sabato 26 aprile 2014

Arti Marziali




A volte un guerriero può diventare un iniziato e le arti marziali che non sono semplici tecniche di combattimento ma sono una via di conoscenza di sé. Dall'Oriente ho imparato studiandolo, ahimè, a distanza, come una tecnica di combattimento può essere invece un'arte e un'iniziazione. Osservando, ad esempio, le tradizioni del Giappone ho scoperto che quasi tutto viene tradotto in supporto alla meditazione, come la costruzioni di giardini di sabbia e sassi detti “zen”, la stessa cerimonia del te... Sembra così lontano pensare che il combattimento o l'aggressione abbia una meta spirituale. Ma non voglio fare una disquisizione su questo argomento voglio solo annotare un esperienza che lungo questo mio cammino sto avendo: il tirar con l'arco. In questo angolo di mondo ove io vivo è venuto un giovane uomo, sempre silenzioso e dall'aspetto austero che tanta curiosità ha risvegliato nel paesello, ed il parroco dice che professa una strana religione, buonuomo (il parroco) che non riesce a cogliere quali nuovi orizzonti si aprano iniziando a conoscere il mondo di questo nostro ormai compaesano. In una delle mie escursioni per boschi e campi alla ricerca delle mie erbe e dei miei momenti in comunione con l'anima della natura l'ho incontrato e vedendolo con un arco in mano, mi è subito venuto il dubbio che fosse a caccia e per un vegetariano di nascita come me la cosa non mi andava giù, e così l'ho fermato e gli ho chiesto cosa faceva con l'arco e lui con la cortesia che lo contraddistingue mi ha riposto: “Meditavo”, o santa ignoranza mia al momento mi sembrava mi prendesse per il fondo dei pantaloni e poi mi dice ancora:”io credo che lei è l'unico qui in paese che può comprendere e praticare questa disciplina spirituale”. E da qui è nato il nostro rapporto, ma già l'arco, mi dice, perché non lo costruisci ed io che con le mani amo sempre creare mi son trovato a nozze in questa nuova sfida. E così scelta del legno e insegnamento con grande fatica mia nell'apprendere e nel fare, ma ecco che da bravo guerriero ho vinto la mia prima battaglia: ora ho l'arco mentre le frecce sono dono di DAIKI -san (che non è il cognome ma il suo nome e che mi ha detto che significa credo forte bagliore). Ma stringiamo l'annotazione di questa mia nuova conoscenza, cosa sto imparando tirando con l'arco?che è un'antica disciplina zen in cui l'importante è entrare nel -vuoto- azione della pratica per poi raggiungere, ovviamente, il centro ma il centro di me stesso e del mondo. E non è soltanto un'immagine ma un sentimento, di un fatto reale che ti accade ed è concreto che però non è descrivibile se non la si prova.
Bene, questo tirar con l'arco mi sta aiutando nelle mie ricerche alchemiche e spirituali, e allora grazie a questo amico per il dono fattomi. Lui mi porta nel suo mondo ed io le faccio conoscere il mio in un gioco di sinergie incredibili. Vuole farmi conoscere anche l'arte degli ideogrammi ma devo ancora pensarci se avventurarmi anche in questa esperienza. Certo è che vorrei parlare bene la sua lingua quanto lui parla bene la nostra imparata da un italiano che era amico di famiglia che le ha lasciato in eredità la casina in cui ora abita mentre il suo lavoro è di educatore (insegna inglese) ed è sposato con una bella mia compaesana.
Mio pensiero del dì 17 gennaio 1934


Da: Pensieri sparsi di Nonno Enrico

Quel che ho sempre ammirato di mio nonno nato a fine 800' è la sua capacità di non aver pregiudizi di saper cogliere conoscenza da ogni avvenimento, da ogni incontro, certo per l'epoca conoscere un giapponese e conoscere quest'arte è un po' come oggi incontrare un alieno che ti insegna a guidare un'astronave, mica male però!
Voglio consigliare un piccolo libro molto coinvolgente e interessante:
E.d.R.7



1 commento:

  1. ..meraviglioso, che parole stupende, ho sempre ammirato coloro che abbracciavano le arti marziali, quanta curiosità, i loro movimenti, le loro azioni trasmettono forza e serenità.. un connubio a dir poco singolare ma altrettanto eccezionale agli occhi di chi come me cammina lungo un sentiero, con la grande fortuna di avere al fianco la nipote di questo grand'uomo che come me al tempo seguì con amore e onore il proprio cammino. L.C. 777

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