giovedì 26 dicembre 2013

La Speranza ... un'alleata

La speranza

Rappresenta un'ancora di salvezza in ogni nostro vagare, camminare, correre, pensare.. lei è una magnifica alleata, anche nel momento più difficile è pronta ad aprire un varco squarciando le tenebre, al di là del nostro sguardo, confortandoci, con ciò che potrebbe tranquillamente avvenire e che noi sul momento possiamo reputare meta assolutamente irraggiungibile.
Cosa mai può farci cambiare idea, il fatto che sia giunta e si sia fatta largo in noi rappresenta una nostra volontà di riuscita, di vittoria, di concquista e se alimentata ancor più ogni giorno diviene un nostro pensiero, talmente forte, da portare la nostra mente a idealizzarlo per poi scorgerlo, trovarlo, viverlo.

La speranza rappresenta dunque ciò che non è invenzione, ma pensiero, al di là delle difficoltà, al di là dei margini lungo un abisso e questo è realmente ciò che nella maggior parte dei casi non viene messo in atto. Leggerlo e dirlo è semplice, ma per attuarlo vi dev'essere una considerevole forza d'animo e un credo verso noi stessi non indifferente. Inutile dire cosa accade nel momento in cui non foraggiamo questa nostra grande amica; ahimé non riusciamo a portare i pesi che ci si presentano per poi toglierceli di mezzo, non vi è forza, ci si sente stanchi, privi di energia. Come può accadere, cosa ci induce a non alimentarla, a privarla del nostro pensiero.
Innanzitutto è bene capire come mentalmente il pensiero ci venga indotto e quindi la tipologia di pensiero, la nostra mente compie con estrema facilità il proponimento di situazioni negative, o meglio, elabora più velocemente verso il negativo rispetto al positivo. Pensiamo a una scala fatta di 100 scalini, meno faticoso salire la scala o scendere la scala, sicuramente in salita la fatica è maggiore, ma vuoi mettere raggiungere l'alta meta? Perfetto, il senso è questo, maggior fatica ma ottieni il meglio. Ma se ognuno di noi dovesse iniziare a proporre mentalmente, più frequentemente, l'elaborazione di pensieri produttivi.. si creerebbe una costrizione nell'elaborarli.. la nostra mente quindi potrebbe ritrovarsi a dover essere più propensa verso un certo metodo di pensiero, una nuova abitudine e immaginate semmai dovesse risultare produttiva.. quale successo.
Non è una falsa ideologia, basti pensare a recenti studi e ricerche in ambito medico, hanno provato che nei giovani pazienti affetti da tumore, il pensare le loro cellule, in quanto omini, potessero combattere il male, hanno conseguito un miglioramento dei piccoli pazienti di più dell' 80% rispetto la normale procedura. Si scelsero i giovani pazienti proprio per via delle cure ritenute ampiamente invasive; è dunque importante compiere lo sforzo per incanalare ciò che normalmente è più difficile elaborare.. ciò che sappiamo è più difficile fare, non possiamo sbagliare,dobbiamo solo scegliere la piccola via apparentemente più complicata, ma quando capiremo quali reali capacità ne possono scaturire... non vi sarà più ombra di dubbio, se sia meglio camminare a braccetto con la nostra amica speranza o meno. L.C 777 



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