giovedì 26 settembre 2019

Esseri spirituali nel corpo materiale


Il sè divino – Tu Sei Luce!

Se non vivete che per la spiritualità, perderete un poco la coscienza della vostra missione sulla terra e, per questo fatto, non sperimenterete la vita come si deve. Se vi preoccupate troppo dell’aspetto materiale, vi taglierete fuori completamente dalla spiritualità e non riceverete l’aiuto considerevole che essa vi può dare per aiutarvi a vivere tutte le esperienze della vita. 
Qualsiasi cosa capiti, sappiate che sarà sempre per il bene, per la trasformazione, per la crescita delle anime che si trovano attualmente a vivere l’esperienza sul pianeta Terra. In realtà dovete preoccuparvi di una cosa sola : il vostro avanzamento, dovete preoccuparvi solo di conoscervi meglio.
Qualsiasi cosa possiate pensare voi avanzate e spesso non è quando vi sentite pieni d’Amore che avanzate di più. Avanzate realmente quando vi fate delle domande su voi stessi.
Per avere più facilmente coscienza di ciò che siete, dimenticate ogni tanto la vostra personalità oppure cercate di trasformarla.
Quando vi guardate allo specchio, cercate di scorgere la gioia che c’è in voi, questa bellezza che niente e nessuno può offuscare, questa bellezza Divina, questo irradiamento. E’ questa la vostra realtà, il resto non è che illusione, il resto appartiene alla terra, il resto è materia che si decompone, il vestito che vi è servito e che vi serve ancora per manifestare la vita, per sperimentare la vita su questo mondo.
Non dimenticate che ogni giorno voi scrivete la storia della vostra vita e che, quando ci raggiungerete, ci racconterete tutte queste meravigliose cose che avete fatto, l’immenso Amore che avete potuto dare, le grandi gioie che avete provato, i vostri scambi così profondi. lavorate alla pace interiore, alla serenità, perché, quando siete completamente turbati, preoccupati, quando avete delle paure, qualsiasi esse siano, si produce in voi un immenso scompenso energetico e come vorreste poter accedere ad altri livelli di coscienza ? Non potete andare avanti che nella calma, nella serenità, nella pace, nella gioia e nella fiducia.
Per essere degli esseri forti bisogna sempre andare avanti e per potere andare avanti, non dovete caricarvi inutilmente di pesi o cose che non servono. Per poter camminare facilmente, bisogna essere il più leggeri possibile nei propri movimenti. Questo si applica al vostro corpo fisico, ai vostri pensieri, ai vostri stati emozionali, così come ai vostri livelli di coscienza..
pensieri di A. Gravinese
Posto queste frasi trovate in rete perché ben si sposano con il pensiero che ha accompagnato la mia vita terrena, rivolto in special modo verso tutti quegli umani che immersi solo nella dimensione materiale, che dovranno abbondonare nel momento della morte, dimenticano e non scoprono la loro vera identità e la ragione del loro viaggio terreno. Esistono anime che però hanno un compito più elevato e che escono dalla folla ma che immersi in questo mondo materiale perdono la coscienza di sé condannandosi a una vita in cui poi sentono disperazione e mancanza costante di qualcosa, per questa ragione iniziare a fare  i primi passi come fanno tutti gli umani è essenziale anche per ritrovare "gli altri" sul proprio cammino. Chissà che queste parole diano la voglia di ritrovare il proprio compito, e il sentiero da percorrere per svolgerlo, superando  la furiosa falsa realtà dell'attuale situazione epocale che state vivendo.
A. Zanatta

domenica 22 settembre 2019

I ponti del Diavolo

I ponti del diavolo e altri luoghi misteriosi e infernali in Piemonte e Valle d'Aosta




I ponti del diavolo e altri luoghi misteriosi e infernali in Piemonte e Valle d'Aosta
Di Claudio Santacroce

Claudio Santacroce, ricercatore e studioso originario delle Valli di Lanzo, autore di saggi e articoli etnografia, dialettologia e folklore, ha pubblicato il libro “I ponti del diavolo e altri luoghi misteriosi e infernali del Piemonte e della Valle d’Aosta”, strettamente legato alla sua terra di origine, visto che a Lanzo Torinese sorge il celebre “Ponte del Diavolo”.

Da questo ponte, con la nota leggenda sulla sua diabolica costruzione, Santacroce ha avviato una ricognizione che ha portato alla raccolta di 222 storie, leggende e curiosità su luoghi del Piemonte e della Valle d’Aosta nei quali il diavolo ha lasciato traccia del suo passaggio e della sua opera. Questo numero non è casuale, perché 222 si ottiene dividendo 666, il “numero della bestia”, diventato simbolo del diavolo, con il 3 simbolo della Trinità e della perfezione!
Come si diceva, è a Lanzo Torinese che troviamo il ponte del diavolo più noto. In Piemonte ve ne sono altri, nelle varie province, a Ronco Canavese e ad Alice Superiore (Torino), a Dronero e a Neive (Cuneo), in Val Mastellone (Vercelli), a Cannobio e a Trasquera (Verbania). La Valle d’Aosta ne possiede uno, a Pont Saint Martin.
Non esiste un modello architettonico costante di ponte del diavolo. Quello che caratterizza e accomuna questi particolari ponti è la leggenda che attesta l’intervento del diavolo per la realizzazione di un’opera impossibile ai comuni mortali. Dotato di sovrumane capacità edilizie, il diavolo non dimostra però particolare astuzia: la leggenda narra invariabilmente che il maligno, dopo aver realizzato il ponte, è stato beffato da un santo, da un religioso, addirittura da un contadino scaltro e da una ragazza accorta.
Nei racconti tradizionali popolari del Piemonte, il diavolo viene spesso ingannato e beffato con vari stratagemmi, lo aveva già notato Tancredi Tibaldi nel suo studio del 1911 intitolato “Il diavolo nella leggenda e nella tradizione in Val d’Aosta”: «Per una inspiegabile contraddizione, il diavolo, che in tutta la cristianità ha fama di esperto maestro di perfidia, è raffigurato invece nelle tradizioni e leggende … come uno scemo, un minchione di una ingenuità paradossale, che non riesce in nessuna gherminella».
Apprendiamo poi dalla lettura del libro che il diavolo è transitato ed ha agito non solo su ponti, ma in castelli, case, abbazie, cappelle, piloni, camini, garitte e mulini. E poi ancora gallerie, canali, pozzi, strade, rotaie, sedie, scrivanie, porte, campane, carri, possono rappresentare luoghi o oggetti in cui il maligno ha lasciato una perpetua traccia, una firma invisibile e terribile.ùCosì montagne, valli, passi, colline, bricchi e rocche, pietre, rocce, impronte, dirupi, campi, pascoli, grotte, tane, buchi, gorghi e fontane, ogni luogo che ci circonda, ogni oggetto che sfioriamo può essere pervaso dalla sua inquietante presenza...
È curioso ricordare, in conclusione, che il libro di Santacroce è stato recensito anche su La Stampa, su La Repubblica e soprattutto da Oddone Camerana su “L’Osservatore Romano” di sabato 11 gennaio 2014. Camerana si è soffermato sui ponti del diavolo, indicati come “una realtà attraente e conturbante”, ed ha portato così questo particolare aspetto “demoniaco” del Piemonte sulle pagine dell’organo ufficioso della Santa Sede. E così Santacroce (il cui cognome è di per sé una scaramanzia) è entrato col diavolo addirittura in Vaticano!!!
Articolo di Milo Julini
Risultati immagini per ponte del diavolo pont saint martin
Pont Saint Martin.
postato da R.D.M.7* su segnalazione di Mamma Bruna

venerdì 20 settembre 2019

Il silenzio la strada che conduce a se stessi

AL



« Alleato alla bellezza di un paesaggio, il silenzio è una strada che conduce a se stessi. Un momento di sospensione del tempo in cui si apre un passaggio che concede all’uomo la possibilità di ritrovare il suo posto, di raggiungere la pace … La punteggiatura del silenzio gustato in diversi momenti dell’esistenza mediante il ricorso alla campagna o al monastero, al deserto o alla foresta, o semplicemente al giardino, al parco, appare un ritorno alla sorgente, un tempo di riposo prima di ritrovare il rumore, inteso nel senso sia letterale sia figurato di un’immersione nella civiltà urbana. Il silenzio produce allora un’acuta sensazione di esistere. Segna un denudamento che permette di fare il punto, di raccogliere le idee, di ritrovare un’unità interiore, di risolversi a una decisione difficile. Il silenzio sfronda la persona e la rende di nuovo disponibile, debella il caos nel quale si dibatte» .
David Le Breton, “Il mondo a piedi. L'arte della marcia” 

Postato da M.G.T.777