lunedì 30 giugno 2014

I Custodi di Pangea nascevano...

PANGEA: dal greco pan "tutto" e gea "terra = tutta la Terra.
I Custodi di Pangea hanno una storia questo nome nasce nel lontano 30 giugno 1978 da quattro fratelli (Rene, Eliana, Danilo e Anna) che risvegliandosi insieme nelle loro coscienze volevano dare, appunto, un nome a tutte le loro creazioni e a tutte le loro manifestazioni.... ma poi il nome non fu utilizzato e si scelse altra denominazione. Oggi la ragione di averlo fatto riemergere dalle acque dei ricordi e degli avvenimenti passati è proprio dovuto ad una volontà di celebrazione per quegli esploratori del pianeta Terra che con grande entusiasmo si lanciarono nelle sfide per poter adempiere ad un compito “scelto coscientemente”!
Il nome "Pangea" fu attribuito nel 1915 da Alfred Wegener, in seguito alla formulazione della teoria della deriva dei continenti. Il vasto oceano (o "superoceano") che circondava il supercontinente viene chiamato Panthalassa ("tutto il mare"), mentre l'ampia insenatura che separava parzialmente la parte settentrionale da quella meridionale prende il nome di Oceano Tetide. Il nome Pangea si usa oggi per le unioni e riunioni di cose o persone questi ultimi in particolare.

Il sapere rimasto fra le pieghe del tempo, Pangea l'ho custodisce nella memoria, ed i memori di quelle terre primordiali con nuovi volti e pronti per il salto nel futuro, e riunendosi vogliono trasformare quelle conoscenze in mezzi di crescita per tutti coloro che sono pronti con la mente e con il cuore alla “trasmutazione”, insieme alla trasformazione morfologica e spirituale di Madre Terra!
R.D.M.7* - E.d.R.7

domenica 29 giugno 2014

L'inganno dell'immagine


Sulla Riflessione della Luce
La riflessione della luce porta dentro di sé un'inclinazione ed una torsione rispetto al vero.
Non esiste più  immagine falsa di quella riflessa.
Ciò che voi vedete nello specchio non siete voi nemmeno in maniera sommaria.
Anche lo specchio più perfetto vi darà un'immagine sommamente torta e più   perfetto sarà più perfetta sarà la torsione di voi  e della vostra immagine.
Voi non sapete chi siete, perché la vostra identità la basate sull'immagine torta di uno specchio e sull'inganno che la materia provoca.
Guardatevi dentro e saprete.

R.D.M.7*

venerdì 27 giugno 2014

Pensieri all'Infante

L'Infante vive spensierato la propria quotidianità, ha bei pensieri, non conosce vili atti e proietta i propri sogni ad occhi aperti, è una piccola rosa capace di assorbire ogni singola sfumatura, tutto ciò che circonda l'infante viene raccolto, elaborato e fedelmente custodito. Verrà il momento di spiegazioni, interpretazioni, elaborazioni ancor più specifiche se egli lo riterrà opportuno.
Ogni fatto, accadimento, viene da lui interpretato e non può sfuggire alla propria attenzione e se qualcosa lo colpisce nel profondo.. è traumatico, viene prontamente nascosto all'interno di un cassetto, quando sarà momento verrà aperto. Ha la capacità di affrontare, combattere, trattenere, proteggere ma anche di attaccare con la lucidità del miglior pianificatore esistente al mondo.
Chissà se qualcuno ha mai davvero seguito ciò che l'infante desiderava per sé stesso o se semplicemente punta a far lui fare ciò che non si è riusciti a a compiere, si designa per lui tutto un intero cammino e magari quei suoi sogni, le sue reali capacità, attitudini vengono totalmente scaraventate lontane.. al di là del lontano confine.. perché mai vengano realizzate. " Stupidi sogni, solo sogni ", chissà in quanti hanno pronunciato queste parole, nulla è possibile senza un sogno, senza un'insieme di aspettative, mete, successi, obiettivi, tutto è un sogno e il piccolo ne conosce perfettamente il giusto sapere.
L'Infante non è la purezza impersonificata perché è piccolo, minuto, debole, tenero, solo perché agli occhi di chi lo guarda questi particolari soli vengono colti; è adorabile, ma non ingenuo.. lui è giunto da un essere e sapere lontano, non è meno di noi, anzi, può essere altamente più saggio. Il proprio corpicino racchiude un'anima e la sua esperienza è tutta in sé e troverà maggior espletamento nel momento in cui potrà agire.. crescendo.
Lui può essere il più illuminante e saggio degli uomini, come la più crudele e opportunista delle donne..
..ma pur sempre muterà il suo involucro e pian piano metterà in atto ciò per cui è giunto.



pensando al fratellino tanto atteso che alto volò



..parole veloci, dal semplice intuito, forse in parte non facilmente accoglibili, ma pur sempre contenenti una profonda realtà. Quante volte si è camminato su di un certo cammino, quante volte abbiamo contato di poterci fermare senza dover più tornare e tornare, ma le esperienze andavano fatte, ciò che si sapeva doveva essere portato a compimento, doveva continuare, ed ecco che ci troviamo qui.. nel profondo di quell'abisso sul quale tentiamo in ogni modo di mantenere un minimo di equilibrio che ci permetta di continuare e proseguire..sino a quanto il filo non avrà trovato meta e là porremo il nostro nodo. 
..nell'attesa, su quel filo può accadere di tutto e ci sei tu, solamente tu a poter raggiungere la meta che ti eri prefissato

..e chissà che a te quello spirito di bambino non ti stia accompagnando già per mano, da tempo, facendosi sentire.. per spingerti sempre più ad ascoltarlo e realizzare quei sogni che sempre ha concesso al tuo cuore di vivere.. L.C. 777

lunedì 23 giugno 2014

Ad ali aperte...

Richard Bach
23 Giugno 1936
Imparare significa scoprire quello che già sai.”


Parlare di Bach è come parlare di un nostro antico fratello di viaggio, Danilo, che ha condiviso con noi giorni di pesca abbondante nel mare della Conoscenza e voli in ascensione nel cielo dell’Anima. E, proprio, Danilo che ci ha fatto apprezzare questo scrittore, che nelle sue opere traccia percorsi luminosi in un cielo spesso buio, perchè viviamo come ciechi in un quotidiano gretto e pesante… e allora seguiamo il gabbiano Jonathan che risveglia il desiderio di Libertà che è in noi, e che ci indicherà la rotta da seguire per essere finalmente Maestri di noi stessi e tendere un ala ad altri perché imparino anch’essi a volare nel cielo di gioia che è di tutti. Usciamo dalle prigioni che giorno per giorno continuiamo a costruire fuori e dentro noi stessi.
Ma ecco delle risposte date da Richard al giornalista:
Cosa ricorda di quella caduta quasi fatale?
"Mentre l'aereo precipitava, dopo aver tranciato i fili, all'improvviso la vita è diventata un sogno: un nuovo mondo pieno di vecchi amici. I giornali hanno parlato di "incidente". Ma per me è stato un atterraggio placido e dolce. Ho sentito persino il fruscio dell'erba prima di toccare terra. No, non stavo volando. Stavo sognando. A un certo punto, qualcuno mi ha chiesto per tre volte se avessi voglia di tornare sulla Terra".
E cosa ha risposto?
"Ci ho pensato un attimo. Poi ho detto sì. E mi sono ritrovato in un ospedale. Ero stato in coma per sette giorni, secondo i medici, anche se mi sembrava fosse passato solo un quarto d'ora".
Ha avuto paura di morire in quei momenti?
"No. Anzi, ho capito che la morte non esiste. Semplicemente, a un certo punto della nostra esistenza, scivoliamo dalle credenze di questa vita a quelle di un'altra. E ognuna di queste vite è un piccolo passo per ricongiungerci con l'Amore".
In che senso?
"L'amore è la nostra unica realtà, l'unico vero senso possibile. Per me è come una piccola voce che ascolto tutti i giorni. A quest'età non riesco a odiare niente, così come non credo in un Dio che odia (ho abbandonato la Chiesa scientista). Credo che ogni sfida della vita sia un test per arrivare all'Amore. Ricorda cosa diceva la volpe al Piccolo Principe di Saint-Exupéry? "Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi"".
È per questo che i protagonisti dei suoi libri cercano sempre di fuggire dalla realtà?
"Il mondo dei mortali non è la realtà, ma semplicemente l'insieme delle nostre credenze, finzioni, illusioni, dell'enfasi e della gioia di condividere le nostre storie. L'unica realtà è l'Amore immacolato dallo spazio e dal tempo. Punto".
Allo stesso tempo, però, il "divino" Jonathan diventa paradossalmente un avatar dell'establishment, sbiadito rituale dei vecchi gabbiani che sfruttano la sua immagine. Perché?
"Perché il vero pericolo per la nostra libertà è l'influenza dei governi e delle religioni, che pretendono di spiegarci come dovremmo vivere, anche quando non hanno potere reale su di noi. Per questo ignoro il più possibile ogni tipo di autorità. L'importante è vivere con dolcezza e gentilezza. La storia ci ha raccontato di molte civiltà senza guerre né crimini, perché fondate sul rispetto verso gli altri. Purtroppo, parte del genere umano questo non l'ha ancora capito".

Nel capitolo inedito di Jonathan Livingston, questa fuga contempla anche il suicidio.
"Quando il mondo degli altri è radicalmente diverso dalla vita che vogliamo vivere, esiste anche questa possibilità. Non a caso, Gesù Cristo rappresenta il primo suicidio di un personaggio storico: si è consegnato nelle mani dei suoi carnefici, nonostante potesse scamparla".
Leggendo l'inedito, però, il suicidio spunta perché le nuove generazioni, anche per colpa dei padri, si sentono smarrite: rifiutano il passato e rinnegano persino un mito come Jonathan.
"Purtroppo, gran parte della storia e dei ricordi viene inevitabilmente dimenticata. E noi mortali ripetiamo, senza sosta, gli errori umani. Come gli Stati Uniti, che da sempre combattono guerre nel mondo senza mai pensare alle conseguenze. Comunque, anche se questo paese sparisse, un altro al suo posto farebbe le stesse misere scelte".
Allo stesso tempo, però, il "divino" Jonathan diventa paradossalmente un avatar dell'establishment, sbiadito rituale dei vecchi gabbiani che sfruttano la sua immagine. Perché?
"Perché il vero pericolo per la nostra libertà è l'influenza dei governi e delle religioni, che pretendono di spiegarci come dovremmo vivere, anche quando non hanno potere reale su di noi. Per questo ignoro il più possibile ogni tipo di autorità. L'importante è vivere con dolcezza e gentilezza. La storia ci ha raccontato di molte civiltà senza guerre né crimini, perché fondate sul rispetto verso gli altri. Purtroppo, parte del genere umano questo non l'ha ancora capito".
(Intervista di i ANTONELLO GUERRERA da Repubblica 29/Aprile/2014)

E.d.R.7

domenica 22 giugno 2014

Le piste del Sogno e del Canto


Presso gli aborigeni australiani esiste una dimensione temporale sospesa tra il presente e l’ “Alcheringa” o “Tempo del Sogno”, il tempo mitico della creazione durante il quale si è svolta la storia del mondo e ogni cosa è stata espressa dagli antenati per mezzo del canto, attraverso i gesti e la parola.
Il “Tempo del Sogno”, che è anche un eterno presente, gli Antenati hanno percorso in lungo e in largo il continente cantando il nome di ogni cosa in cui si imbattevano e col loro canto han fatto esistere il mondo. La terra è tutt'uno col canto, esiste solo se è, cantata. Gli Antenati hanno creato il mondo come fanno i poeti, lasciando sulle proprie orme una scia di parole e note musicali -le Piste del Sogno o del Canto-, che dai tempi dei tempi sono rimaste sulla terra come “vie” di comunicazione e itinerari di sopravvivenza, come mappe e antenne direzionali.
Il culto magico di questa natura procura agli individui un centro spirituale sito al di fuori di loro stessi, un centro che riunisce ogni singolo uomo in un unico, grande collettivo spirituale, legandolo indissolubilmente all’ambiente in cui vive. Se viene a mancare la ritualizzazione degli antichi eventi mitologici è inevitabile il sopraggiungere di un decadimento completo, di un grande disorientamento spirituale che si manifesta in modo immediato in tutti gli aspetti della vita individuale e comunitaria. E’ per questo motivo che gli aborigeni nel ricalcare le tjurna djugurba (le orme degli esseri mitici) cioè le antiche Vie dei Canti, visibili soltanto ai loro occhi, ripetono le parole e i suoni degli antenati che, nei lunghissimi e interminabili viaggi attraverso un continente vuoto e privo di vita, facevano esistere il mondo cantandolo.

In pratica il continente australiano si può leggere come una partitura musicale. Ancora oggi ogni neonato eredita una sezione di canto per diritto di nascita. Le sue strofe sono proprietà privata inalienabile e delimitano il suo territorio. Una volta adulto e”iniziato” alla rivelazione della creazione gli viene svelata una geografia mitica per apprendere i luoghi in cui gli esseri soprannaturali hanno celebrato riti, danzato o fatto cose importanti. Egli ha anche il diritto di prestare le sue strofe lungo una pista del canto e acquistare il diritto di passaggio dai suoi vicini, ricevendone aiuto e ospitalità. L’uomo che va in walkabout (viaggio rituale) canta le strofe del suo antenato senza cambiare né una parola né una nota, così facendo ricrea il Creato.

Vi consiglio inoltre la visione di:

copertina di Antiche Civiltà 47: Il Tempo del Sogno degli Aborigeni


Postato dallo scriba dei Sette: Sofia

giovedì 19 giugno 2014

Prendimi prova a prendermi.... a Mario C.



Prendimi prova a prendermi 

a bruciare le mie partenze adesso
muoviti tra le rapide del mio vivere 
con la mia esperienza 
provaci a raggiungermi 
con il peso dei tuoi rimpianti addosso 
facile troppo facile giudicare e poi 
non buttarsi in gioco mai ...
provaci a riemergere 
da quei sogni che il tuo silenzio ha ucciso 
che ne sai dell'origine delle lacrime se non hai mai pianto 
provaci a scommettere 
che al traguardo tu non sarai secondo 
agile è quest'anima 
non puoi vincerla non la puoi ingannare più
prova a prendermi

(poesia di Paolo Roggero)

E.d.R.7

Il guerriero lungo il cammino...


Il guerriero può e deve contare solo su stesso perché il nemico è sempre in attesa della debolezza che solitudine e sconforto possono provocare ma  da queste prove se ne può uscire fortificati e difficilmente "colpibili"!
M.G.T.777

Toscana: il Lago di Noctiluca...


"I chiari" è l'antico nome con il quale venivano chiamati i tre laghi di questo territorio tosco-umbro, ossia il lago Trasimeno, il lago di Chiusi ed il lago di Montepulciano.
Come dimostrato da vari studiosi l'intera zona della Valdichiana e del Trasimeno nel Pliocene era un unico lago, solo nel Quaternario Inferiori il lago si ritirò nella sola zona della Valdichiana. All'inizio del Quaternario Madio una serie di movimenti tettonici determinò uno sprofondamento del suolo nella zona del Trasimeno, che con l'accumulo delle acque diede vita al Lago Trasimeno.
Gli altri due laghi erano ancora uniti al corso del fiume Chiana formando la Valdichiana .
Per avere una completa e bella visione del Lago di Chiusi bisogna contemplarlo dall’alto delle colline che lo circondano sia dalla parte della città, sia dalla parte opposta in territorio umbro.
Là dove la Valdichiana si spinge più a sud, questo specchio d’acqua di 3, 5 chilometri quadrati fu risparmiato,. al pari del lago di Montepulciano alla imponente opera di bonifica che nel 1800 interessò tutta l’area. Un intervento deciso per strapparla alla malaria, in vista di un futuro nel segno dell’agricoltura. All’epoca il territorio faceva da confine naturale tra Granducato di Toscana e Stato della Chiesa: curiose, e residue testimonianze di quel tempo sono le due torri chiamate “Beccati questo” e “Beccati quello”, posto alle rive opposte della parte sud del lago. Oggi il lago di Chiusi non è più luogo d’attenzione per sentinelle e gabellieri: piuttosto, è divenuto centro d’interesse per ornitologi, pescatori, canottieri e per chiunque cerchi un luogo tranquillo per riconciliarsi con la natura. Siamo a 250 metri sul livello del mare, circondati dai tipici rilevi collinari della Toscana meridionale: nel centro, dove l’acqua si fa più limpida e la profondità tocca i cinque metri, c’è pure chi d’estate si tuffa dalle piccole imbarcazioni.
Quando si arriva sulle sue sponde c’è solo una piccola spiaggia che ne permette la visione fino alla riva opposta. Una volta i Chiusini chiamavano questo specchio d’acqua “Chiaro di Luna” dove l’antica leggenda narra che venisse a contemplarsi nelle notti serene, la bella Dea del Cielo che gli etruschi chiamavano Tiu o Noctiluca.
Ma ancora una volta la leggenda non è leggenda...
Noi abbiamo abitato nella provincia di Siena e per alcuni mesi proprio a Chiusi prima di trasferirci nel comune di Buonconvento, e questa terra etrusca ci ha lasciato ricordi ed esperienze incredibili come questa legata al lago di Chiusi.
Eravamo un gruppetto di amici in una nottata ottobrina sempre a caccia di ufo, ma quella notte accadde altro... ad un certo punto sentii la presenza di una divinità, proprio così, e iniziai a chiamarla dicendo semplicemente:”Signora del lago mostrati” gli altri mi guardavano attenti e poi rimanemmo stupiti nel vedere venire verso di noi su una barca (trasparente) un donna bruna di una bellezza indescrivibile, nei lunghi capelli bruni vi erano delle stelle d'oro e i suoi occhi ci guardavano accennando ad un sorriso, ad ognuno di noi ha trasmesso parole personali in contemporanea, ricordo benissimo che nel salutarci per poi svanire disse: “Sono la Madre del cielo stellato”.
Potete ben immaginare quale ricordo abbia lasciato tutto ciò nei nostri cuori, anche di questa leggenda ne venimmo a conoscenza molti anni dopo. E dal mio cuore sgorga la seguente poesia:

Madre Stellar
Nel mistero del tuo grembo
la forza  della vita...
Nel mistero della tua mente
il sogno che crea i nostri destini... 
Nel mistero dei nostri destini
la ragione della tua esistenza.

Ma voglio anche parlarvi del breve soggiorno a Chiusi, noi abbbiamo abitato in un appartamento, allora, appena ristrutturato nelle immediate vicinanze del museo archeologico che allora era in pieno reastauro. Negli scantinati della casa avevano depositato molti reperti etruschi appartenenti al museo. Noi più di una volta siamo stati svegliati da dei rumori e mettendoci in osservazione sia io che mio marito ed Anna un amica che era con noi vedemmo un uomo (chiaramente etrusco) che tranquillamente saliva e scendeva le scale, incuriositi cercammo di capire chi potesse essere e riuscimmo a scoprire che quell'immagine del passato (e qui c'è veramente da dire che passato – presente e futuro sono una sola linea che è vero che tutto si svolge contemporaneamente) era un guerriero etrusco (la mia amica Anna ci disse che lui le aveva comunicato questa cosa) qui di lato riporto l'immagine di un reperto etrusco e per dindirindina il volto di quell'uomo era identico a questo volto ma la cosa che mi impressiono maggiormente è l'orecchino. Vi posso dire una cosa non abbiamo mai provato nessuna paura, sbigottimento sì ma paura mai, in terra toscana per tutto il periodo che vi abbiamo vissuto di avvenimenti “non normali” se così si possono chiamare ce ne sono accaduti molti. Siamo sempre stati coscienti che per noi la Toscana era un passaggio obbligato per chiudere con un lontanissimo passato.

Canopo del VII secolo a.C., Chiusi, Museo archeologico
"Guardate e vivete ogni luogo con l'anima perché tutto è espressione del Principio Creatore, che non è maschio e che non è solo femmina, ma unità creativa. Dovremmo abituarci a non cercare solo il Padre ma anche la Madre ed unirli in un solo essere, altrimenti, saremo sempre orfani della verità." 
E.d.R.7



mercoledì 18 giugno 2014

La leggenda dei Sette

Era una terra strana e felice
ma gli abitanti erano stanchi
di fare i saggi privi di azione.

Erano sette i vecchi saggi
che si riuniron intorno alla Donna
con rito d'amore suprema magia
la vergine scese in sonno profondo.

E la Vergine Grande Dormiente divenne la Mente
con luce d'amore all'interno del corpo veloce viaggiò
con l'urlo primevo questa creazione venne decisa
stelle e pianeti furon formati.

Esperienza di fuori portata all'interno
giungendo al centro di questo universo
sino alla sfera d'azzurro pittata
dove creare la nuova vita.

La Grande Dormiente sbizzarrì la sua mente
ma sterile ogni pensiero
e i sette saggi scesero dentro
e come immagini si proiettarono.

Quattro uomini di nobile aspetto
tre donne di sublime beltà
diedero corpo alle stirpi terrestri
ma non poterono più fare ritorno
perdendo il filo in questa materia.

Vita su vita cercaron l'uscita
ma solo sangue sul loro cammino
e alla fine capirono il gioco
v'era l'ottavo il più potente.

La Grande Dormiente confusa agli umani
bisogna cercare, bisogna trovare
bisogna svegliare, bisogna uscire
e sarà Lei la chiave di tutto.

E i sette s'incontreranno
e l'ottavo li riunirà
e per la terra la fine sarà.

Ballata di R.D.M.7*

(dedicata a Mario )


domenica 15 giugno 2014

L'Io morente

E' la parte di te che ad un certo punto della tua vita prendi coscienza è da lasciare, è da abbandonare, perché lei non rispecchia il tuo vero essere, l'essenza di te. E' incredibile ma vero, quando ciò avviene si mettono in corso vari meccanismi inaspettati.. cambi lavoro, cambi tantissime cose di te, puoi cambiare anche il luogo in cui vivi per avvicinarti il più possibile a un luogo che ben sai che devi raggiungere a livello interiore, inconscio, tuo.
Puoi entrare in una sorta di solitudine palpabile, realmente profonda, se hai avuto sempre molti amici, amici che non erano veri amici, ma grandi predatori, gente sempre disponibile per uscire, per mostrarsi in tua compagnia per una sorta di immagine da dare all'esterno, al mondo, sii pur certo si dilegueranno, percepirai non siete più sulla stessa lunghezza d'onda e per quanto i loro comportamenti potranno non andarti più a genio, non li tolleri più.. non sono loro che sono cambiati e che sono peggiorati, loro vivono la loro vita come l'hanno sempre vissuta, nella loro leggerezza, rigidità e superficialità.. sei tu ad essere cambiato. Qualcosa di te muta, si trasforma, per dare vita a quell'Io vivente che nel profondo lotta per emergere e che tanto pazientemente ha atteso. Ha una grandissima pazienza, lunga temperanza.. attende, ma non per sempre, ha un limite e quando lo raggiunge non hai più possibilità, devi decidere se donarle la libertà e l'importanza che merita, lasciandola libera di esistere, di vivere, o se abbandonarla a un triste e finto destino, tradirla. In tal caso il dolore dev'essere incredibile, incommensurabile, inimmaginabile il dolore dell'anima, pensate solo che in questa circostanza si accetta un Io di Sé che è finto, non esiste in vero, è costruito completamente da noi usufruendo dello spazio terreno ove viviamo che assolutamente si presta benissimo a ingannare coloro che lo popolano.. il nemico ha ampia possibilità di operare e non è da dimenticare che il primo nostro nemico è la parte di noi che è guidata dall'ego, piena di sé, attaccata al materiale vedendone la vera forza, il denaro è potere. Niente di più sbagliato, il denaro dà l'opportunità qui di vivere, di condurre la propria vita nel migliore dei modi senza privazioni, ma non è potere.. infatti nel momento in cui si prosegue il cammino è la spiritualità a a continuare da sola.. vi è solo più l'anima e ciò che è stato utile più di tutto in quel frangente di tempo che riconosciamo come vita è proprio l'esperienza che abbiamo dato modo di fare alla nostra anima. Lei ha avuto modo di evolversi, di fare esperienza di quanto era previsto, ma non allontaniamoci troppo da quell'Io morenete..
L'Io morente lascia il posto all'Io vivente, l'Io reale, vero, genuino, non la brutta copia di noi, ma quella autentica, del più alto valore. Una cosa è certa, non è un percorso in completa discesa, è non privo di difficoltà e avversità e si mostrerà ai vostri occhi in ogni modo, attraverso più mezzi, non spaventatevi, non abbiatene paura e rammentate queste mie parole, questa parte di voi, nel momento in cui realmente sarete intenzionati ad abbandonarla, bandirla dalla vostra vita, nel momento in cui sentirà di essere esiliata da quel suo bel trono e scaraventata al di là dell'oblio più profondo.. potrebbe anche giungeervi nel parlarvi, certo, potreste sentirla e non riconoscerla come parte di voi, potreste pensare a qualcuno di esterno, soprattutto se siete persone molto sensibili, ma è così, è il vostro Io.
Tutto questo perché un Io reale.. bello cosciente, in equilibrio, non è proprio quello che questo spazio terreno vuole prenda piede, lo avrete già notato, cosa muove questo spazio, chi lo popola mediamente.. quanti devono risvegliarsi e riuscire.. come farebbero queste menti non vi fosse nessuno che come loro li avvicina e li conduce allo stato di cosciente sapere del cuore. Fortunatamente coloro che hanno mantenuto seriamente il loro segreto, il loro sapere hanno lasciato una grandissima eredità.. e questo è un dono immenso, un segno lasciato per far sì che coloro che sono qui potessero capire, sentire, risvegliarsi da un lungo sonno risvegliando coloro che attendono. 
L'Io morente è un impostore, conosce l'arrivismo, la menzogna, la meschinità, l'egoismo, l'opportunismo, ve n'è una vasta scelta. Lui è anche padrone di chi vive la propria vita attraverso la pura materialità, credendo che sia l'unica, sola cosa importante qui, nulla è più importante.. L'Io morente non vuole morire, fa di tutto per non essere lasciato, tenta ogni sorta di azione e menzogna, nella speranza ognuno di noi continui a mentire a sé stesso. Ahimé per lui vi sono persone qui, individui speciali, che conducono la propria vita nella materialità e spiritualità rispettandone i fini equilibri.. Potessimo sin da subito esiliare quell'Io, senza perdere tempo, con la consapevolezza che la nostra anima ha sempre avuto sin dal suo inizio.. ma questa visione è altamente utopistica e va lasciata da parte, perché questo è un altro discorso.. L.C. 777


Una clessidra segna il tempo del tuo risveglio, i tempi sono
maturi e il tuo Io ormai scalpita uscendo allo scoperto


Yeats sognatore – creatore - Irlanda la sua culla!

W.B. Yeats - 13 giugno 1865
Getta uno sguardo sulla vita e sulla morte.
Cavaliere, prosegui il tuo cammino”
(Ai piedi del Ben Bulben)
Sin da giovane viene spinto verso una strenua ricerca verso il mondo invisibile e i suoi abitatori.
Quando il poeta era quindicenne, la famiglia ritorna in Irlanda e va ad abitare in cima alle scogliere di Howth: lì, l’atmosfera è magica, ogni villaggio ha il suo fantasma e la sua leggenda. La domestica degli Yeats si rivela una preziosa fonte di informazione sulle storie soprannaturali del luogo e proprio da queste il poeta trae spunto per scrivere un capitolo della sua prima opera in prosa Celtic Twilight, intitolato Village ghosts. Nel 1882, proprio in questa atmosfera, compie i suoi primi esperimenti poetici.
Nel 1917 chiede la mano a Georgie Hyde-Leeds, bella e colta gentildonna londinese: i due si sposeranno a Londra. La felicità coniugale del poeta viene accresciuta dalla comune passione per l’occulto e lo spiritismo. Nel gennaio del 1923, Yeats ottiene un seggio al senato irlandese e vi si insedia, nonostante che l’Irlanda conservatrice e profondamente religiosa continui a guardare con sospetto l’interesse del poeta e di sua moglie verso l’occulto e i fenomeni magici. Sempre nel 1923 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.
Verso la fine del 1938, la moglie lo accompagnò per un periodo di soggiorno in un albergo a Cap Martin, nelle Alpi Marittime francesi. Un senso di pace profonda lo pervase durante la permanenza in quei luoghi. In una lettera a un'amica, scritta due settimane prima della morte, diceva: «Sono felice, e mi sento pieno di energia, un'energia di cui avevo ormai disperato. Mi sembra di aver trovato ciò che volevo. Se dovessi sintetizzare tutto questo in un'unica frase, direi: L 'uomo può esprimere la verità ma non può conoscerla».

Magico ricercatore dell'Essere, che ha suscitato in me reazioni ed azioni produttive nel “cercare” con armonia e poesia, utilizzando la magia che anche la mia terra natia mi ha infuso.




giovedì 12 giugno 2014

Realtà e Fantasia.. due sorelle

Realtà e Fantasia si intrecciano nel nostro vivere e in tutto ciò che appare ai nostri occhi attraverso proposizioni di chi crea per donarci emozione, pensiamo al cinema o all'editoria, due campi capaci di mobilitare ogni nostra fantasia, ogni nostro pensiero al di là di una nostra realtà. Ovviamente vi sono comportamenti, azioni, avvenimenti da mai imitare perché pericolosi, ma l'intenzione è quella di metterne in luce " la trama ", " le verità ", che nella maggior parte dei casi si palesano attraverso la visione di un film o la lettura di un libro.

Cinema e Editoria.. film e libri, due mezzi di incredibile impatto, si è capaci di immedesimarsi all'interno di una pellicola cinematografica ( mi piacciono i riferimenti d'altri tempi ), o leggere tutto d'un fiato un libro correndo lungo la propria trama.. quali sensazioni ci donano, ma soprattutto, quanti segreti in realtà svelano. Un esempio che mi colpì incredibilmente fu quello dell'opera cinematografica Avatar di James Cameron, un mondo spettacolare dai toni più profondi della natura.. verdi, azzurri, blu.. le musiche tutte cariche di forza e dolcezza.. infondono l'idea della libertà e della volontà di combattere, a costo della propria vita raggiungere ciò che è il fine ultimo, la vittoria, salvare la propria terra. I mezzi paiono a dir poco scarsi, ma l'aiuto della natura è imprevedibile quanto immenso. 
Ora, torniamo con i piedi qui. La Grande Madre.. pensiamo alla natura intera, a ciò che avviene.. non vi è un reale rispetto, tant'è vero che sta sempre più ribellandosi, a partire dal clima che pare sempre meno seguire quelli che sono protocolli di ordine standard, alla terra che sempre più trema e viene travolta dall'acqua e dal fuoco distruggendo quanto vi è lungo il proprio percorso. Ci sentiamo di poter dire nulla vi è in atto? Vi sono persone che lottano per poter ottenere, perseguire un alto fine? Si, ci sono, combattono? certamente, lo fanno, subendo anche diverse prove.. è una lotta. Madre natura lotta? Certo che sì, lo fa con le proprie armi e è molto più forte di noi, ce lo mostra sempre più spesso, pensiamoci, avrebbe potuto molto di più ma di certo colui che attacca e ne ha realmente i mezzi attende, attende che forse qualcuno si risvegli e aiuti... risvegliando.


Ma diamo un'occhiata a questo film che in molti abbiamo visto, Avatar, il film mostra un corpo che viene utilizzato ( il nostro mezzo sulla terra per poter agire è il corpo, nel momento in cui si intraprende " l'altro " cammino, il corpo rimane qui, come se una presa di corrente venisse staccata e l'anima si incammina lungo tutto un altro sentiero ). Eywa, quella che per l'oro è una divinità, la Grande Madre che protegge gli equilibri della vita, colei che è al di sopra di un tutto, che ne ascolta le richieste ( La Grande Madre, un importante, potente, vera realtà, se noi chiedessimo alla natura, a coloro che la popolano.. otterremmo ciò che richiediamo.. esseri puri nell'animo la popolano e.. " vedono ciò che siamo nel profondo " ). La Sciamana che interviene nel curare, nell'aiutare, nella guarigione, nel ritornare.. ( Gli Sciamani sono presenti tra noi, persone elette, che giungono portando il loro sapere e il loro potere a favore di colui che ne ha bisogno ). Questi sono solo alcuni degli aspetti che potremmo ritenere abbraccino la realtà, ma diversi altri particolari spuntano come funghi, vi è una verità nascosta all'interno di questo film.. una realtà che viviamo anche noi.. nel nostro Avatar.. il nostro corpo.

Lo spirito osserva il proprio agire nel corpo

Infiniti testi, libri di ogni sorta si presentano come semplici romanzi, in realtà nascondono quella che è una verità,ciò che realmente esiste e vige in questa nostro misterioso e pericoloso mondo, certo, lo è, ma per ovvi e semplici motivi non potrebbero mai mostrarlo come vorrebbero, rischierebbero la censura, o ancora l'intervento della Chiesa, che manifesta spesso il proprio dissenso, ringraziamo se mostra solo quello, il nostro paese in fondo è laico no?! .. ma non è questa l'occasione per approfondire un tale argomento. Ciò non toglie un piccolo riferimento lo si possa comunque fare.. ricordate nel momento in cui uscì " Il codice Da Vinci " al cinema? Ebbene,  la chiesa non perse assolutamente l'occasione per mobilitarsi contro questo capolavoro cinematografico, ma l'argomento trattato era di debole presa e continuò il suo iter, libri, dvd ecc. Bé, se noi guardiamo bene questo film.. e pensiamo un attimo a un paio di piloni portanti del film, si andava a sgretolare in parte una profonda verità ecclesiastica, o almeno la si metteva profondamente in dubbio dando un'importanza reale a un gruppo di cavalieri.. " I templari ".


Intorno  a noi la nostra vera origine

Ciò che con  queste semplici e veloci parole voglio dirvi.. è di andare oltre ciò che vedete o leggete, scrutatene e estrapolatene i messaggi, fate qualche congiuttura, sensazioni e dubbi di certo si rivelerranno, collegamenti inaspettati, il vostro cervello capta tutto, ma se è la vostra anima a " entrare in contatto " con ciò che le è affine.. allora è incredibilmente fantastico. Voi avete già un vostro bagaglio,un vostro sapere e vi sono degli " start up " che fan si che vi si rivelino, che si possano risvegliare dal lungo sonno, se poi voi ne siete alla ricerca allora il discorso è ancora splendidamente diverso.. siete lungo un cammino nell'attesa.. 

La vita e' un cammino impervio e oscuro, ma se hai equilibrio,
sai chi sei, nulla e nessuno potrà fermare il tuo cammino

..l'attesa è fatta di profonda solitudine, si cammina per un raggiungere.. colori si avvicendano per onorare il giungere.. per incoronare il " raduno "
.. dall'alto coloro che come noi hanno lottato ci guardano e proteggono attraverso quello che è stato il loro agire, attraverso il loro immenso e puro amore.. ..e questa non è finzione.. è pura realtà. L.C. 777

lunedì 9 giugno 2014

Pensiero di Vita

Vita è Vivere quanto nel nostro profondo viene richiesto, nasce, cresce  e continua a vivere nutrendosi di ciò che è un patto, una promessa che va al di là di ogni cosa.

Nulla riveste più ampia importanza rispetto a ciò che è ottenere quanto insieme nel tempo e nei tempi si è deciso di ottenere, donare, trasmettere.. non solo per sé stessi, ma per tutti coloro che vivono nell'umanità in attesa di un risveglio che pare mai giungere.. tentato, ritentato.. a volte fermato, a volte frenato, che sta sorgendo.. sta camminando.. continuando lungo il sentiero disegnato. Da proteggere, perché sempre in costante pericolo.

Guardiani di un alto fine, legati da un unico vero compito, amanti della natura
riconoscenti alla Grande Madre e persecutori del limpido e giusto..
" Les Sept, les personnes qui ont le vraie esprit de vivre.. d'etre "

Pour l'ennemi: vous ne pourrez jamais réussir dans vos propos! 

L.C. 777 


venerdì 6 giugno 2014

Uno nessuno centomila.. la mente controlla il nostro corpo

E' una risaputa realtà, vi è chi vi crede profondamente e chi al contrario non ne riconosce affatto la rilevanza. Ogni volta che scrivo un post, a meno non si tratti di una citazione o un qualsiasi altro riferimento recepito da coloro che mi stanno accanto e dalle loro esperienze, molto facilmente si tratta di un'esperienza personale. 
Come scrisse Luigi Pirandello, nel suo amaro romanzo, così lo definì in una propria lettera autobiografica,  " Uno nessuno centomila ", tratta una tematica centrale che da vita a innumerevoli domande, quesiti a cui dare risposta e tutti da analizzare. Mi colpì incredibilmente, aveva " fatto centro ", diede inizio a una lunga e intensa riflessione, la  " scomposizione di quella che è la vita ". Una scomposizone del Sé.. quanti Sè nel Sé. 

La nostra mente ha il pieno controllo sul nostro corpo. Ciò che proiettiamo attraverso i nostri pensieri, quanto auspichiamo, quanto remuginiamo o fissiamo attraverso visualizzazioni mentali ( sogni ad occhi aperti mi piace definirli ).. tutto quanto può prendere forma. Non dimentichiamo mai, che la mente ha un potere incredibile, fortissimo, tale da indurci addirittura a subire falsi sintomi fisici atti a convalidare una nostra tesi in base a un nostro stato, noi siamo capaci di tanto, davvero tanto, e se questa moltitudine la facciamo procedere contro di noi.. il risultato lo potete immaginare da soli quale possa essere.
Vari testi di psicologia citano quanto maggiore sia la facilità nell'inglobare i pensieri negativi, rammenta con maggior facilità quanto trascorso di doloroso, ma siamo noi a permetterglielo, a volte preferiamo piangere sul latte versato che riconoscerne le cause, capire gli errori.. Lei è un mezzo, una forza, la nostra migliore amica e non deve divenire per nostro volere la nostra peggior nemica o riuscirà a distruggerci. Il nostro Sé può annientarlo, distruggerlo, finirlo, pensateci, ne conosce ogni punto debole, ogni fragilità, ogni singola mossa, vale la pena impegnarsi ad abbracciarla e portarla al proprio fianco da grande alleata quale è.
La mente recepisce ogni cosa, come una spugna, tutto quanto avviene, sente e si pensa.. lo elabora e è nell'elaborare che le va data la giusta spinta, quella trasmissione che passa attraverso un filtro solo nostro che la purifica, la codifica, ne stabilsce la natura, la rilevanza, se lo vogliamo, la sa e può rendere pura, valida, attiva.

Quando da piccola mia nonna mi disse " non smettere mai di sognare "..era la verità più grande, i sogni alimentano la mente, la inducono a proiettare meraviglie, pensieri così alti che non sarà possibile non ottenere, non raggiungere ciò che si vuole.. la mente opera sempre, anche e soprattutto durante la fase del sonno. Va considerata il nostro più forte mezzo, perché è grazie a lei che tutto ciò che ci circonda può essere visto con occhi diversi e gestito in modo del tutto a noi favorevole.

Immaginate la mente sia un insieme di ballerine che attendono di danzare, immaginate come perfetta possa risultare una danza, noi ne dettiamo l'armonia, le note in musica, siamo noi a determinarne il successo. Loro ci condurranno  per mano verso una strada che non conosciamo ma che desideriamo, l'importante è la prima ballerina, colei che conduce tutto... Sei tu... il tuo Sé.  L.C. 777

La tua mente attende

lunedì 2 giugno 2014

LA VENERAZIONE DELLA MADONNA NERA

Louis Cattiaux - La vergine nera 
Nella misteriosa venerazione della Vergine Nera possiamo rintracciare un punto di incontro delle tradizioni misteriche ed esoteriche delle tre grandi religioni: cristianesimo, islamismo e giudaismo. Come a dire un glorioso esempio del sublime, straordinario paradosso dell'unità del divino, sebbene percepita sotto spoglie apparenti diversissime. Ma in molti identificano nelle Vergini Nere non la Madonna ma Sara approdata in Francia insieme a Maria Maddalena (sua madre e il cui padre fosse Gesù). Il nome di Sara, che la leggenda fa nascere in terra egiziana, significa: Sara è figlia di Ra, figlia del Re  o principessa.  
Ma continuiamo a parlare del messaggio celato di questa venerazione che è in parte scomparso, ma non del tutto perduto, perché si è preservato sotto la forma salda e sintetica dei simboli. Tutte queste statue si comportano come un ricevitore-amplificatore per le vibrazioni divine che discendono dal Creatore/trice. Energie telluriche emanate dal mondo dell'invisibile e sono rese manifeste in quello del visibile.
L'immagine, il simbolo della Vergine Nera innesca un legame fra il cuore, l'intimo del fedele e la presenza del divino, grazie alla carica simbolica che sussiste nella statua stessa, unitamente alle forze telluriche peculiari del posto, per fungere come mezzo di mediazione.

La Vergine Nera è simbolo di un potere vibrante, totale ed esoterico. Non può essere appreso tramite l'intelletto, il raziocinio ma deve essere sperimentato e pertanto può essere assimilato solamente da coloro che riescono a viverlo nella purezza del cuore., in questo caso la Vergine Nera parla un linguaggio universale che permette di comprendere l'incomprensibile ed è allo stesso tempo, paradossalmente, il punto d'incontro di opposti e contrari.
In alcuni Santuari quando la si festeggia si usa accendere le candele verdi, per la corrente occulta della spiritualità questo colore indica la trasformazione della coscienza su di un livello superiore, più elevato, in parole povere è il colore dell'iniziazione.
Questo verde è forse il riflesso dello smeraldo di cui parlano i cabalisti? La luce delle candele verdi è quella più adatta per consentire allo spirito di essere illuminato lungo il sentiero della sua iniziazione. Vorrei rammentare che il verde smeraldo è anche la “pietra” caduta dal cielo dentro la coppa, quella che viene celebrata a Chartres nel bassorilievo di Melchisedec e che ritorna con insistenza nel ciclo leggendario del Santo Graal.
Ora quando vi trovate davanti ad una statua od immagine di Vergine Nera “vivetela” come trasmettitore per voi tra le forze terrene di Madre Terra e le Energie Divine che giungono dal Cosmo, entrando nel tempio del vostro cuore la Vergine Nera oltre a trasmettervi queste – energie d'amore- vi parlerà per meglio farvi comprendere dei misteri ed anche per rispondere a domande a cui il vostro cuore anela. La chiave per ricevere, è esser come un bimbo, che con semplicità si apre si apre a questo abbraccio.



La Madonna Nera e Maria Maddalena

Narra la leggenda che un giorno, quando era bambino a Fontaine, Bernardo da Chiaravalle era stato il protagonista di un evento miracoloso: aveva bevuto tre gocce di latte scaturite dal petto della Vergine Nera di Chatillon.... per questo Bernardo quando aveva stilato la Regola dell'Ordine dei Templari, aveva stabilito un preciso requisito cui i Cavalieri non avrebbero dovuto sottrarsi da: “Obbedienza a Betania e alla Casa di Maria e Marta”. Praticamente dovevano riconoscere obbedienza alla dinastia fondata da Maria Maddalena e Gesù.
Da qui la conseguente e successiva venerazione dei Templari della Maddalena sotto le vesti di Madonna Nera; un culto così diffuso che Ean Egg ha rintracciato oltre cinquanta chiese dedicate a Maria Maddalena, ove guarda caso, si trovano statue o icone di Vergini Nere.
I primi gnostici cristiani accordavano a Maddalena una reverenza speciale, perché ritenevano che il vero discepolo prediletto di Gesù fosse proprio lei, la compagna alla quale egli avrebbe trasmesso il più elevato e alto sapere segreto.
Nella tradizione esoterica occidentale, Maddalena è il simbolo della saggezza divina; in quella nazorea, viene figurata in abiti scuri o neri proprio come la dea egiziana Iside, con sul capo la corona di stelle di Sofia, mentre il suo bambino indossa quella della regalità suprema.
Per Rudolf Steiner il simbolismo è una chiave che può essere letta fino a nove livelli, a seconda della condizione iniziatica del soggetto e il caso delle Madonne Nere rientra in questo tipo di interpretazione complessa. Ad un livello più semplice (quello exoterico) la Madonna è la madre di Gesù; al secondo livello Maria assisa in trono è simbolo della sapienza. In termini esoterici questo stesso simbolo rappresenta la Maddalena che tiene in grembo il figlio di Gesù; a un livello più profondo, come nella tradizione egizia, il nero è l'emblema del sapere e della saggezza (questo fa capire perché preti e sacerdoti l'abbiano adottato).
Troviamo ancora un'altra antica tradizione che fa risalire le Madonne Nere all'Egitto nel culto della Maddalena D'Orléans, dove la Vergine Nera è meglio conosciuta come Santa Maria Egiziaca. Il re Luigi IX di Francia, illustre membro della schiatta dei Rex Deus, era uno dei più ferventi devoti del culto della Madonna Nera; inoltre egli considerava Maria Maddalena come una delle illustri antenate della casa regale di Francia. Per questo i cavalieri Templari veneravano Maddalena come simbolo della sapienza divina, la Sophia, incarnata nell'immagine della dea Iside che porta in braccio Horus il suo figlioletto, paludando questi personaggi sotto le apparenze di una Vergine Nera e del suo bambino ( più di un motivo di sovrapposizione con il culto mariano..).
A un altro livello esoterico, ancora, Iside era venerata come “colei che introduce alla Luce”o, meglio ancora, l'emblema concreto dell'illuminazione. La Vergine Nera in realtà rappresenta anche la Madre Terra o la dea egizia Anna, da sempre raffigurata nella mitologia egizia vestita di nero. Siamo al cospetto, con questa dea, di una anticipazione della tarda raffigurazione cristiana della sant'Anna dalla pelle scura, così come l'abbiamo vista raffigurata nella vetrata della cattedrale di Chartres.
Nell’antichità alcune dee, come Cerere/Demetra (dal greco “ghe-mater”, cioè madre-terra), erano rappresentate con il volto scuro. Anche Cerere era addolorata per la perdita di Proserpina. Il colore nero, inoltre, è quello della terra fertile, simboleggiata dalle dee.
L'iconografia, quindi, della Madonna nera avrebbe le sue lontane radici secondo Stephen Benko nell'antichissimo culto della Grande Madre. In alcuni santuari l'inizio del culto è attribuito al ritrovamento di una statua della Madonna nera: potrebbe trattarsi del ritrovamento di una statua di Iside, il cui culto si diffuse in tutto l'impero romano.
Il culto delle Madonne nere sarebbe un esempio della politica di inculturazione, seguita dalla Chiesa cattolica e teorizzata esplicitamente in una lettera di papa Gregorio Magno nel 601, ma già applicata in precedenza.
Ean Begg, che ha dedicato molti anni della sua vita allo studio del mistero delle Madonne Nere nell'Europa cristiana, afferma che questa ricerca porta in sé un seme eretico, in grado di stupire i più smaliziati degli inquisitori cristiani.


R.D.M.7*

Ecco un elenco delle Madonne Nere:  http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_Nera

domenica 1 giugno 2014

L'unità del mondo risiede nell'armonia tra l'uomo e la donna ...

Ho riflettuto sulla situazione della donna nel tempo... sicuramente è diventata una vera schiava e reietta in un mondo dominato dai signori uomini, ma prima di parlare, appunto, di un uomo che è stato un maschilista ottuso, vorrei anche spezzare una lancia a favore degli uomini... perché nel tempo dopo società matriarcali (dedite al culto della Grande Madre o dea) il sesso maschile si è ribellato rivoltando la medaglia e creando una società condotta dagli uomini, se veramente la precedente società fosse stata equilibrata e giusta non si sarebbe arrivati a questo ribaltamento di potere di conseguenza deduco che il sesso femminile ha fatto degli errori provocando ingiustizie e squilibri. Certamente perché una società sia nel giusto dovrebbe essere condotta dalla condivisione tra uomini e donne e il potere assoluto dell'uno o dell'altro è disarmonia
E adesso passiamo alla riflessione che ho fatto leggendo delle frasi che mi hanno fatto comprendere come bisognerebbe verificare su che basi è stato costruito l'edificio della Chiesa Cattolica e guardare ad uno dei suoi fondatori con grande diffidenza , e questi è San Paolo (Saulo di Tarso).Egli aveva un'opinione pessima delle donne basta leggere un versetto della prima lettera ai Corinzi: “Fate che le vostre donne restino in silenzio nelle assemblee, poiché a loro non è permesso parlare. Esse sono vincolate all'obbedienza, come dice anche la legge. Se vogliono sapere qualcosa, che chiedano ai loro mariti una volta tornate a casa. Per le donne è peccato parlare in assemblea” e dalla prima lettera a Timoteo: “Che non si consenta mai a una donna di insegnare, né di usurpare l'autorità dell'uomo, ma che resti in silenzio”. San Paolo ha fatto edificare una chiesa sul “puro maschilismo” e spacciando insegnamenti a nome di Gesù Cristo mentre era tutta farina del suo sacco. Gesù aveva una grande considerazione e rispetto verso le donne. Saulo di Tarso fu tra coloro che perseguitarono i primi cristiani e poi falsamente si elesse messaggero della parola di Gesù senza neanche averlo mai incontrato di persona Menzogna su menzogna... Gesù proclamava le leggi dell'amore e della Luce, tutta un altra cosa. Paolo era ben lontano dall'autentico rivoluzionario spirito evangelico.
Le idee di Paolo e dei suoi seguaci, sono basate sul pensiero giudaico più radicale, un misogino del tutto alieno dall'autentico rivoluzionario spirito evangelico.
Postato dallo scriba dei Sette:Sofia