domenica 15 giugno 2014

Yeats sognatore – creatore - Irlanda la sua culla!

W.B. Yeats - 13 giugno 1865
Getta uno sguardo sulla vita e sulla morte.
Cavaliere, prosegui il tuo cammino”
(Ai piedi del Ben Bulben)
Sin da giovane viene spinto verso una strenua ricerca verso il mondo invisibile e i suoi abitatori.
Quando il poeta era quindicenne, la famiglia ritorna in Irlanda e va ad abitare in cima alle scogliere di Howth: lì, l’atmosfera è magica, ogni villaggio ha il suo fantasma e la sua leggenda. La domestica degli Yeats si rivela una preziosa fonte di informazione sulle storie soprannaturali del luogo e proprio da queste il poeta trae spunto per scrivere un capitolo della sua prima opera in prosa Celtic Twilight, intitolato Village ghosts. Nel 1882, proprio in questa atmosfera, compie i suoi primi esperimenti poetici.
Nel 1917 chiede la mano a Georgie Hyde-Leeds, bella e colta gentildonna londinese: i due si sposeranno a Londra. La felicità coniugale del poeta viene accresciuta dalla comune passione per l’occulto e lo spiritismo. Nel gennaio del 1923, Yeats ottiene un seggio al senato irlandese e vi si insedia, nonostante che l’Irlanda conservatrice e profondamente religiosa continui a guardare con sospetto l’interesse del poeta e di sua moglie verso l’occulto e i fenomeni magici. Sempre nel 1923 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.
Verso la fine del 1938, la moglie lo accompagnò per un periodo di soggiorno in un albergo a Cap Martin, nelle Alpi Marittime francesi. Un senso di pace profonda lo pervase durante la permanenza in quei luoghi. In una lettera a un'amica, scritta due settimane prima della morte, diceva: «Sono felice, e mi sento pieno di energia, un'energia di cui avevo ormai disperato. Mi sembra di aver trovato ciò che volevo. Se dovessi sintetizzare tutto questo in un'unica frase, direi: L 'uomo può esprimere la verità ma non può conoscerla».

Magico ricercatore dell'Essere, che ha suscitato in me reazioni ed azioni produttive nel “cercare” con armonia e poesia, utilizzando la magia che anche la mia terra natia mi ha infuso.




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