domenica 29 aprile 2018

L'Albero – contatto spirituale tra terra e cielo


Senza rischi non si fa nulla di grande. (André Gide) in foto un ciliegio in fiore tra la lava del vulcano Fuji in Giappone

Gli sciamani ricorrevano all'immagine dell'albero per dare la comprensione dei diversi stati della mente e delle molteplici dimensioni dell'esistenza.
Prima di andare avanti voglio ricordarvi che essere sciamani, oggi come ieri, vuol dire saper ascoltare il mondo che ci circonda comprenderne i messaggi e soprattutto aver coscienza che la propria anima non ha individualità di per sé al di fuori dell'anima universale di cui fa parte, l'uomo di conoscenza, vedendo al di là delle apparenze, è uno sciamano!
Ma torniamo agli alberi... che nell'antichità venivano considerati i “Guardiani” gli indigeni d'America li chiamavano “le Persone in piedi”. Il tronco dell'albero rappresenta l'individuo in relazione all'esistenza fisica, radicato alla Terra, dotato dell'accesso ai più profondi livelli dell'Inconscio, dimora delle sue potenzialità latenti, ignote alla superficie. Gli aspetti più nobili dell'individuo, simboleggiati dai rami più alti, si protendono verso il cielo, la coscienza Cosmica e il “luogo della Creatività”. Il tronco è stato spesso definito il “Mondo Centrale”, a metà tra il Cielo e la Terra. La superficie terrena corrispondente al punto in cui il tronco si dirama in radici ed indica il bisogno dell'uomo di essere radicato a terra, perché lo sviluppo personale e la coltivazione dello spirito possano avvenire in modo naturale ed organico. Questo è il regno dell'attività subcosciente descritto come il “Luogo della Fortificazione” o “Mondo Sotterraneo”, ove le radici più profonde penetrano fino agli strati sotterranei ove si celano le nostre potenzialità. I rami rappresentano l'aspirazione spirituale a raggiungere i “Cieli”, con le foglie tremanti in attesa del tocco divino. Questo è il regno dell'Anima, detto anche “Mondo Superiore”.
Gli alberi traggono il proprio nutrimento dal Sole, dalla Terra e dall'atmosfera che li circonda; essi vibrano in armonia con le pulsazioni vitali della Terra stessa. Dagli alberi dobbiamo imparare a stare immobili, cioè ad immobilizzare i nostri pensieri per poter focalizzare la consapevolezza sulla crescita e sullo sviluppo interiore. Dobbiamo imparare, altresì, ad opporci al costante flusso di pensieri “imposti” che ci pervade la mente e si infiltra nella consapevolezza; riuscendo così, con delicatezza, ad impedire all'Ego imperante di avere il controllo; solo così potremo collegarci con il nostro Spirito, semplicemente permettendoci di “essere”.
In, conclusione, vi voglio far notare, che possiamo entrare in contatto con lo spirito degli alberi attraverso il nostro spirito per accedere a conoscenze non omologabili con le parole. E non solo con gli alberi... ogni cosa creata possiede lo “spirito” e noi umani presuntuosi non diamo importanza a ciò che un sasso, un fiore, un torrente, ed altro, possono donarci se riuscissimo ad entrare con loro in comunicazione. Vogliamo espanderci nell'intero CREATO, bene, incominciamo a ritrovarci e riconoscerci, conoscendo, attraverso le creature della natura terrestre sia visibili che non! 
"Le querce e i pini, e i loro fratelli della foresta, hanno visto sorgere e tramontare così tanti soli, e visto andare e venire così tante stagioni, e svanire nel silenzio così tante generazioni, che possiamo ben chiederci cosa sarebbe per noi “la storia degli alberi”, se questi avessero la lingua per narrarcela, oppure se le nostre orecchie fossero abbastanza sensibili da comprenderla"
(Maud Van Buren)

Postato da E.d.R.7

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