martedì 14 gennaio 2014

Chiostro silente


Durante il giorno si vive sempre più in una frenetica ed inutile bolgia di impegni e di quelli che chiamiamo “passatempi” (già meglio non pensare e non vivere il tempo più facile dimenticarlo dimenticandosi), e così alla fine di una giornata che è colma solo di affaticamento e ci ha logorato e resi stanchi, lo spegnersi degli stimoli della luce del giorno e lo spegnersi del rumore che accompagna la giornata nel silenzio della sera che avanza possiamo trovarci nella solitudine e questo può divenire il momento spontaneo di bilancio, di interrogazione verso se stessi e le cose. In questo momento se la nostra vita la viviamo solo in superficie e non in connubio con la nostra “natura divina” ecco che sentiamo vuoto nell'animo, perché questo è il momento che ci si scopre orfani, estranei e soli. In questo momento si può comprendere che le nostre attività, i nostri pensieri, le nostre azioni, le nostre vittorie nel mondo materiale non possono colmare o obliare per sempre ciò di cui realmente abbisognano. Quel silenzio e quella solitudine lontano dagli altri e da ciò che distrae ci permette ed aiuta a scoprire che al fondo di noi parla una voce, una voce amica, quella che conosce le nostre pene e gioie perché ne è “partecipe”. La voce che s'accosta misteriosamente alla nostra solitudine è ciò che realmente siamo, è la Presenza del nostro “essere divino” che si palesa bussando all'anima che è il vettore tra la parte materica che indossiamo sulla terra con l'essere spirituale che siamo e che crea l'energia che ci permette di fare questa sperimentazione atta ad approfondire la CONOSCENZA che occorre al Pensiero Vivente che Crea per proseguire nel suo “VIAGGIO ESPERENZIALE”.
Per questo non fuggiamo ma immergiamoci in questi momenti di solitudine interiore che sono come “chiostri” in cui immergerci per cogliere i messaggi dell'anima che è il nostro “inconscio/conscio” che possiede gli strumenti primari per divenire dei sulla terra capaci di creare e vivere in armonia con il mondo e gli altri, capaci inoltre di risolvere i problemi che gli ostacoli per la crescita ci pone sul cammino, comprendendo che non sono reali ma “costruiti ad arte” dalla menzogna/verità.
Consapevoli che tutto ci può capitare, tranne perdere noi stessi, quell'amico che cammina con noi, anzi che è in noi, perché noi siamo parte di questo Essere e portiamo nella nostra carne la traccia di questa nostra divinità accompagnata da quello struggimento del bisogno di divenire una sol cosa.
Ed allora qual'è il segreto della Pietra Filosofale se non entrare in contemplazione, per vivere un intima amicizia che poi divenga comunione con il Pensiero Vivente di cui ora siamo una frazione ma “senza fine”. Ed ecco che noi diveniamo quella Pietra Filosofale, cioè una delle pietre che sorregge l'intera Creazione ed allora alla luce di questa realtà tutto l'Universo diviene come un'unica valle di luce e gioia, quel luogo ove scopri la Vita serenamente amica e con cui giochi per creare situazioni e luoghi di luce per te e per tutto ciò di cui sei parte. La vita terrena altro non è che un'esperienza che facciamo affinché il Pensiero Vivente Creante possa vivere attraverso noi “una vibrante lirica che inneggia alla gioia e all'amore” e non già quello che la maggioranza di noi ottusamente e ciecamente crea ogni giorno “una sgraziata ode che parla di dolore, sopraffazioni, poteri materiali, divisioni, orrori e ancora, ancora...” non una valle di serenità ma la cosiddetta “valle di lacrime”...


Abbiamo pensato di mettere nel nostro blog alcuni brani tratti da quaderni scritti da un nostro nonno che seguiva la via alchemica, naturalmente rispetteremo il suo segreto, mettendo solo quelli più semplici ed immediati. Non sappiamo se questi quaderni diverranno mai un libro, perché aspettiamo una data in cui conoscere le volontà di questo nostro avo attraverso una lettera che ci ha lasciato. Sappiamo che quello che metteremo non trasgredirà alle sue ultime volontà. Abbiamo cambiato pochi termini ormai veramente obsoleti ma proprio pochi per il resto il suo pensiero “vissuto” è restato intatto. Noi lo chiameremo come egli amava chiamarsi riferendosi al significato del suo nome: “Regnante nella propria patria”.
R.D.M7* e E.d.R.7 - NOIDUE


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