sabato 18 luglio 2020

19 Luglio 1977 e Lei verrà

Quel filo rilucente, poesia di Grazia Denaro

AUGURI e non dimenticare:
Sei nata con la grandezza
Sei nata con le ali
Smetti di agire così in piccolo
Tu sei l’universo in movimento. (Rumi)
Oggi è l’inizio di un nuovo cammino se tu lo vuoi, se tu smetti di rimanere nei limiti che tu stessa ti crei. Tutto è dentro di te e solo lì potrai cercare. Le tue relazioni, le situazioni che vivi, qualsiasi cosa è uno specchio di te. Attrai nella tua vita ciò che entra in risonanza con la tua vibrazione. Quindi per attrarre qualcosa di diverso, dovrai sintonizzarti su nuove frequenze!
Quando avrai capito chi sei veramente, avrai raggiunto ciò che da sempre volevi raggiungere e puoi iniziarlo a farlo oggi, puoi iniziare oggi in questo tuo nuovo anno terreno a bilanciare il tuo mondo spirituale con quello materiale troppo presente e unico pensiero. Piccola, la vita è nelle tue mani devi crederci per prima e non lasciare più andare attimi preziosi per finalmente viverti e perché solo così possa esserti accanto chi possa viverti per quella che sei realmente.
Basta indugi abbandona vesti dai falsi colori e libera riprendi il volo sopra ogni cosa che ti limiti e che rende infelice la tua anima.
Il nostro augurio è quello che i tuoi passi cambino direzione verso quel cammino in cui potrai “essere”, ricordandoti chi sei e abbandonando i passi non tuoi che ti fanno inciampare e cadere.
Non misurare e giudicare le vite altrui ma crea la tua distante da chi vive solo la falsa realtà.
Noi con il nostro amore ti seguiremo pronti ad esserti accanto quando ne sentirai necessità.
Papà René e Matteo

lunedì 13 luglio 2020

La mālā "collana per la recitazione [dei nomi del Buddha]

mala sono ghirlande indiane composte da 108 grani. Vengono utilizzati sia dagli induisti che dai buddisti e rappresentano per i devoti di entrambe le religioni degli strumenti di preghiera e di meditazione.

Ecco la descrizione dell'oggetto forse più utilizzato fra i praticanti del buddhismo tibetano: La mala.
Raccontato direttamente da Guru Rinpoche, il grande Maestro Padmasambhava:
Guru Padmasambhava disse: “Ogni volta che reciti mantra pacifici, usa la punta del pollice per contare con la mala. Quando si recitano mantra espansivi, usa il terzo dito. Usa l'anulare e il pollice quando reciti mantra potenti e usa il mignolo quando reciti mantra rabbiosi.
Usa solo la mano sinistra per contare i mantra. La mano destra è usata raramente; per esempio, in alcune pratiche irate". (Alcuni libri insegnano l'uso di entrambe le mani, ma non usano solo la mano destra).
Guru Padmasambhava continua: "Mantieni la tua mala in un luogo privato.
È molto importante proteggere la tua mala dalla contaminazione di persone non virtuose. Anche una mala speciale di semi di bodhi o oro può smettere di essere di beneficio a chiunque.
Se viene a contatto con le mani di una persona che ha commesso uno qualsiasi dei cinque crimini atroci, fallirai in qualunque cosa tu cerchi di compiere. "
Generalmente è meglio tenere la propria pratica personale, comprese immagini di yidam, strumenti rituali associati a quel praticante come testi di Mala Sadhana, ecc. nascosti dalla vista del pubblico. La propria pratica personale è destinata alla raccolta del "potere" quando lo si mantiene segreta e nascosta agli occhi e alle orecchie di altri esseri senzienti, mentre se lo si mostra, il "potere" si dissipa facilmente come l'evaporazione della nebbia o dell'acqua bollente in un pentola senza piano".
Padmasambhava afferma: “Il miglior tipo di mala da utilizzare per aumentare il numero di recitazioni è una mala creata da un gioiello prezioso. Una mediocre mala è fatta dal seme di un albero o di un frutto, e un tipo inferiore di mala è fatta da legno, terra, pietra.
Una mala fatta da conchiglie, terra, legno o semi di alberi o frutti è pensata per essere usata per realizzare sadhana e azioni pacifiche. Una mala fatto con l'oro realizzerà karma espansivi. Una mala di corallo rosso è la migliore per realizzare potenti sadhana. Una mala in acciaio o turchese è buono per l'attività rabbiosa. Una mala fatta da dzi o altre pietre preziose può essere usata per completare qualsiasi attività karmiche che stai facendo.
Una mala fatta da semi di albicocca compirà un'espansione attiva. Una mala fatto da “lot ton” (un piccolo seme nero rotondo all'interno di un frutto) svolge una potente attività Una mala fatta da perle di raksha realizza pratiche irate. Una mala fatto con semi di bodhi compie tutti i dharma. Mala di legno di bodhi compiono pacifici karma. Una mala di perle di gelso compie potenti karma. Mala di legno di mogano compiono pratiche irate. Mala fatte di avorio, soprattutto dalla zanna di un elefante, realizzeranno tutte le attività interessate.
Le perle di pietra sono buone per la pratica espansiva. Le perle di medicina sono buone per la pratica dell'ira. Mala con molti diversi tipi di gioielli sono buoni per qualsiasi pratica.
Tuttavia, ti suggerisco di non tentare di creare un mala con molte perle diverse perché, a meno che tu non sappia quali combinazioni sono efficaci, potresti causare un risultato non positivo".
Successivamente, il testo menziona i diversi tipi di benefici derivati dall'utilizzo di diversi tipi di Malas:
"Una mala di ferro o acciaio moltiplica la virtù che si accumula con ogni recitazione in modo generale. Una mala di rame moltiplica ogni recitazione quattro volte. Una raksha mala moltiplica ogni recitazione per 20 milioni e una mala di perle per 100 milioni. Una mala d'argento si moltiplica per 100.000 e una mala rubino per 100 milioni. Una mala con semi di bodhi mostra benefici illimitati per qualsiasi forma di pratica, sia essa pacifica, espansiva, potente o irata.
Dovresti conoscere tutti il significato del mala e il modo migliore per metterlo insieme. Stringi la tua mala usando tre, cinque o nove stringhe e nessun altro numero. Tre corde simboleggiano i tre kaya, cinque corde simboleggiano i cinque buddha e le nove corde simboleggiano i nove veicoli.
La perla del guru principale può essere composta da tre perle, simbolo che simboleggia i tre stati di essere vajra, i tre kaya. La perla più piccola all'esterno dovrebbe essere blu, forse fatto di lapislazzuli. Il colore blu simboleggia la mente immutabile della verità ultima. La perla nel mezzo dovrebbe essere rossa, per simboleggiare il discorso del vajra, e la perla più interna dovrebbe essere bianca, per simboleggiare il corpo del vajra.
La tua mala deve essere benedetta da un lama e dovresti benedire costantemente il tuo mala imbevendolo di energia. Devi mettere energia nella tua mala prima di contare le recitazioni con esso, per produrre un reale beneficio.
Dovresti pulire la bocca e la mano, quindi la tua mala, prima di usarla.
Puoi anche profumarla con olio di sandalo.
Quindi, generati come divinità, posiziona la mala nella mano sinistra e disponi le perline con la perlina guru posizionata verticalmente al centro. Recita il mantra che trasforma tutti i dharma nella consapevolezza della loro vera natura: OM SWABAVA SHUDDO SARVA DHARMA SWABAVA SHUDDO HAM. Questo mantra purifica e trasforma le percezioni impure nella consapevolezza del vuoto.
Dal vuoto, la perlina guru appare come la divinità centrale nel mandala, e le altre perle appaiono come membri dell'entourage. Questa parte della pratica è la meditazione sul samayasattva. Quindi, invoca il jnanasattva. Invita gli esseri della saggezza primordiale a venire avanti, agganciandoli in modo che si dissolvano nel samayasattva, proprio come faresti in una sadhana. Invita gli esseri saggezza a venire dalle loro terre pure nello spazio di fronte a te. Quindi si dissolvono nella tua mala e rimangono fermi lì. Pertanto, ogni parte della tua mala è l'intero mandala. Ciò include la divinità centrale, l'entourage, i sedili di loto, gli ornamenti, gli emblemi delle mani, i colori, ecc. La benedizione della tua mala in questo modo moltiplica ogni sillaba di qualunque mantra che reciti 100.000 volte, oltre a causare buoni risultati karmici. Pertanto, è estremamente importante farlo.
La tua mala rappresenta non solo la forma della divinità, ma anche il discorso della divinità. Ad esempio, se reciti il mantra delle cento sillabe, la perlina del guru rappresenta la sillaba OM e le altre perline rappresentano le sillabe rimanenti.
Qualunque sia il tipo di pratica che stai praticando, che sia pacifica, irata, potente o espansiva, sii sempre consapevole che il pollice è un gancio vajra che aggancia poteri spirituali, divinità e altre benedizioni. È anche facile spostare le perline con il pollice".



Tratto dalla pagina: shambhalaviaggioversooriente

Postato da R.L.D.M.7*




lunedì 6 luglio 2020

 LAMBRO: UN FIUME SACRO PRIMORDIALE


La Brianza fu popolata sin dall’età del bronzo antico (4.000 a.C. circa) da popolazioni golasecchiane che oggi sappiamo essere di origini celtiche, grazie anche ai recenti reperti archeologici ritrovati nelle vicinanze di Como. Tali reperti sono visibili sia ad occhio nudo che da una vista satellitare d’insieme. Fanno parte dello scavo archeologico del cantiere del nuovo ospedale S. Anna di Como, in località "Tre Camini".

Il nome stesso della Brianza deriva dalla lingua celtica “Brigh” che significa “luogo elevato”, “altura”, ed assume un significato importantissimo dal punto di vista simbologico e religioso. Rappresenta la dea della fertilità Brigh, Bri, la più venerata presso le popolazioni Golasecchiane. A testimonianza di questa massiccia presenza di popolazioni celtiche autoctone, è la più importante stele di Prestino che reca incisioni in alfabeto Leponzio, nonchè i numerosissimi massi erratici presenti nel Triangolo Lariano, che presentano diverse incisioni a coppelle che rivestono un carattere magico-propiziatorio. Ma quello che è più interessante far notare è la cospicua presenza di chiesette antiche posto ai bivi, edificate su templi celtici preesistente che fungevano da catalizzatori per veicolare le forze telluriche che vi convergevano.
Sotto alcune di queste chiesette, in particolare quelle poste a Lasnigo, Ponte Lambro, Orsenigo, Erba e Pian Rancio, scorrono talvolta sotterraneamente gli affluenti del fiume Lambro (il Palembri, ad esempio).
Il nome Lambro deriva dalle parole celtiche “Lam” (palude) e “Bro” (bosco) ma anche da “Ambe-Ambo” (piccolo fiume). La sorgente di questo fiume, il “Menaresta”, (acqua purissima), si trova all’interno del bosco di Pian Rancio, immersa in un magnifico bosco di larici e abeti conferiscono all'ambiente un'atmosfera quasi incantata, a quota 973 mt, ed è particolarmente importante in quanto è attorniato da diversi massi erratici, alcuni dei quali molto grossi con inicisioni a forma di coppelle, risalenti al 3° millennio a.C.
La fonte è una spaccatura nella roccia che si trova in una zona carsica, calcarea. Nel sottosuolo si aprono profonde cavità e la cavità che sta sotto questa fonte crea un effetto a sifone: finché non si riempie completamente non sgorga acqua, mentre quando è piena, in un solo colpo, si svuota in superficie con abbondante flusso. E’ una sorgente a intermitenza e per questo viene chiamata nella lingua locale “Mena – resta”, vale a dire un po’ mena e un po’ resta. Ad essa è legata una leggenda longobarda. Si narra che Autari, re dei Longobardi, in un periodo di grande siccità, non vedendo più acqua sgorgare dalla fonte del Lambro, si sia convertito al cristianesimo. A seguito delle preghiere della regina Teodolinda la sorgente Menaresta era tornata a fluire. “Qui nasce il Lambro con un filo di voce linda linda” vi si trova scritto su una pietra. Di fronte alla Menaresta si trovano due grotte. Il “Boeucc di Pegor” (grotta delle pecore) rappresenta una serie di grotte comunicanti con stalagmiti. Accanto a questa vi si trova il “Bus de la Stria” (grotta della strega) dove sono stati trovati reperti preistorici risalenti al neolitico. Le prime citazioni di questi importanti siti archeologici provengono dall'Amoretti nel suo "Viaggio da Milano ai Tre Laghi" (1794) e dal G. Frassi che nel 1876 faceva cenno all'esistenza di due piccole grotte situate presso la sorgente Menaresta nel suo "Notizie sulla sorgente del Lambro”. Ritornando al significato delle coppelle si deve far notare che presso la cultura celtica rappresentavano gli occhi della Dea madre, fonte di vita terrena.
articolo di Elena Paredi - postato da M.G.T.777