mercoledì 27 agosto 2014

Ascoltare un'anima - A Cesare Pavese


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”
(27 agosto 1950)

Chiuso nell'incubo di una vita
senza amore e verità
e prigioniero
di un appuntamento
dato al destino
hai scelto la via della tua libertà
celebrando il rito dell'estremo sacrificio.

Questa breve poesia nasce da un esperienza di molti anni fa che ora vi racconto. Il 27 agosto all'incirca di 27 anni fa, mi trovavo in vacanza in Alto Adige e già all'alba mi ero svegliata con un tormento nell'anima, mi ero alzata non capendone la ragione, ad un certo punto sentii che c'era qualcuno vicino a me e provavo un infinita tristezza poi spinta da una forza misteriosa scrissi questi brevi versi. Dopo mi misi a piangere e guardando le montagne svettanti pensai con amore a questa energia che aveva voluto comunicarmi la sua tristezza. E tutto finì così ma...
Premetto che io non avevo mai letto Cesare Pavese e che sicuramente ne avevo sentito parlare a scuola ma era tutto scivolato via. Il giorno 9 di settembre andai dalla mia madrina che chiudeva la sua casa a Como ed andava ad abitare in Liguria, e tra le cose che mi diede c'erano dei libri, e tra questi "Il mestiere di vivere, prendendolo tra le mani cascò e si aprì dalle pagine cadde un foglietto su cui c'era la poesia “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” vergato in una scrittura minuta, la poesia che lui scrisse pensando all'attrice Constance Dowling. Rimasi attonita e chiesi alla mia madrina se quel foglio era suo, lei lo guardò e mi disse di no ma mi spiegò che quel libro era di Walter un suo amico di Torino e vedendomi come stordita mi chiese il perché, le raccontai della poesia e dell'esperienza accadutami il 27 agosto, e lei con uno sguardo stupito mi disse ma sai che oggi è l'anniversario della nascita di Pavese, chissà forse in questo modo ti sta ringraziando di avergli dato spazio e di essergli stata vicina. Comunque sia di tutto ciò mi rimane una dolcezza nel cuore come se per brevi istanti io abbia potuto vivere tutta la solitudine e la disperazione di Cesare e che sempre per un breve istante io gli abbia accarezzato l'anima ricordandolo con questa piccolissima poesia. Questo mi fa capire che non esistono barriere tra noi e la dimensione di chi ha lasciato il corpo terreno... Ci tengo a dire che questa esperienza non ha nulla a che vedere con incontri medianici con i trapassati, questo non mi appartiene, ma solo un anima errante mi ha scelta per un attimo di comprensione nulla di più! 
E.d.R.7






1 commento:

  1. Spesso abbiamo nel destino una scelta già fatta a monte, e quello che è sbagliato e giudicare chi sceglie di mettere fine alla sua vita con le proprie mani! Dicono che è da vigliacchi, non bisogna mai dirlo perché nessuno può conoscere la scelta di un altra anima. E poi chi vi dice quanto coraggio ci voglia realmente a farlo. Troppi luoghi comuni e troppo stupidate .che le chiese e la società a costruito, solo per tenerci ancor più prigionieri. Per cui giudicate solo voi stessi e non gli altri o le scelte degli altri.
    M.G.T.777

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