“Verrà
la morte e avrà i tuoi occhi”
(27
agosto 1950)
Chiuso
nell'incubo di una vita
senza
amore e verità
e
prigioniero
di
un appuntamento
dato
al destino
hai
scelto la via della tua libertà
celebrando
il rito dell'estremo sacrificio.
Questa
breve poesia nasce da un esperienza di molti anni fa che ora vi
racconto. Il 27 agosto all'incirca di 27 anni fa, mi trovavo in
vacanza in Alto Adige e già all'alba mi ero svegliata con un
tormento nell'anima, mi ero alzata non capendone la ragione, ad un
certo punto sentii che c'era qualcuno vicino a me e provavo un
infinita tristezza poi spinta da una forza misteriosa scrissi questi
brevi versi. Dopo mi misi a piangere e guardando le montagne
svettanti pensai con amore a questa energia che aveva voluto
comunicarmi la sua tristezza. E tutto finì così ma...
Premetto
che io non avevo mai letto Cesare Pavese e che sicuramente ne avevo
sentito parlare a scuola ma era tutto scivolato via. Il giorno 9 di
settembre andai dalla mia madrina che chiudeva la sua casa a Como ed
andava ad abitare in Liguria, e tra le cose che mi diede c'erano dei
libri, e tra questi "Il mestiere di vivere, prendendolo tra le mani
cascò e si aprì dalle pagine cadde un foglietto su cui c'era la
poesia “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” vergato in una
scrittura minuta, la poesia che lui scrisse pensando all'attrice
Constance Dowling. Rimasi attonita e chiesi alla mia madrina se quel
foglio era suo, lei lo guardò e mi disse di no ma mi spiegò che
quel libro era di Walter un suo amico di Torino e vedendomi come
stordita mi chiese il perché, le raccontai della poesia e
dell'esperienza accadutami il 27 agosto, e lei con uno sguardo
stupito mi disse ma sai che oggi è l'anniversario della nascita di
Pavese, chissà forse in questo modo ti sta ringraziando di avergli
dato spazio e di essergli stata vicina. Comunque sia di tutto ciò mi
rimane una dolcezza nel cuore come se per brevi istanti io abbia
potuto vivere tutta la solitudine e la disperazione di Cesare e che
sempre per un breve istante io gli abbia accarezzato l'anima
ricordandolo con questa piccolissima poesia. Questo mi fa capire che
non esistono barriere tra noi e la dimensione di chi ha lasciato il
corpo terreno... Ci tengo a dire che questa esperienza non ha nulla a
che vedere con incontri medianici con i trapassati, questo non mi
appartiene, ma solo un anima errante mi ha scelta per un attimo di
comprensione nulla di più!
E.d.R.7
Spesso abbiamo nel destino una scelta già fatta a monte, e quello che è sbagliato e giudicare chi sceglie di mettere fine alla sua vita con le proprie mani! Dicono che è da vigliacchi, non bisogna mai dirlo perché nessuno può conoscere la scelta di un altra anima. E poi chi vi dice quanto coraggio ci voglia realmente a farlo. Troppi luoghi comuni e troppo stupidate .che le chiese e la società a costruito, solo per tenerci ancor più prigionieri. Per cui giudicate solo voi stessi e non gli altri o le scelte degli altri.
RispondiEliminaM.G.T.777