lunedì 3 febbraio 2014

L'ingegnere della felicità

 
 
 

-Dobbiamo sviluppare la nostra intelligenza e metterla al servizio non di vuote ed astratte speculazioni, bensì a quello della nostra felicità, piccola ed accessibile. Ma esiste, poi, una felicità "piccola"?-


Tra gli incontri "speciali" che questa vita terrena ci ha donato c'è stato Silvio Ceccato  chiamato l'ingegnere della felicità, l'incontro con lui fu in una televisione privata da cui nacque un suo invito nella sua casa nel cuore di Milano. Un uomo incredibile di un intelligenza aperta e senza tempo. Fu  la persona che portò la “cibernetica” in Italia pur non essendo un ingegnere o un professore universitario, ma laureato in lettere e diplomato in violoncello e in composizione musicale. Ebbero risonanza internazionale – i suoi esperimenti per realizzare una macchina in grado di riprodurre il pensiero umano attirarono anche l’attenzione del governo americano, da cui venne ingaggiato per realizzare un sistema di traduzione automatica dal russo durante la Guerra Fredda – ma gli procurarono molte diffidenze in ambito accademico. «Sicuramente l´eredità più grande che ci ha lasciato Ceccato è l´impegno per preservare la libertà di pensiero contro le manipolazioni – dichiara il suo amico Amietta – Il tentativo di far capire che bisogna essere padroni e responsabili del proprio pensiero, liberi dalle “scorie ideologiche”.
Noi ricordiamo il tempo che lui ci ha dedicato, la simpatia e la spinta delle sue parole che per noi allora molto giovani diveniva il carburante necessario per andare avanti, per cercare verità attraverso noi stessi, e non lasciandoci sommergere da tutte le parole di coloro che incatenano. 
Fino agli anni settanta Silvio Ceccato fu ricercato per conferenze e trasmissioni televisive e ottenne un insegnamento di linguistica applicata a Milano, ma in seguito gli fu negata la cattedra di professore associato e gli furono progressivamente chiuse le porte dei giornali, delle riviste, dell’insegnamento. Il mondo accademico e universitario non gli perdonò mai l’indipendenza economica, il successo mondano, l’indifferenza verso la scienza ufficiale e soprattutto la sua ironia.
Una testimonianza di tale indipendenza e ironia si trova nella dedica del primo dei tre libri Cibernetica: “Il pensiero esposto in questo volume non ha pagato i pedaggi all'amministrazione della filosofia e della scienza. Se il lettore lo ha trovato di suo gradimento, un grazie vada anche alla memoria dei miei genitori, cui dovetti tanta libertà“.
Dagli anni settanta in avanti Ceccato si dedicò a diffondere per primo  la serenità e il sorriso: a questo tempo risale il suo libro L’ingegneria della felicità e la collaborazione a trasmissioni e a giornali popolari. Anzi tempo ai tanti guru new age del pensiero positivo che tanto furoreggiano oggi.
Silvio Ceccato è morto il 2 Dicembre 1997.
Noi ti ringraziamo di averci fatto entrare nello spazio della tua vita, nell'averci preparato a distinguere e a usare il nostro pensiero, alla musica che ci hai regalato, alle battute simpatiche rivolte alle all'ora "fanciulle" Anna e Eliana. Un vero Maestro di vita indimenticabile....

"Che cosa è mai la vita se non un gran pentolone in cui ritroveremo tutto ciò che -consapevoli o no- vi abbiamo introdotto?"

«LA GIORNATA PERSA DELL’ANNO E’ QUELLA IN CUI NON SI E’ RIUSCITI NE’ A DARE NE’ A RICEVERE UN SORRISO»

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