lunedì 10 agosto 2020

Essere infinito

Capire di essere l'infinito nell'infinito essere, conduce all'infinito sconosciuto. L.C.V 777

sabato 8 agosto 2020

 L'Appeso - Tarocchi di Marsiglia. Alcuni signifcati dell'Arcano XII


“I Tarocchi sono una finestra aperta sull’infinito” - “Quando si riesce a farli parlare, superano in eloquenza qualunque discorso, poiché permettono di ritrovare la Parola perduta, cioè l’eterno pensiero vivente del quale sono l’espressione enigmistica. Wirth

Voglio scegliendo una lama che viene ritenuta negativa dimostrare che i Tarocchi vengono umiliati utilizzandoli per parlare di amanti e altre bassezze di umani che non percorrono la via della conoscenza di sé stessi.

Voglio parlare del dodicesimo arcano maggiore: L’Appeso. Che non è affatto la carta negativa e la sua figura si ispira al dio norvegese Odino, che rimase appeso a testa in giù per nove giorni, alla ricerca della conoscenza interiore. Osservando la figura si nota che l’Appeso non tenta di liberarsi dalla scomoda posizione, anzi la utilizza per avere una visione del mondo alternativa: la realtà ora è capovolta, tutto appare al contrario, il sotto sta sopra ed il sopra sta sotto, ciò che sembrava prioritario ora è secondario, ciò che sembrava importante non lo è più, ciò che non si notava ora diviene rilevante.
Ecco che l’Appeso, apparentemente fermo e bloccato, è sì incapace di muoversi fisicamente, ma è anche in viaggio verso le proprie dimensioni interiori.
E, infatti, chiude l’occhio sinistro lunare per rivolgere simbolicamente lo sguardo all’interno, ad esplorare gli infiniti universi negletti dall’uomo comune, distratto dalla Materia.
Così si spiega alchemicamente il XII Tarocco e la figura seminuda nella scomoda posizione capovolta, che celebra il sacrificio rituale dell’impiccagione per la realizzazione della Grande Opera

A set of Tarot cards commissioned by Capitol Records for Halsey's "Hopeless Fountain Kingdom"

L’Appeso non si riferisce a un uomo soggetto a punizione. La sua apparizione in una lettura indica una ricerca spirituale che conduce ad una decisione, una transazione, un cambio di direzione. Frequentemente, la carta predice la resa di fronte all’esperienza, la fine di una lotta, l’accettazione. Quando questa carta appare nella lettura devi dare ascolto al tuo io interiore, anche se il messaggio può sembrare contrario alla logica.

Poi nella carta dell’Appeso va notato il simbolo fatto da un triangolo e da una croce. Chi ha presente l’appeso ricorda che ha una posizione strana; è singolare che uno venga appeso per una gamba sola e che l’altra gamba sia a croce. In realtà è una croce sopra a un triangolo che simboleggia l’acqua. Praticamente sono i quattro elementi che predominano e che possono essere padroneggiati solo se uno si abbandona al flusso dell’acqua.

Nulla a che vedere con le enormi falsità proferite da maghetti e cartomanti.

Postato da: R.L.DM.7*

mercoledì 5 agosto 2020

Solo l’Eletta potrà bere alla Fonte

E fu il principio, l’albero della Vita
germogliò, la Natura, gli Elementi e le
Creature formarono i due Regni, quello
degli Dei e quello delle Ombre.
Abbiamo dato agli uomini la libertà di
operare nell’uno o nell’altro ma essi ci
hanno dimenticato, deboli e fiacchi si
sono arresi alle schiere selvagge
asservite al Maligno, preda dei vizi,
ciechi alla Luce, dominati dagli istinti
sono morti nella loro coscienza..
E ora NOI nell’Era dell’Acquario
scuoteremo di nuovo la Natura affinché
li distrugga, per dimostrare che in essa
vigono il Bene e il Male. L’ira degli
Dei cadrà sugli idolatri cechi e
selvaggi, schiavi del Signore delle
Ombre, avvolti nella tenebra delle sue
illusioni.
Eppur nella collera splenderà la
misericordia, e doneremo loro un nuovo
raggio di Luce affinché vedano la
Nostra Gloria‘.

Tratto dal romanzo Il calice di Luce di Giordana Ungaro

Commento: Quante verità sono disseminate tra le pagine dei libri...

Tutti gli angeli sono essenzialmente angeli d'amore poiché riflettono la luce dell'onnipotente, che è amore, e si impegnano incessantemente per lo sviluppo armonioso dell'universo.

Postato da: M.G.T.777

martedì 4 agosto 2020

IL CANE, IL LUPO E DIO

"Il cane, il lupo e Dio": Folco Terzani esplora il potenziale umano

Una favola-romanzo, adatta a grandi e piccini: "Il cane, il lupo e Dio" è il nuovo libro di Folco Terzani, figlio di Tiziano Terzani, grande scrittore e giornalista italiano scomparso.

"Il cane, il lupo e Dio", si apre così, con uno dei comportamenti che pensiamo tra i più odiosi e vigliacchi: un cane abbandonato dal suo padrone.   Non sappiamo niente di lui e delle ragioni del suo gesto, se non che amava il suo cane e che quell'abbandono rappresenta l'occasione forzata per l'inizio di un lungo viaggio di formazione alla vita.

Il cane aveva riposto nei limiti del suo padrone tutta la sua vita, totalmente dipendente da lui. Un po' quello che succede a noi quando pensiamo che la nostra felicità dipenda da qualcun altro. Che se ce la dà può anche togliercela improvvisamente, senza avvertirci, senza che noi possiamo capire. Era il padrone del cane a pensare al riparo, al cibo quotidiano quando lui aveva fame, all'acqua quando aveva sete o ad ogni altra sua necessità."Il cane, il lupo e Dio" è una favola che racconta quanto potenziale c'è ancora in noi nei momenti più bui e dolorosi, quelli in cui pensiamo di non avere più possibilità e ci sentiamo soli, senza risorse e senza neppure un minimo della fiducia che sarebbe necessaria per ricominciare.

Il viaggio inizia quando non c'è più casa, né amore, né cibo e con la convinzione profonda che senza il suo padrone il cane non potrà sopravvivere. L'abbandono sembra diventare, quindi, qualcosa di necessario alla nostra crescita e che ci riporta al contatto ormai perso con noi stessi, con la nostra reale natura sconosciuta e temuta, nascosta dalle comodità e dai confort cui ci siamo abituati.

Il cane si mette in cammino e incontra i suoi simili. Alcuni lo aiuteranno e altri si riveleranno diversi da come li aveva immaginati ma è l'incontro con un branco di lupi che sarà determinante per conoscere la foresta in una natura lussureggiante, piena di pericoli ma anche di profonda bellezza, madre, maestra e fonte di infinite risorse e possibilità. Il lupo è l'animale guida, la saggezza, il compagno che aiuta a trovare la strada verso la Montagna della Luna, lontana e leggendaria, probabile sorgente della vita. La meta raggiunta, in realtà si rivelerà un luogo desolato e gelido ma il lungo cammino ha preparato il protagonista a vedere con occhi completamente nuovi la realtà che gli si presenta.

Il cane, il lupo e Dio è un libro sulle separazioni e gli abbandoni della nostra vita come dolorose e fondamentali occasioni di rinascita e rinnovamento profondo. E' un libro sulla fiducia, l'ascolto, l'attenzione che dobbiamo prima di tutto a noi stessi e alle nostre emozioni. E', ancora, un'opera sulla scoperta di un sentimento religioso che dovremmo alla Natura se ci mettessimo in connessione con lei. E', infine, un libro sulla libertà, di quanto essa sia difficile e per niente innocua.

Recensione di Marìca Spagnesi

Il Cane, il Lupo e Dio" di Folco Terzani - Cartonato - LA GAJA ...

Commento: Questo romanzo è un vero viaggio iniziatico in cui immergersi e identificarsi con quel cane addomesticato (come siamo addomesticati tutti noi dalle regole di una società che non ti vuole libero) guardarsi dentro e misurarsi scoprendo che le paure e le prove sono delle chiavi preziose per aprirsi e misurarsi in quel mondo che è solo nostro e che conoscendolo ti permette di vivere libero ed essere te stesso, anche in mezzo alle gabbie costruite dalla famiglia, dalla scuola, dalle religioni e dai credi politici. Misurarsi con la morte è importante perchè lì vi è il mistero della vita, ci accompagna dal nostro primo vagito ed è anch’essa un Maestro da ascoltare. Veramente molto bello e profondo ma tutto raccontato come una favola e come le favole più vere capace di insegnare.
Dal libro questa frase fantastica: “Non è che non vogliamo essere amici degli umani”, spiega l’anziano capobranco Muni al Cane: “Anzi, sarebbe bello. Ma vogliamo rimanere indipendenti, seguire gli istinti con cui siamo nati, non i loro. Gli umani si credono padroni del mondo, ma ancora non lo sono. Noi sopravviviamo nell’ombra, dove non sono ancora arrivati”.

Postato da E.d.R.7

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