Durante
il giorno si vive sempre più in una frenetica ed inutile bolgia di
impegni e di quelli che chiamiamo “passatempi” (già meglio non
pensare e non vivere il tempo più facile dimenticarlo
dimenticandosi), e così alla fine di una giornata che è colma solo
di affaticamento e ci ha logorato e resi stanchi, lo spegnersi degli
stimoli della luce del giorno e lo spegnersi del rumore che
accompagna la giornata nel silenzio della sera che avanza possiamo
trovarci nella solitudine e questo può divenire il momento spontaneo
di bilancio, di interrogazione verso se stessi e le cose. In questo
momento se la nostra vita la viviamo solo in superficie e non in
connubio con la nostra “natura divina” ecco che sentiamo vuoto
nell'animo, perché questo è il momento che ci si scopre orfani,
estranei e soli. In questo momento si può comprendere che le nostre
attività, i nostri pensieri, le nostre azioni, le nostre vittorie
nel mondo materiale non possono colmare o obliare per sempre ciò di
cui realmente abbisognano. Quel silenzio e quella solitudine lontano
dagli altri e da ciò che distrae ci permette ed aiuta a scoprire che
al fondo di noi parla una voce, una voce amica, quella che conosce le
nostre pene e gioie perché ne è “partecipe”. La voce che
s'accosta misteriosamente alla nostra solitudine è ciò che
realmente siamo, è la Presenza del nostro “essere divino” che si
palesa bussando all'anima che è il vettore tra la parte materica che
indossiamo sulla terra con l'essere spirituale che siamo e che crea
l'energia che ci permette di fare questa sperimentazione atta ad
approfondire la CONOSCENZA che occorre al Pensiero Vivente che Crea
per proseguire nel suo “VIAGGIO ESPERENZIALE”.
Per
questo non fuggiamo ma immergiamoci in questi momenti di solitudine
interiore che sono come “chiostri” in cui immergerci per cogliere
i messaggi dell'anima che è il nostro “inconscio/conscio” che
possiede gli strumenti primari per divenire dei sulla terra capaci di
creare e vivere in armonia con il mondo e gli altri, capaci inoltre
di risolvere i problemi che gli ostacoli per la crescita ci pone sul
cammino, comprendendo che non sono reali ma “costruiti ad arte”
dalla menzogna/verità.
Consapevoli
che tutto ci può capitare, tranne perdere noi stessi, quell'amico
che cammina con noi, anzi che è in noi, perché noi siamo parte di
questo Essere e portiamo nella nostra carne la traccia di questa
nostra divinità accompagnata da quello struggimento del bisogno di
divenire una sol cosa.
Ed
allora qual'è il segreto della Pietra Filosofale se non entrare in
contemplazione, per vivere un intima amicizia che poi divenga
comunione con il Pensiero Vivente di cui ora siamo una frazione ma
“senza fine”. Ed ecco che noi diveniamo quella Pietra Filosofale,
cioè una delle pietre che sorregge l'intera Creazione ed allora alla
luce di questa realtà tutto l'Universo diviene come un'unica valle
di luce e gioia, quel luogo ove scopri la Vita serenamente amica e
con cui giochi per creare situazioni e luoghi di luce per te e per
tutto ciò di cui sei parte. La vita terrena altro non è che
un'esperienza che facciamo affinché il Pensiero Vivente Creante
possa vivere attraverso noi “una vibrante lirica che inneggia alla
gioia e all'amore” e non già quello che la maggioranza di noi
ottusamente e ciecamente crea ogni giorno “una sgraziata ode che
parla di dolore, sopraffazioni, poteri materiali, divisioni, orrori e
ancora, ancora...” non una valle di serenità ma la cosiddetta
“valle di lacrime”...
Abbiamo
pensato di mettere nel nostro blog alcuni brani tratti da quaderni
scritti da un nostro nonno che seguiva la via alchemica, naturalmente
rispetteremo il suo segreto, mettendo solo quelli più semplici ed
immediati. Non sappiamo se questi quaderni diverranno mai un libro,
perché aspettiamo una data in cui conoscere le volontà di questo
nostro avo attraverso una lettera che ci ha lasciato. Sappiamo che
quello che metteremo non trasgredirà alle sue ultime volontà.
Abbiamo cambiato pochi termini ormai veramente obsoleti ma proprio
pochi per il resto il suo pensiero “vissuto” è restato intatto.
Noi lo chiameremo come egli amava chiamarsi riferendosi al
significato del suo nome: “Regnante nella propria patria”.
R.D.M7* e E.d.R.7 - NOIDUE
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