RAGNAROK
Tre
donne prive di volto
con
il fuso filano il tempo
guidando
il destino nel mondo.
Divenire
una si chiama
e
tesse il presente
ma
il presente è passato.
Essere
una si chiama
e
tesse il presente.
ma
il presente è presente.
Ciò
che sarà la terza si chiama
e
tesse il presente
ma
il presente è futuro.
E
alla fine del filo
il
canto del gallo
che
desta i guerrieri
R.D.M.7*
Commento:
Le Norne sono le Parche e le Moire della mitologia nordica. Hanno
infatti il compito di tessere i fili che determinano la durata e lo
svolgimento della vita delle creature dell'universo, nessuno escluso.
Uomini, animali, piante, esseri sovrannaturali, persino le divinità
erano sottoposte al criterio delle Norne, le uniche creature che
veramente possono essere definite "eterne" nella cosmogonia
dei popoli nordici. Peculiare della mentalità nordica era, infatti,
che tutto avesse una fine, e che nulla fosse eterno, neanche gli dèi
che infatti sono destinati a perire nel Ragnarok. L'unica cosa eterna
è il Destino, che era appunto gestito dall'operato delle tre Norne.
Presso gli Anglosassoni troviamo il concetto di Wyrd, col significato
di "Fato", affine al nordico antico Urð, con lo stesso
significato.
Urð
è anche il nome di una delle norne, la più anziana, che sbroglia la
matassa e scioglie i fili. Verdandi, la seconda, è colei che è
responsabile dell'andamento del filo: crea nodi, ingarbugliamenti che
causano contorcimenti del filo che sarà poi lei a sbrogliare. Oppure
può semplicemente lasciare che il filo scorra dritto nelle sue mani.
Così si spiegavano i piccoli e grandi intoppi nella vita, e anche
perché per certi la vita fosse dura e difficile, per altri comoda e
facile. Skuld è la terza norna, che taglia il filo determinando così
la morte dell'essere ad esso collegato. Vengono descritte sempre
nell'Edda come intagliatrici di rune, che incidono su assicelle e
tavolette, forse per trascrivere le diverse vite delle creature
dell'universo.
Vivono nel leggendario pozzo di Urd, in luoghi profondi, nelle grotte, nelle acque buie degli abissi, tra le radici degli alberi sacri, e tra i capelli intrecciati delle donne che attendono indicazioni dal loro cuore.
RispondiEliminaSono le tessitrici del passato, del presente e del futuro: sono le tre Norne.
Il filo viene ordito dalle loro abili mani e la vita scorre, mentre un’altra corazza si forma tra il cuore e le labbra.
E allora la voce tace, le mani si nascondono perché tremano e il filo scivola.
Fa troppa paura e con i capelli sciolti si sente troppo il vento che arruffa e scombina i pensieri. Allora spalle dritte e capelli raccolti e legati stretti perché potrebbero manifestare i sentimenti e le emozioni, potrebbero liberare il loro profumo di rosa, e nessuno lo deve sentire, non adesso.
Non oggi. Forse domani o mai più.
Le tre Norne sono dentro i corridoi bui dell’anima e, nelle notti senza il benestare del riposo, si sente cigolare il loro telaio per ricordare che non si può aspettare, che il momento è adesso e non domani. Il fiore si apre a primavera, che ci sia il Sole o la pioggia, che l’aria sia ancora frizzante o calda poco importa. È il suo momento, quello e nessun altro!
E il telaio scricchiola sempre di più, dormire è impossibile. Basterebbe solo un passo, le Norne vogliono solo quel passo, perché l’arazzo del destino sia ricco di colori e scoppi di risa, d’amore incondizionato e baci sulle labbra.
I giorni vuoti vengono intessuti con lo stesso colore delle occasioni perdute, e le parole trattenute sulla lingua hanno il colore delle memorie dimenticate; alle tre Norne questi colori non piacciono!
Urdr la Norna anziana, il cui nome significa “destino”, è colei che controlla la trama dell’arazzo affinché corrisponda alla realizzazione dell’opera prefissata dall’anima, è la vecchia che compare negli incubi e porta terrore se l’opera non è come deve essere.
Verdandi, la Norna senza età, né giovane, né vecchia. Lei è il “divenire”, la trasformazione, perché non è mai troppo tardi, le seconde occasioni arrivano e bisogna saperle cogliere, anche se si ha paura, anche se il sentiero è nascosto dai detriti e dalle macerie delle opportunità mancate.
Skuld, la terza Norna, è la più giovane, porta con sé il significato di “debito” o “colpa”, ed è il passato. Tutto quello che siamo stati, nel bene e nel male, Skuld lo fa vedere con l’innocenza della fanciulla, senza ragione né torto, senza timore o vergogna.
Perché l’intrico del personale arazzo è ciò che le esperienze hanno creato. Le rughe intorno agli occhi, i lineamenti a volte estranei nel riflesso dello specchio, e quella determinazione che cerca di germogliare malgrado la dura terra inaridita dalla paura.
Il passato, il presente e il futuro sono qui, ora, e in ogni altro momento.
Perché se quel passo verrà fatto, nella profondità del buio, la mappa delle stelle sarà pronta ad indicare la via…
Ma ricordiamoci di sciogliere i capelli e lasciare che diffondano nell’aria il loro profumo di rose. Enrica Zerbin