A
volte un guerriero può diventare un iniziato e le arti marziali che
non sono semplici tecniche di combattimento ma sono una via di
conoscenza di sé. Dall'Oriente ho imparato studiandolo, ahimè, a
distanza, come una tecnica di combattimento può essere invece
un'arte e un'iniziazione. Osservando, ad esempio, le tradizioni del
Giappone ho scoperto che quasi tutto viene tradotto in supporto alla
meditazione, come la costruzioni di giardini di sabbia e sassi detti
“zen”, la stessa cerimonia del te... Sembra così lontano pensare
che il combattimento o l'aggressione abbia una meta spirituale. Ma
non voglio fare una disquisizione su questo argomento voglio solo
annotare un esperienza che lungo questo mio cammino sto avendo: il
tirar con l'arco. In questo angolo di mondo ove io vivo è venuto un
giovane uomo, sempre silenzioso e dall'aspetto austero che tanta
curiosità ha risvegliato nel paesello, ed il parroco dice che
professa una strana religione, buonuomo (il parroco) che non riesce a
cogliere quali nuovi orizzonti si aprano iniziando a conoscere il
mondo di questo nostro ormai compaesano. In una delle mie escursioni
per boschi e campi alla ricerca delle mie erbe e dei miei momenti in
comunione con l'anima della natura l'ho incontrato e vedendolo con un
arco in mano, mi è subito venuto il dubbio che fosse a caccia e per
un vegetariano di nascita come me la cosa non mi andava giù, e così
l'ho fermato e gli ho chiesto cosa faceva con l'arco e lui con la
cortesia che lo contraddistingue mi ha riposto: “Meditavo”, o
santa ignoranza mia al momento mi sembrava mi prendesse per il fondo
dei pantaloni e poi mi dice ancora:”io credo che lei è l'unico qui
in paese che può comprendere e praticare questa disciplina
spirituale”. E da qui è nato il nostro rapporto, ma già l'arco,
mi dice, perché non lo costruisci ed io che con le mani amo sempre
creare mi son trovato a nozze in questa nuova sfida. E così scelta
del legno e insegnamento con grande fatica mia nell'apprendere e nel
fare, ma ecco che da bravo guerriero ho vinto la mia prima battaglia:
ora ho l'arco mentre le frecce sono dono di DAIKI -san (che non è il
cognome ma il suo nome e che mi ha detto che significa credo forte
bagliore). Ma stringiamo l'annotazione di questa mia nuova
conoscenza, cosa sto imparando tirando con l'arco?che è un'antica
disciplina zen in cui l'importante è entrare nel -vuoto- azione
della pratica per poi raggiungere, ovviamente, il centro ma il centro
di me stesso e del mondo. E non è soltanto un'immagine ma un
sentimento, di un fatto reale che ti accade ed è concreto che però
non è descrivibile se non la si prova.
Bene,
questo tirar con l'arco mi sta aiutando nelle mie ricerche alchemiche
e spirituali, e allora grazie a questo amico per il dono fattomi. Lui
mi porta nel suo mondo ed io le faccio conoscere il mio in un gioco
di sinergie incredibili. Vuole farmi conoscere anche l'arte degli
ideogrammi ma devo ancora pensarci se avventurarmi anche in questa
esperienza. Certo è che vorrei parlare bene la sua lingua quanto lui
parla bene la nostra imparata da un italiano che era amico di
famiglia che le ha lasciato in eredità la casina in cui ora abita
mentre il suo lavoro è di educatore (insegna inglese) ed è sposato
con una bella mia compaesana.
Mio
pensiero del dì 17 gennaio 1934
Da: Pensieri
sparsi di Nonno Enrico
Quel
che ho sempre ammirato di mio nonno nato a fine 800' è la sua
capacità di non aver pregiudizi di saper cogliere conoscenza da ogni
avvenimento, da ogni incontro, certo per l'epoca conoscere un
giapponese e conoscere quest'arte è un po' come oggi incontrare un
alieno che ti insegna a guidare un'astronave, mica male però!
Voglio consigliare un piccolo libro molto coinvolgente e interessante:
E.d.R.7
..meraviglioso, che parole stupende, ho sempre ammirato coloro che abbracciavano le arti marziali, quanta curiosità, i loro movimenti, le loro azioni trasmettono forza e serenità.. un connubio a dir poco singolare ma altrettanto eccezionale agli occhi di chi come me cammina lungo un sentiero, con la grande fortuna di avere al fianco la nipote di questo grand'uomo che come me al tempo seguì con amore e onore il proprio cammino. L.C. 777
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