Gli etruschi credevano nella cosmologia e i numeri erano una parte fondamentale nello studio del destino dell'universo.
Il numero 16 aveva una grande importanza per loro (ma lo erano anche il 4, l’8 e il 64), era un numero sacro, legato alla vita. Il tempo e lo spazio erano divisi in sedicesimi: la giornata era composta da sedici ore di novanta minuti l'una e lo spazio celeste era diviso in sedici aree. Non solo, le date di inizio delle quattro stagioni, che non coincidevano con solstizi ed equinozi, rappresentavano i quattro momenti dell'anno in cui il sole aveva una declinazione di sedici gradi. Lo stesso criterio veniva usato per dividere lo “spazio dei segni divini”, cioè il cielo (e la terra), in “sedici regioni di influenza”, otto positive e otto negative. Questa suddivisione dello spazio era di enorme importanza per leggere correttamente i segnali del cielo, in special modo la direzione dalla quale provenivano le folgori celesti, evento che opportunamente letto secondo le regole magiche permetteva di capire gli eventi futuri. R.L.D.M.7*
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