonte di conoscenza e sapere, sono la parte di te più alta e pura
e mi addolora vedere il fiore puro che sono, fatto in carne ed ossa
appassire pian piano per poi morire in un soffio di pagliuzze,
quelle stesse pagliuzze che d'oro e d'argento avrebbero colorato il mondo.

Sono fonte di conoscenza e sapere, non va sprecato un solo attimo di
quanto può essere fatto e vissuto, non posso dirti non troverai nemici
sul tuo cammino, posso invece dirti ne troverai tanti, molti, ma troverai
anche forti alleati, persone pronte ad aprire il loro cuore e se pazienza
avrai saputo mantenere, amore dispensare, calma donare, pensiero far
fruttare allora le porte di quel sentiero che ci allontana si spalancheranno
e non saremo più due parti divise da una coltre buia.. ma un'unica parte 
che respira e viaggia nella stessa medesima purezza fatta luce..

..a te che per un attimo hai voluto sentire le mie parole.
...nell'immediato momento fatto dialogo.
                                                 


...e dal basso del nostro spazio disegnato un segno d'amore
..da noi a voi
L.C. 777


venerdì 1 agosto 2014

L'Occhio Oniveggente.. che tutto vede

Alcuni di noi hanno la possibilità di " vedere ", vi è chi parla dell'occhio oniveggente.. che tutto vede e tutto può vedere, " The all seeing eye ", il terzo occhio che aperto viaggia lungo il tragitto della conoscenza e del pensiero senza limite di confine.
Vi è chi riconosce la sola pura veggenza e chi invece associa questo piccolo, ma  meraviglioso simbolo in modo elementare e " spicciolo ", parlandone come un immagine presente in alcune chiese cattoliche, o come divinità che gli ebrei chiamano Jahvé o ancora un Dio per i cattolici ecc. Le interpretazioni e classificazioni in realtà sono molteplici e sono del tutto conosciute, una mistura di ingredienti combinati e più volte assaggiati, ma che talvolta vengono nuovamente tirati fuori dalla dispensa per preparare qualcos'altro di apparentemente nuovo ma che in realtà si è già più volte mangiato, sotto forma di un cibo diverso ma lo si è già mangiato e rimangiato. E' forse il momento di ritenere questo simbolo per ciò che realmente rappresenta.

Una coscienza confusa non può percepire la presenza del Divino, di ciò che è un " vedere ", un " sentire ", quando la mente si rasserena, il cuore incomincia ad aprirsi, e il corpo e la vita diventano il tempio in cui dimora il vostro Divino Sé.
E' da capire che l'Universo non è una macchina, come in molti vogliono far credere, una macchina perfetta o imperfetta, con ingranaggi controllati da varie organizzazioni, società, individui che credono di poter spiegare ogni cosa attraverso un mare di informazioni che in realtà sono soltanto frutto di quanto si è riusciti a carpire, semplici informazioni riportate e puramente trascritte, ma assai più complesso e veritiero è esporre quanto personalmente si sente e si riesce a vivere attraverso le enormi capacità personali, perché in molti le abbiamo ma molti di noi non le sanno usare, o meglio, escludono di saperle usare allora..
.. L'Universo è vivo, organico, avere una consapevolezza vigile dell'Universo significa compiere un viaggio continuo, una volta percepito il nostro Sé, in quel momento, si spalancheranno possibilità infinite dinnanzi a voi e potrete cominciare a vivere!
Vivere è vedere al di là di ciò che si è sempre pensato di vedere, è riuscire a camminare e non solo puntando i piedi al terreno sottostante le nostre scarpe, è riuscire ad avere intuizioni eccelse e soluzioni e ottenimenti inaspettati, incredibili e magici doni che sono frutto di azioni e decisioni profonde.

Essere aperti al Sacro del vedere significa vivere esperienze senza bisogno di alterare una coscienza propria, quell'occhio è simbolo di magia, una magia che abbiamo nel cuore, una forza tutta nostra, del nostro spirito, della nostra anima e a dispetto di quanto chiunque potrebbe contestare si tratta di capacità psichiche che si possiedono ma che in molti si tende a soffocare, a escludere.. perché nella cultura che ci circonda queste esperienze non vengono sempre considerate e apprezzate. Nel momento in cui si vuol " vedere " lo si decide, si fa della palestra mentale, quello che chiamiamo esercizio per il corpo esiste anche per la mente ed è ciò che controlla e regola " tutto " di noi. La mente è tutto, il nostro " Io superiore " è realmente colui che ci conduce per mano e se riusciamo anche a tratti a sentirlo.. allora non potremo mai sbagliare e tutto ci parrà perfetto. Come dicono sempre la mia cara madre e il mio caro padre.. " il giusto equilibrio tra materialità e spiritualità questa è l'equa perfezione ". 
Essere condotti oltre questa nostra realtà conducendo ad una proiezione o sensazione di quanto sta per avvenire, di quanto si sta per vivere, ..e se fosse molto di più..?? La nostra mente e il nostro cuore sono al centro del nostro essere, liberare dei blocchi che regnano in noi significa aprire delle porte, aprire delle porte significa liberare delle parti di noi sino all'ora sconosciute o inutilizzate, inutilizzabili perché non ritenute utili o rilevanti, è questa nostra indifferenza al Sacro del nostro essere che ci conduce dritti a una materialità e pura fisicità che a nulla può portare se non a una fine, perché è ciò che conosce fine un giorno e ciò che invece rimane immortale è destinato a un esilio se non riconosciuto, curato, amato, consacrato.

L'Occhio Oniveggente è ciò che tutto può vedere ed è molto semplicemente in noi, è parte di noi, custodito all'interno di un cassetto che è solo fatto di pura armonia del cuore, l'animo puro che non esprime giudizio e che non solo viaggia per propria conoscenza e coscienza ma persegue un'alta conoscenza e un sacro del vivere che nulla lascia al caso.. non parliamo di nulla di scientificamente classificabile, ma che in più casi venne utilizzato e sfruttato a favore di teorie e poveri credi, come per tanti altri simboli..
.. Come ogni lato della medaglia se ne può conoscere ciò che da sempre appare, ciò che agli occhi ci viene presentato, attraverso vari mezzi e strumenti, o con un pizzico in più di volontà e vero sapere conoscerne gli ampi e profondi significati che non riguardano prettamente il mondo per quello che non è e appare ma il mondo per quello che è realmente, in ogni propria componente e perfetta creazione.. L.C. 777